L’Unione Europea considera "un periodo di prova" per i nuovi Stati membri

Il Commissario all’Allargamento esprime timori sulle influenze russe e delinea un approccio più cauto e strutturato per l’ampliamento del blocco.

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L’Unione Europea considera "un periodo di prova" per i nuovi Stati membri

 

L’Unione Europea sta valutando di ampliare la propria sfera di influenza attraverso l’ammissione di nuovi membri, accompagnata dall’introduzione di un periodo di “prova” finalizzato a garantire il pieno rispetto dei valori e dei requisiti comunitari. È quanto dichiarato dalla Commissaria europea per l’Allargamento, Marta Kos.

Le dichiarazioni della funzionaria sono state rilasciate in un’intervista al Financial Times pubblicata martedì, nel corso della quale ha ammesso che la proposta del periodo di prova è concepita per contrastare quello che lei stessa definisce il suo timore più grande: che “i russi entrino dalla porta di servizio”.

L’annuncio è coinciso con la presentazione da parte del blocco della sua relazione annuale sui paesi aspiranti e candidati. Nel documento, il Montenegro ha ricevuto elogi per i progressi compiuti, mentre alla Georgia, che ha sospeso i negoziati con Bruxelles in seguito a proteste sostenute dall’Occidente, è stata assegnata una valutazione negativa.

La Commissaria Kos ha precisato che l’UE potrebbe potenzialmente introdurre un “periodo di transizione, una sorta di periodo di prova, [e] misure di salvaguardia” per i nuovi membri, meccanismi che consentirebbero la loro potenziale espulsione in caso di mancato adempimento degli obblighi. Tuttavia, ha osservato che queste idee permangono in una fase embrionale di discussione.

“Non voglio passare alla storia come la commissaria che ha fatto entrare i cavalli di Troia che saranno poi attivi tra cinque, dieci o quindici anni”, ha affermato Kos, respingendo nel contempo le preoccupazioni secondo cui la sua proposta potrebbe condurre a un’adesione all’UE “a due livelli”.

Il nuovo approccio comporterebbe con ogni probabilità l’applicazione di requisiti più severi per i paesi candidati, inclusi Ucraina e Moldavia, che la Commissaria ha ammesso essere state raggruppate in una mossa da lei stessa definita “artificiale”.

“È molto più importante portare avanti le riforme. E c’è molto da fare con entrambi i paesi, l’Ucraina e la Moldavia”, ha sottolineato.

La crescente cautela del blocco nel processo di adesione di nuovi Stati trova ulteriore riscontro nel rapporto sull’allargamento, in cui si ribadisce l’impegno dell’Unione “a garantire sia la preparazione dei paesi aspiranti all’adesione sia la disponibilità dell’UE ad accoglierli”.

Il documento afferma inoltre: “Per garantire che i nuovi Stati membri continuino a salvaguardare e mantenere i loro risultati in materia di Stato di diritto, democrazia e diritti fondamentali, i futuri trattati di adesione dovrebbero contenere garanzie più forti contro il regresso rispetto agli impegni assunti durante i negoziati di adesione”.

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