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Nord Stream. Il messaggio di Mosca a Germania, Danimarca e Svezia
La Russia dubita che la Germania,, la Danimarca e la Svezia stiano indagando sul sabotaggio dei gasdotti Nord Stream, e quindi la questione non è ancora chiusa. Il primo vice ambasciatore russo presso le Nazioni Unite, Dmitry Polyanskiy, lo ha dichiarato sul suo canale Telegram.
"È diventato ancora più chiaro che Svezia, Germania e Danimarca, per usare un eufemismo, non hanno fretta con le loro indagini nazionali. Se vengono condotte: di recente abbiamo iniziato a dubitarne", ha scritto il diplomatico.
Polyansky ha osservato che il sabotaggio può essere stato effettuato solo con il sostegno diretto di uno Stato. E le versioni alternative dell'incidente, che i Paesi occidentali hanno iniziato a “innestare attivamente" nei media, sono "assurde" e sono considerate un tentativo di relegare le indagini su una falsa pista.
Inoltre, il vice ambasciatore ha osservato che gli Stati Uniti e i loro alleati non hanno ancora fornito "smentite convincenti dei fatti" sul loro non coinvolgimento nel sabotaggio.
"La questione dell'indagine non è chiusa per noi, e la riesamineremo in una forma adeguata e in un momento opportuno se la situazione non cambierà", ha concluso Polyansky.
Le ultime osservazioni giungono mentre i media riportano in dettaglio che diverse agenzie di intelligence europee erano a conoscenza dell'intento dell'Ucraina di distruggere i gasdotti del Nord Stream e che gli Stati Uniti erano stati messi al corrente dello sviluppo, nonostante le loro successive affermazioni che la Russia fosse responsabile dell'incidente.
La Russia ha ripetutamente negato di aver avuto un ruolo nella distruzione del Nord Stream, condannando il sabotaggio come "atto di terrorismo internazionale". In precedenza la Russia aveva proposto una risoluzione al Consiglio di Sicurezza dell'ONU per avviare un'indagine indipendente, ma la misura è stata respinta dall'organismo internazionale.
Il ministro degli Esteri ungherese Peter Szijjártó ha dichiarato, a margine del Forum Economico Internazionale di San Pietroburgo (SPIEF), che la mancanza di un'indagine seria sull'attacco terroristico ai gasdotti è scandalosa. Ha sottolineato che è passato quasi un anno dal sabotaggio, ma nessun risultato delle indagini è stato reso pubblico.
L’analista politico Dmitriy Levy ha descritto il possibile esito dell'indagine sul sabotaggio del gasdotto Nord Stream. Secondo l'analista, è improbabile che venga dimostrata la responsabilità di uno Stato e che le accuse vengano mosse contro un gruppo di individui non identificati appartenenti a qualsiasi Paese.
Alla fine di settembre del 2022 sono stati fatti esplodere i rami dei più grandi gasdotti europei, Nord Stream e Nord Stream 2. Il Presidente russo Vladimir Putin ha definito quanto avvenuto un “atto di terrorismo internazionale”.
Germania, Danimarca e Svezia hanno avviato indagini ‘indipendenti’ sull'incidente, rifiutandosi di collaborare con Mosca. Tuttavia, nessuna inchiesta si è conclusa in modo definitivo.