Padre salesiano di Damasco su Ghouta: "Ma quali vittime perseguitate dal regime. È l’esatto contrario, sono terroristi che sparano missili contro le nostre scuole"

Padre salesiano di Damasco su Ghouta: "Ma quali vittime perseguitate dal regime. È l’esatto contrario, sono terroristi che sparano missili contro le nostre scuole"

"Voi europei invece appoggiate i terroristi che colpiscono la gente innocente. Questo è inaccettabile e qualcuno deve dirlo"

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Ogni volta, ogni volta, ribadiamo ogni volta che l'esercito siriano è impegnato a liberare il SUO territorio dai terroristi finanziati, armati e supportati da Nato e Nato del Golfo, l'arma più potente di questi ultimi, la propaganda mediatica inonda l'etere di fake news per bloccare l'avanza. E' lo stesso copione di Aleppo che si ripete in queste ore a Ghouta. 


A proposito è interessante leggere con molta attenzione quanto riporta a tempi.it Padre salesiano Mounir, attualmente responsabile di un oratorio a Damasco con oltre 1200 giovani. «Lo so cosa scrivono i media da voi in Italia e in tutto l’Occidente sulla guerra che si sta combattendo a Ghouta. Raccontano solo una faccia della medaglia, nessuno si preoccupa del nostro dramma».  


E ancora: "Io lo so che il governo siriano non è costituito da santi né da angeli, c’è la corruzione come in tanti altri paesi. Però dovete capire che la maggioranza della popolazione siriana, che soffre come e più degli altri, si fida di questo governo, nonostante i suoi sbagli. Voi europei invece appoggiate i terroristi che colpiscono la gente innocente. Questo è inaccettabile e qualcuno deve dirlo».


Da Tempi.it
 

Il bombardamento di Ghouta si è intensificato nell’ultima settimana, perché il governo prepara l’assalto finale per riprendere il quartiere. «Tutto il giorno si sentono gli aerei dell’esercito che sorvolano la capitale. Spero che l’attacco cominci presto e che la zona venga finalmente liberata, come è stata liberata Aleppo», continua padre Mounir, ricordando che «Ghouta non è un quartiere di vittime perseguitate dal regime, come raccontate voi. È l’esatto contrario. Sono anni che sparano missili sulla capitale, uccidono innocenti, poveri civili. Quanti sono i bambini morti qui di cui nessuno parla? Questi non sono l’opposizione, sono terroristi, vengono da ogni parte del mondo, e l’esercito siriano ha il diritto di difendere la dignità dei siriani e il paese».
 

Il prossimo mese la Siria entrerà nel suo ottavo anno di guerra e padre Mounir non si fida più delle trattative di pace condotte dalla comunità internazionale: «Non stanno risolvendo niente, parlano ma non fanno nulla». Il sacerdote è stato ordinato cinque anni fa a Torino, ma ha scelto di lasciare l’Italia e tornare a Damasco per «servire il mio popolo in difficoltà». In questi giorni, però, le sue attività sono limitate al minimo perché «il governo ha consigliato a tutti di non muoversi di casa, se non per attività strettamente necessarie, perché molte zone della capitale sono sotto tiro. Nonostante questo cerchiamo di stare vicini ai nostri ragazzi e alle nostre famiglie».

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