Pepe Escobar - Il messaggio dei Brics al mondo che ha terrorizzato Trump

Volete la guerra? Fatevi sotto.

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Pepe Escobar - Il messaggio dei Brics al mondo che ha terrorizzato Trump

 

 

di Pepe Escobar Strategic Culture 

[Traduzione a cura di: Nora Hoppe]

 

 

Eccoci qua. Le classi dirigenti dell'Impero del Caos, insieme all'attuale e buffo capocirco, hanno finalmente capito che i BRICS rappresentano una seria minaccia strategica – e una sfida esistenziale – al loro dominio unilaterale sull'attuale sistema di relazioni internazionali.

Non sono giunti a questa conclusione dopo aver esaminato attentamente il vertice annuale dei BRICS a Rio – né il rivoluzionario vertice dello scorso anno a Kazan: sono pessimi nel fare i compiti di base.

È più probabile che siano stati risvegliati dal loro torpore dal sentire sulla propria pelle da che parte tira il vento – globale –, in termini di tutti i tipi di modelli che vengono testati per aggirare il dollaro statunitense e il controllo ferreo delle istituzioni di Bretton Woods.

La conclusione era inevitabile: i BRICS hanno superato l'ultima linea rossa. Basta con i discorsi da bravi ragazzi. La dichiarazione di Rio di oltre 130 punti, rilasciata il primo giorno del vertice, lo dice chiaramente, in modo educato ma deciso: questo è ciò che siamo, un'alternativa sistemica; e scriveremo le regole del nuovo sistema a modo nostro.

 

Costruire la Geopolitica della Sovranità

Il vertice BRICS 2025 a Rio è stato una sorpresa sbalorditiva. Le aspettative iniziali erano basse – se si confronta la mite presidenza brasiliana con l'enorme lavoro svolto dalla Russia nel 2024 in vista di Kazan.

Eppure, alla fine, Rio ha concretizzato ciò che Kazan aveva annunciato: il nuovo sistema emergente sarà incentrato sulla sovranità, l'uguaglianza e l'equità – con un'enfasi sull'integrazione economica a livello continentale, il commercio in valute nazionali, un ruolo ampliato per le nuove istituzioni finanziarie globali come la NDB (la banca dei BRICS) e una miriade di piattaforme per lo sviluppo sostenibile.

Una Geopolitica della Sovranità deve essere costruita strutturalmente: il ferro e il cemento per il nuovo sistema proverranno da una nuova interconnessione del commercio in valute nazionali, sistemi di pagamento/regolamento indipendenti e nuove piattaforme di investimento.

Dal punto di vista geoeconomico, BRICS è già in pieno svolgimento. Basta dare una rapida occhiata a una mappa dell'Eurasia e dell'Afro-Eurasia per rendersi conto dell'interconnessione esistente ed emergente tra connettività, logistica e corridoi della catena di approvvigionamento. In tutti i paesi BRICS, questi collegamenti legano fonti energetiche, giacimenti di terre rare e una ricchezza di prodotti agricoli.

Per citare il Padrino del Soul James Bown, Papa's got a brand new (BRICS) bag [Papà ha una borsa nuova di zecca (BRICS)].

Non c'è quindi da stupirsi che una versione squallida del White Man's Burden [il fardello dell'uomo bianco], il direttore del circo, abbia scatenato una Guerra Totale contro i BRICS e i loro partner – con minacce, tariffe doganali e persino un certificato di morte (all'epoca era ancora più all'oscuro di cosa fossero i BRICS).

La seriale Tempesta Tariffaria Trumpiana (TTT) è ovviamente un'altra manifestazione del principio “divide et impera”, che cerca di far esplodere i BRICS dall'interno. E ora siamo saliti di diversi livelli, con una caratteristica lettera infantile che minaccia tariffe del 50% su tutti i prodotti Made in Brazil esportati negli Stati Uniti – più tariffe “settoriali” aggiuntivi.

Eppure questo non ha nulla a che vedere con il commercio. Negli ultimi 15 anni, il surplus commerciale degli Stati Uniti con il Brasile ha superato una cifra considerevole di 400 miliardi di dollari. Qualche sottoposto di Trump 2.0 avrebbe dovuto sussurrare questa cifra all'orecchio del suo capo.

Ma anche se lo avessero fatto, sarebbe irrilevante. Perché l'ultimo espediente costituisce in realtà una grossolana interferenza straniera nella politica interna di un'altra nazione e nella prossima corsa presidenziale, che è illegale e prevedibilmente ancora una volta una presa in giro del diritto internazionale.

Il capocirco ha iniziato urlando nei suoi post che il governo Lula – e il sistema giudiziario indipendente brasiliano – erano stati coinvolti in una caccia alle streghe contro il suo socio, l'ex presidente Jair Bolsonaro, che è stato perseguito legalmente con l'accusa di aver organizzato un colpo di stato per ribaltare i risultati delle elezioni presidenziali del 2022 e impedire a Lula di prendere il potere.

È toccato al non tanto maestro della persuasione Steve Bannon svelare l'intero squallido gioco: se abbandonate il procedimento contro Bolsonaro, noi abbandoniamo i dazi del 50%.

La risposta del presidente Lula è stata misurata, ma ferma: “Il commercio del Brasile con gli Stati Uniti rappresenta solo l'1,7% del nostro PIL. Non si può definire questi dati vitali (...) Cercheremo altri partner.”

Naturalmente si farà molto duro. Una tariffa del 50% è come un uragano mortale. Esempio: il Brasile è il più grande esportatore mondiale di succo d'arancia. Il 95% della produzione interna viene esportato, quasi la metà negli Stati Uniti. Ci vorrà del tempo e molto duro lavoro per trovare “altri partner”. La soluzione potrebbe trovarsi nei paesi BRICS. Col tempo, dovrebbero esserci molti candidati per le principali esportazioni brasiliane come petrolio, acciaio, ferro, aerei e componenti, caffè, legname, carne e soia.

 

Sindacalizzare tutti gli esportatori del mondo contro gli importatori statunitensi

Parallelamente, i due principali attori dei BRICS, Cina e Russia – entrambi già soggetti a innumerevoli sanzioni (Russia) e tariffe commerciali (Cina) – vedono la TTT di Trump come una spettacolare opportunità per minare ancora più rapidamente il controllo unilaterale degli Stati Uniti sui sistemi commerciali e valutari.

La guerra contro i BRICS è passata al livello successivo, ora che Russia, Cina, Iran e Brasile sono tutti confermati come obiettivi illegittimi. Spetta a questo punto di vista dello Sri Lanka riassumere in modo delizioso la posta in gioco:

“Trump ha efficacemente sindacalizzato tutti gli esportatori del mondo contro gli importatori americani.” Si tratta di un'equazione piuttosto semplice: “Se imponi una tariffa a una persona, hai più potere. Ma se imponi una tariffa a tutti, più potere a noi.”

“Più potere a noi” si traduce nel fatto che i BRICS e il più ampio Sud Globale sono perfettamente consapevoli che non c'è via d'uscita se non quella di andare avanti a tutta velocità con il progetto BRICS, che culminerà nella completa de-dollarizzazione. Da Kazan a Rio e oltre, è ormai chiaro che la TTT fuori controllo prenderà di mira qualsiasi nazione o partner che si allinei con i BRICS “anti-americani”.

Volete la guerra? Fatevi sotto.

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