Ponte di Genova: De Micheli, sentenza della Consulta e quella strana coincidenza
di Agata Iacono
Giornata convulsa ieri sul lato Autostrade-nuovo Ponte di Genova. Dopo la conferma della concessione ad Aspi (Benetton, Atlantia SPA Autostrade) da parte della ministra alle infrastrutture De Micheli, che ha suscitato tanti post di incredulità, sconcerto e indignazione nelle fila del Movimento 5 Stelle, è arrivata la sentenza della Corte Costituzionale a rimettere in discussione tutta la vicenda.
La pagina ufficiale Facebook del M5S presenta come una "vittoria del 5 stelle" la sentenza con questo testo:
"La Corte Costituzionale ha dichiarato legittimo estromettere Aspi dalla ricostruzione del Ponte Morandi.
Questa sentenza è il risultato della determinazione del Movimento 5 Stelle e di Danilo Toninelli, non ci siamo mai piegati.
ll pensiero va alle 43 vittime e ai loro familiari".
Ma in italiano "estromettere dalla ricostruzione" non mi sembra che sia esattamente sinonimo di revoca.
Ed è la revoca quella che il Movimento 5 Stelle ha chiesto da subito, dopo la tragedia del Ponte Morandi: la revoca di tutte le concessioni autostradali a Benetton family. La partita non è chiusa e il popolo italiano saprà fare scudo e proteggere il primo partito di governo se saprà imporre un atto di giustizia ai partiti espressione delle lobby con cui governa.
Strana coincidenza, comunque, la tempestività della conferma della concessione da parte della De Micheli poche ore prima della sentenza della Consulta. Sarebbe certamente bastato intervenire in tempo, evitando ossimori istituzionali e conflitti interni tra le due compagini del governo giallorosso. Sarebbe bastato, come scrive Paolo Maddalena, applicare l'articolo 43 della Costituzione italiana "che sancisce che i servizi pubblici essenziali, nella situazione in cui ci troviamo, devono essere in mano pubblica o di comunità di lavoratori o di utenti".
(Leonardo Sciascia)