Raid iraniani contro lo Stato Islamico, dice il Pentagono. Ma Teheran non conferma

Raid iraniani contro lo Stato Islamico, dice il Pentagono. Ma Teheran non conferma

L'Iran ha già fornito armi e attrezzature al governo iracheno a guida sciita per contribuire alla lotta contro l’Isis

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Durante la sua rapida espansione in tutto l'Iraq e la Siria, ISIS ha occupato territori a circa 30 km dal confine iraniano. 
 
Queste conquiste, si legge su Business Insider, hanno innervosito Teheran e avrebbero portato ad una serie di attacchi aerei contro postazioni dell’Isisi da parte da parte delle Forza Aeree iraniane. Finora, gli attacchi aerei effettuati dagli iraniani si sarebbero concentrati nella etnicamente e religiosamente mista provincia irachena di Diyala. 
 
"L'Iran considera l'area come una zona cuscinetto e non tollera alcuna minaccia militare all'interno di tale area", ha spiegato Hamid Reza Taraghi, un politico iraniano al Los Angeles Times a Teheran.  
 
Più di recente, un F-4 Phantom iraniano è stato ripreso da Al Jazeera alla fine del mese di novembre mentre bombardava le città di Jalawla e Sadiya, anche se il filmato è stato poi rimosso. Le due città sono a circa 30 km dal confine iraniano. 


 
Gli attacchi aerei iraniani hanno fornito supporto aereo ai combattenti iracheni e curdi che, insieme ai miliziani sciiti, hanno cacciato i militanti dell’ISIS dalle due città. Funzionari curdi hanno dichiarato che non vi è stato alcun supporto aereo degli Stati Uniti durante l'offensiva su Jalawla e Sadiya. Gli Stati Uniti rifiutano di coordinare direttamente le campagne militari con l'Iran, anche se questo è più facile a dirsi che a farsi.
 
"Anche se è teoricamente possibile per gli aerei iraniani volare in Iraq senza alcun coordinamento con le altre forze aeree che operano nello stesso spazio aereo, sarebbe un suicidio", ha spiegato David Cenciotti a Business Insider. "Per prevenire conflittualità di attività tattiche, coordinamento preliminare e gestione e controllo dello spazio aereo sono necessari. Ci sono diversi aeromobili che svolgono "airborne warning and control system" sulla Siria e sull’Iraq: nessun aereo potrebbe volare inosservato nella zona".
 
Il portavoce del Pentagono, l'Ammiraglio John Kirby, ha confermato i raid iraniani ma ha chiarito che non sono stati coordinati con gli Stati Uniti.  
 
Il Vice capo di stato maggiore delle Forze Armate iraniane, il generale Massoud Jazayer, ha negato attacchi aerei iraniani contro obiettivi di Daesh [Stato islamico] in Iraq. Per Jazayeri, come riporta l’agenzia Fars News, "gli Stati Uniti sono la causa principale dei disordini e dei problemi, così come delle azioni terroristiche dello Stato islamico in Iraq".
 
Tuttavia, la portavoce del ministero degli Esteri Marzieh Afkham ha detto ad AFP di non essere “in grado di confermare questa informazione sulla cooperazione militare con l'Iraq. Noi forniamo sostegno militare e consulenza nell'ambito delle norme internazionali".
 
L'Iran ha già fornito armi e attrezzature, compresi caccia Su-25, al governo iracheno a guida sciita per contribuire alla lotta contro l’Isis, che attualmente controlla un’ampia porzione del territorio iracheno e siriano.
 
Inoltre, le milizie sciite, addestrate e finanziate dall'Iran, sono state dispiegati in Iraq per sostenere i combattenti curdi peshmerga che combattono i militanti.
  

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