Soros ci riprova in Brasile. Questa volta con Neves

Soros ci riprova in Brasile. Questa volta con Neves

Primo obiettivo dichiarato: privatizzare la statale Petrobras, la compagnia petrolifera brasiliana

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Dopo che i media, la CIA e George Soros hanno tentato di imporre la candidata del partito Verde Marina Silva alla guida del Brasile, queste stesse forze sono di nuovo in campo per impedire un secondo mandato di Dilma Rousseff e favorire l'ascesa di Aecio Neves. Lo scrive Wayne Madsen su Strategic-Culture.
 
Grazie ad un ottimo lavoro investigativo di alcuni giornalisti brasiliani, i legami di Silva con Soros e gli altri magnati di hedge fund è emerso con chiarezza. Gli elettori brasiliani hanno quindi evitato di votare per un burattino dei banchieri globali, ma Silva ha poi dato il suo endorsement a Neves, che, prosegue Madsen, è presto diventata la seconda scelta di Soros.
 
Una seconda scelta di lusso se si considera che il principale consigliere economico di Neves - e l'uomo che diventerebbe ministro delle Finanze - è Arminio Fraga Neto, ex amico e socio di Soros. Con il suo hedge fund Quantum, Fraga spera di aprire il Brasile alle "forze di mercato", le stesse forze che hanno dichiarato guerra economica al Venezuela e stanno tentando di truffare l'Argentina attraverso i fondi avvoltoi gestiti dagli amici di Soros a Wall Street. Fraga, un habitué del World Economic Forum di Davos, in Svizzera, è anche un ex dirigente di Salomon Brothers, ex presidente della Banca Centrale del Brasile, ed ha fatto affari milionari con Goldman Sachs. La sua partecipazione al gruppo elitario Council on Foreign Relations e il gruppo dei 30 mette Fraga in continuo contatto con Alan Greenspan, David Rockefeller e Larry Summers.
 
La facile vittoria di Rousseff il 5 ottobre, prosegue l'autore, ha costretto Wall Street ed i suoi media di proprietà ad alzare il tiro per impedire che il progetto in atto tra Brasile, Russia, India, Cina e Sud Africa per competere con il Washington consensus si realizzi. Ed ecco che discutibli sondaggi che parlano di un testa a testa vengano riproposti in modo assiduo dai “giornalisti” del The Wall Street Journal, Financial Times, Bloomberg News e Forbes. 
 
Dopo aver abbandonato le credenziali socialiste del nonno, Tancredo Neves – morto poco dopo aver giurato come presidente nel 1985 per una malattia su cui restano molti dubbi - Aécio Neves rappresenta gli interessi di Wall Street, impersonificati dalla figura di Fraga come suo principale consigliere economico. Gli avvoltoi di Wall Street, tra cui Soros e gli altri soci di Fraga a New York, hanno come primo obiettivo dichiarato quello di privatizzare la statale Petrobras, la compagnia petrolifera brasiliana. E per questa ragione, Aécio Neves è stato profumatamente comprato dagli stessi interessi finanziari globalizzati che hanno tentato di portare Marina Silva al potere.
 
Le politiche del presidente Rousseff hanno creato potenti nemici all'interno della CIA, tra le stanze di comando di Wall Street e tra le multinazionali più potenti dell'Occidente. L'erede di Lula ha sconfessato i sondaggi il 5 ottobre ma il 26 sarà più difficile. Il futuro del popolo brasiliano dipende da quel voto e, conclude Wayne, per la nuova immensa classe media create dalle politiche redistributive in atto vi è una certezza: una vittoria di Neves distruggerà i loro mezzi di sussistenza, così come la loro stessa vita. La speranza è che i brasiliani si rilevino saggi quanto il 5 ottobre.

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