Un'altra "teoria della cospirazione" confermata dalla BCE: alcuni trader conoscono i dati Usa in anticipo
Un'altra teoria della cospirazione diventa realtà. Ricordate quando la teoria che alcuni operatori del mercato potevano beneficiare di alcune informazioni non di dominio pubblico era, appunto, bollata come una teoria della cospirazione? Ecco, non è più così. Uno studio della stessa BCE denuncia che "alcuni trader dispongono di informazioni riservate sui fondamentali macroeconomici" e "In 7 casi su 21 market mover ci sono segni di trading informati dei dati prima della loro diffusione".
Da Milano Finanza
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La Banca centrale europea ha puntato il dito contro presunte fughe di notizie sui market mover americani. In un paper di ricerca l'istituzione afferma di aver esaminato l'andamento di mercati azionari e futures sui treasury (i titoli di Stato Usa) nell'imminenza della diffusione di dati macroeconomici. "In 7 casi su 21 market mover ci sono segni di trading informati dei dati prima della loro diffusione", si legge. "I prezzi iniziano a muoversi nella direzione corretta circa 30 minuti prima della diffusione". "Questi risultati", dice ancora lo studio della Bce, "implicano che alcuni trader dispongono di informazioni riservate sui fondamentali macroeconomici".
E Da Wall StreetI talia
E Da Wall StreetI talia
Circa una mezz’ora prima dell’orario della pubblicazione, gli analisti Alexander Kurov, Alessio Sancetta, Georg Strasser e Marketa Halova Wolfe hanno riscontrato oscillazioni insolite e significative di prezzo sui mercati sopra citati.
Si tratta di sbalzi che hanno rappresentato ben il 49%/39% delle variazioni di prezzo nei futures sull’S&P 500 e sul decennale del Tesoro americano, rispettivamente. Insomma, i mercati sono falsati e la legge non è uguale per tutti.
“Le dimensioni dei profitti incassati dai trader che hanno potuto ottenere in esclusiva le informazioni riservate, sottolinea l’importanza economica delle variazioni di prezzo”.
Il team della Bce, che ha studiato l’andamento dei mercati prima e dopo la pubblicazione di una trentina di dati macro clou, come l’indice manifatturiero Ism, le vendite di case esistenti e il rapporto occupazionale del lavoro statunitense, ha scoperto che l’oscillazione di prezzo maggiore si è manifestata quando i dati hanno sorpreso gli investitori.
I ricercatori hanno osservato tutti gli sbalzi dei valori dei contratti futures secondo dopo secondo sul mercato dell’S&P 500 prima della pubblicazione di dati che hanno sorpreso in negativo o in positivo gli investitori o comunque prima di cifre che si sono discostate di molto dalle previsioni.
Ebbene, secondo i dati raccolti dalla Bce, quasi la metà delle variazioni scatenate da una sorpresa negativa o positiva in ambito economico, si è verificata prima della pubblicazione delle cifre macro.