Vertice Parigi: Ulteriore sfregio al popolo africano e alle sue terre violentate dal colonialismo

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Vertice Parigi: Ulteriore sfregio al popolo africano e alle sue terre violentate dal colonialismo

 

Ringraziamo Cristina Mirra per la segnalazione dell'articolo di Patricia Bayoro, un'analisi sul fallimentare vertice sull'Africa tenutosi lo scorso maggio a Parigi, dove non è stato altro che una passerella per Macron e per ribadire le nuove politiche coloniali. Altro che Cina...

di Patricia Bayoro - Presidente CODAI

Per la Francia è sempre un piacere aiutare i paesi africani francofoni dato che il 50% di tutti gli aiuti rimane nelle banche francesi e, anche questa volta, il 18 maggio 2021 abbiamo dovuto assistere inermi all’ennesima buffonata di un vertice di capi di stato africani e di organizzazioni internazionali per discutere della situazione debitoria dei paesi africani e come finanziarie la ripresa post Corona Virus. Si è tenuto in Francia, a Parigi come ulteriore sfregio al popolo africano e alle sue terre violentate da un colonialismo che non è mai finito, si è solo raffinato per cercare continuare a rubare indisturbato. Per noi panafricanisti questo incontro è una presa in giro al nostro popolo perché i presidenti “fantoccio”, messi su e tenuti in piedi dalla Francia per meglio sfruttare con accordi ridicoli,  presenti a questo incontro non hanno portato la voce del popolo.

In Costa d'Avorio per esempio, abbiamo il problema dell'ingerenza francese nella scelta della classe dirigente del paese, Alassane Dramane Ouattara messo al posto del presidente Kodou Laurent Gbagbe a dirigere la commercializzazione delle nostre materie prime.

Le più importanti strutture del paese  come  il Port Autonome d'Abidjan (monopolio del gruppo Bolloré), la CIE (società che gestisce l'elettricità), la SODECI (società che si occupa della distribuzione dell'acqua), e molte altre, sono gestite tutte dalla Francia che assume quindi la maggior parte dei ricavati lasciando il nostro popolo in povertà. I cosiddetti aiuti di cui parla la Francia, in realtà servono a realizzare progetti francesi. Nonostante questi "aiuti" infatti, in Costa d'Avorio non ci sono strutture sanitarie né infrastrutture, mancano i macchinari agricoli che migliorerebbero le condizioni di vita dei coltivatori e fabbriche per trasformare i prodotti.

Ma passiamo ad un altro aspetto del colonialismo, a tutti gli effetti, in atto in Africa.

Dal 1945 la Francia impone l’uso del Franco CFA (sta per Franco delle colonie francesi d’Africa) a 14 paesi africani. E’ una moneta battuta e controllata interamente dalla Francia e non sorprende, infatti, che questa moneta non sia riconosciuta da nessuna banca del mondo, neanche nella stessa Francia. La Francia guadagna circa 450 miliardi di dollari dal CFA ogni anno. Il rifacimento di una strada o infrastruttura che sia, deve essere, in prima battuta, offerto in appalto ad una società francese. La Costa d’Avorio, deve prima offrire alla Francia le proprie materie prime, che mette in vendita. Se la Francia non è interessata all'acquisto allora si possono vendere ad altri.

Basta un po’ di buonsenso per capire che basterebbe lasciare l’Africa per risanarla e restituire i 450 miliardi di dollari, diciamo così, trafugati illecitamente. Non escludiamo affatto che la Francia paghi il proprio debito pubblico, cha ammonta a 2.739.2 mentre quello africano è di 950 milioni di dollari per i prossimi 3 anni, con le risorse e soldi africani. Altro che aiutarla. Senza l'Africa, la Francia sarebbe la quindicesima potenza.

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