Gli Usa hanno perso equipaggiamenti militari per un valore di circa 500 milioni di dollari in Yemen
Solo sei mesi fa Obama elogiava la "storia di successo dello Yemen"
Nessuno avrebbe potuto prevedere che un'altra "storia di successo" della diplomazia estera americana si sarebbe rivelata un disastro epico, si legge sul blgo ZeroHedge. Beh, nessuno, ad eccezione di coloro che prevedono con precisione che ogni intervento degli Stati Uniti all'estero sarà un fiasco incredibile ( tranne che per il complesso militare-industriale degli Stati Uniti, ovviamente). Per quanto riguarda lo Yemen, l'esito era chiaro da tempo: in un contesto di confronto per il dominio regionale tra Iran e Arabia Saudita, il presidente yemenita Abed Rabbo Mansour Hadi, appoggiato dall’Occidente, si è prima dimesso, poi ha ritirato le sue dimissioni e ora si trova nella città meridionale di Aden e non nella capitale, San'a', che dallo scorso settembre è sotto il controllo degli Houthi, che domenica hanno preso il controllo dell'aeroporto internazionale di Taiz, base strategica nel sud dello Yemen, e stanno avanzando verso la roccaforte di Hadi. La chiusura dell’ambasciata statunitense a Sana’a era avvenuta già a febbraio, prontamente occupata dai miliziani Houthi, mentre sabato, dopo che alcuni miliziani di al Qaida in Yemen (AQAP) sono riusciti ad occupare una città vicina alla base presidiata dagli americani, gli Stati Uniti hanno annunciato il ritiro di cento membri delle forze speciali che si trovavano in Yemen per collaborare con le forze locali nella campagna contro AQAP.
Di seguito una rappresentazione grafica di tutti gli equipaggiamenti militari "persi":

Un altro giorno del Dipartimento di Stato sotto John Kerry, un altro giorno di imbarazzo senza fine, commenta senza mezzi termini il blog americano.