“Per sconfiggere la corruzione dovete privatizzare”. Il FMI mette all’asta i beni dell’Ucraina

3369
“Per sconfiggere la corruzione dovete privatizzare”. Il FMI mette all’asta i beni dell’Ucraina


di Eugenio Cipolla

 
La “genialità” della mossa della Commissione nazionale per la regolamentazione nel settore energetico ucraina sta tutta nella tempistica. Aumentare i prezzi dei riscaldamenti in piena estate, infatti, è come offrire un pasto completo a una persona appena uscita da un banchetto nuziale. Così dal primo luglio, in Ucraina il prezzo del riscaldamento per la popolazione aumenterà di quasi il 100%, passando da 534 grivne per 1Gkal a 1043. «L’aumento – ha spiegato il capo della gestione dei profili della NKREKU, Svetlana Cerknykh – è dovuto alla crescita del costo del carburante, delle tariffe elettriche e dei salari». Ma in realtà, come spiegavamo qualche settimana fa, è dipeso dalla scelta del nuovo governo Groisman di anticipare il programma del FMI, eliminando tutti i regimi differenziati e creandone uno unico.
 
«La Commissione non ha rispettato la sua competenza, i suoi obblighi e non ha stabilito un tasso economicamente sostenibile dei prezzi del gas. Pertanto, ci rivolgeremo sicuramente al tribunale», ha detto la leader di Patria, Yulia Tymoshenko. Nonostante le polemiche, il governo rimane sulle sue, sostenendo che questa decisione porrà fine alle speculazioni sul mercato del gas e dell’energia. Il presidente Petro Poroshenko ha definito addirittura la misura fondamentale per la lotta alla corruzione. E proprio su quest’ultimo punto, oggi è arrivato l’ennesimo diktat del Fondo Monetario Internazionale, che attraverso il vicepresidente, David Lipton, ha dettato a Kiev la “ricetta magica” per combattere il fenomeno.   
 
Secondo Lipton per sconfiggere la corruzione bisogna continuare a lavorare attivamente verso la privatizzazione delle aziende statali. «Sono arrivato in Ucraina nel 1993. Il primo programma di privatizzazioni è apparso nel 1994, ma non ebbe successo a causa di ragioni politiche. La situazione in cui versano le imprese di proprietà statale è un terreno fertile per l’inefficienza e la corruzione. Credo sia arrivato il momento di fermare questa pratica, eliminare questa inefficienza e corruzione, e lo si può fare attraverso la privatizzazione».
 
Il braccio destro di Cristine Lagarde ritiene che non sia necessario attendere un momento migliore per le privatizzazioni, in quanto le perdite attuali superano i potenziali ipotetici benefici e la situazione potrebbe peggiorare ancora di più. «Tutto sostengono che ora sia il momento sbagliato per realizzare questo processo, perché il prezzo è troppo basso. Lo dicono da 22 anni. Ma il tempo trascorso è andato sprecato. Quelle perdite nel campo delle imprese di proprietà statale sono superiori di parecchie volte agli ipotetici potenziali benefici che l’Ucraina potrebbe ottenere, anche con prezzi più alti».
 
Le previsioni degli analisti, dicono che il Fondo del Demanio nel 2016 riuscirà a inviare al bilancio dello Stato circa 17,1 miliardi di grivne derivanti dal piano di privatizzazioni. Ai primi dello scorso marzo, il presidente Poroshenko aveva firmato una legge per introdurre cambiamenti significativi nei processi di vendita dei beni statali, compresa l’abolizione delle norme in materia di vendita obbligatoria in Borsa del 5-10% di azioni di quelle società in procinto di essere privatizzate. Questa legge ha permesso di lanciare una privatizzazione su larga scala, che inizierà a concretizzarsi con la vendita dell’OPZ, una delle più grandi industrie chimiche ucraine con sede nella regione di Odessa. A metà maggio il governo aveva approvato i termini della privatizzazione con un prezzo di partenza dell’intero pacchetto azionario di 13,17 miliardi di grivne. Ma BERS e FMI hanno raccomandato all’esecutivo di Kievi di ridurre il prezzo di partenza della fabbrica. La grande svendita può cominciare.  
 

ATTENZIONE!

Abbiamo poco tempo per reagire alla dittatura degli algoritmi.
La censura imposta a l'AntiDiplomatico lede un tuo diritto fondamentale.
Rivendica una vera informazione pluralista.
Partecipa alla nostra Lunga Marcia.

oppure effettua una donazione

La mini NATO del Pacifico e la "prossima grande crisi internazionale" di Fabio Massimo Paernti La mini NATO del Pacifico e la "prossima grande crisi internazionale"

La mini NATO del Pacifico e la "prossima grande crisi internazionale"

La "Pipeline" degli aiuti a Kiev e il precedente dell'Afghanistan di Loretta Napoleoni La "Pipeline" degli aiuti a Kiev e il precedente dell'Afghanistan

La "Pipeline" degli aiuti a Kiev e il precedente dell'Afghanistan

Trump abbandona i vassalli europei e la NATO?    di Giuseppe Masala Trump abbandona i vassalli europei e la NATO?   

Trump abbandona i vassalli europei e la NATO?  

La guerra a Gaza è finita? di Michelangelo Severgnini La guerra a Gaza è finita?

La guerra a Gaza è finita?

Fubini che prova a convincerci che l'Ucraina sta vincendo la guerra... di Francesco Santoianni Fubini che prova a convincerci che l'Ucraina sta vincendo la guerra...

Fubini che prova a convincerci che l'Ucraina sta vincendo la guerra...

Chi parla a nome di Cavallo Pazzo? di Raffaella Milandri Chi parla a nome di Cavallo Pazzo?

Chi parla a nome di Cavallo Pazzo?

Halloween e il fascismo di Francesco Erspamer  Halloween e il fascismo

Halloween e il fascismo

Il (vero) partito della guerra di Paolo Desogus Il (vero) partito della guerra

Il (vero) partito della guerra

Nel “bunker” di Maduro di Geraldina Colotti Nel “bunker” di Maduro

Nel “bunker” di Maduro

Le Kessler, l’astensionismo e i cuochi di bordo di Alessandro Mariani Le Kessler, l’astensionismo e i cuochi di bordo

Le Kessler, l’astensionismo e i cuochi di bordo

La scuola sulla pelle dei precari di Marco Bonsanto La scuola sulla pelle dei precari

La scuola sulla pelle dei precari

Nessun altro posto di Giuseppe Giannini Nessun altro posto

Nessun altro posto

Vincolo esterno: la condizione necessaria ma non sufficiente di Gilberto Trombetta Vincolo esterno: la condizione necessaria ma non sufficiente

Vincolo esterno: la condizione necessaria ma non sufficiente

Il non voto. Un grave pericolo di Michele Blanco Il non voto. Un grave pericolo

Il non voto. Un grave pericolo

Lavrov e le proposte di tregua del regime ucraino di Paolo Pioppi Lavrov e le proposte di tregua del regime ucraino

Lavrov e le proposte di tregua del regime ucraino

Registrati alla nostra newsletter

Iscriviti alla newsletter per ricevere tutti i nostri aggiornamenti