"L'imminente invasione russa" e l'imbarazzante spettacolo dei 'fact checker' del web

15 Febbraio 2022 16:00 Aurelio Armellini

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In un interessante delirio della stampa nostrana, tal Guido Petrangeli ha concluso addirittura una trilogia di articoli sulla crisi ucraina e la "disinformazione sulla rete".

Partito da “In rete ci sono le prove che la Russia sta per accerchiare l'Ucraina”, passato per “Dentro i confini della rete i paramilitari ucraini si organizzano contro l’invasione russa”, ha terminato con un autentico crescendo: “Sulla rete l'arma delle fake-news per giustificare l’invasione dell’Ucraina”.

Il Petrangeli sa quello che scrive quando si parla di Ucraina. Chi meglio di lui, del resto. “Si occupa da qualche anno di web, social media e comunicazione politica. Fondatore e autore del Blog Il SocialPolitico ha scritto due e-book "Ogni Click conta: le elezioni si vincono sui social media" e "Abruzzo 3.0: la web reputation della Regione Abruzzo".

Nell’ultimo articolo della trilogia, il Petrangeli scrive testualmente: “non ci sono solo i carri armati e l’artiglieria pesante russa a lambire i confini della sempre più vicina Ucraina. Insieme ai video delle nuove esercitazioni militari russe il Cremlino sta investendo la rete con ondate di disinformazione studiate a tavolino per minare il sostegno occidentale all'Ucraina e attaccare la fiducia degli ucraini negli alleati internazionali.”

La disinformazione russa ha invaso l’Ucraina prima dei carri armati di Putin per il Petrangeli, che prosegue (TESTUALE): “Basta fare un giro su alcuni canali Telegram italiani o comunque europei per rendersi conto dell’escalation di questa propaganda. Soltanto poche ore fa, dopo essere stato accettato dal gruppo dei QAnon italiani - WWG1WGA con oltre 12mila iscritti - ho trovato dei video che mostravano le immagini di una densa colonna di fumo nero per millantare un attacco sul suolo russo. Si potrebbe trattare insomma di un tentativo di mettere in rete quei video-fake che secondo il pentagono la russia sta preparando per giustificare l’invasione in Ucraina.”

Con i social Usa che con i noti “fact checker” censurano tutto quello che non si attiene alle veline di Wahington e alle posizioni più fondamental-atlantisti, il nuovo bersaglio è proprio Telegram. Ed è proprio su questo che il Petrangeli ci chiama in causa direttamente: “Su un altro canale sponsorizzato dalla testate filo Russa l’Antidiplomatico – Lettere da Mosca - si pubblicano invece gli stralci di un report dell’intellingence russa. Secondo questi documenti ci sono le prove che l’Ucraina, spinta dagli alleati occidentali, sta concentrando forze d’assalto nel Dombass per attaccare le repubbliche del Donetsk e di Lugansk e coinvolgere quindi la Russia nel conflitto.”

Non serve ricordare al Petrangeli che il suo editore (che controlla anche Repubblica e la Stampa) è filo Nato e filo Usa. Non serve ricordare al Petrangeli che Lettere da Mosca è gestito dal giornalista, ex inviato di guerra e uno dei massimi esperti di Russia e spazio post sovietico in Italia: Fulvio Scaglione. Non serve neanche ricordare al Pietrangeli che i neonazisti del battaglione Azov su ordine di chi ha preso il potere in Ucraina dal golpe del 2014 non solo si stanno “concentrando”, ma che sono 7 anni che portano avanti azioni belliche, barbarie e crimini contro l’umanità in quella regione. Non serve ricordarlo al Petrangeli, semplicemente perché bisognerebbe prima partire dalle basi. Quando diciamo basi, intendiamo proprio basi basi. Ad esempio come si scrive Donbass (e non “Dombass”), per poi passare all'identificazione geografica e solo allora ad un primo approccio del contesto geopolitico.

Nel giorno in cui la stampa occidentale, Huffington Post in primis, dovrebbe chiedere scusa ai propri lettori per aver diffuso per giorni la “fake news” dell’”invasione russa imminente dell'Ucraina” – la stampa inglese aveva prove certe che sarebbe scattata oggi all’una! – noi de l’AntiDiplomatico difendiamo il diritto del signor Petrangeli di scrivere articoli, anche quelli deliranti come questo ed essere giudicato dalla coscienza critica dei propri lettori. Diritto che a noi de l’AntiDiplomatico è precluso per “fact checker” apertamente filo Nato e filo Usa, che hanno deciso che la pagina Facebook della nostra testata giornalistica dovesse essere prima bloccata e poi oscurata.

Anche questa volta, anche sulla “invasione russa imminente in Ucraina” noi de l’AntiDiplomatico abbiamo avuto ragione e il gruppo Fiat che controlla Repubblica, la Stampa, Huffington Post etc. etc. ha diffuso e reso virali per giorni (l’ennesima) bufala. Abbiate memoria storica: è l’unico modo con cui possiamo pensare, in un futuro speriamo prossimo, di ricostruire questo paese dalle macerie attuali.

P.s. Come rendere una ridicola fake news ancora più ridicola? Inventandone una ancora più grande. Da "L'invasione imminente della Russia nell'Ucraina" a “La Russia non ha invaso l’Ucraina per la diplomazia occidentale”. Il tutto è perfettamente sintetizzato da questa meme DI "Ahi Les Va" che ridicolizza al punto giusto i poveri media occidentali.

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