Colombia: il presidente Petro denuncia manovre di lawfare per rovesciarlo

07 Giugno 2023 00:00 La Redazione de l'AntiDiplomatico

In Colombia stiamo per assistere a un film già visto in altri paesi dove è arrivato al governo un leader popolare, di sinistra e di tendenza socialista?

Il presidente colombiano, Gustavo Petro, ha denunciato che settori dell'opposizione stanno cercando di rovesciarlo attraverso manovre giudiziarie, utilizzando una strategia simile a quella subita dal suo omologo peruviano, Pedro Castillo.

Il presidente ha dichiarato su Twitter che queste persone, il cui portavoce sarebbe l'ex procuratore generale Néstor Humberto Martínez, stanno cercando di silurare la nomina della rosa di candidati da cui dovrà essere scelto il successore di Francisco Barbosa alla Procura Generale, sapendo che uno qualsiasi dei suoi candidati si batterà apertamente contro "l'impunità".

La denuncia di Petro arriva in risposta a un tweet dell'ex procuratore Vivian Morales, secondo cui il presidente colombiano dovrebbe "dichiararsi impedito a comporre la rosa di candidati per la scelta del nuovo procuratore generale”.

Bisogna evidenziare che per cambiare il Procuratore Generale della Colombia, il presidente deve definire la rosa dei candidati nella seconda metà dell'anno. Dovrà poi inviarla alla Corte Suprema, dove sceglierà chi entrerà in carica nel febbraio 2024.

“Questo è ciò che cercano. Che non sia possibile istituire un processo contro l'impunità. È da qui che parte tutto. Ma non stanno solo cercando di impedire al Governo del Cambiamento di presentare quella che sanno essere una terna contro l'impunità, ma stanno anche cercando lo stesso percorso che ha subito Pedro Castillo, come ha espresso così bene Nestor Humberto Martinez".

La manovra che starebbero cercando di generare contro Gustavo Petro sarebbe quella di rimuoverlo attraverso il lawfare, ovvero l'uso di processi legali per rimuovere una persona da cariche pubbliche. Un meccanismo simile a quanto accaduto in Perù con il presidente Pedro Castillo. Lo stesso che hanno subito Lula e Dilma Rousseff in Brasile, Cristina Fernandez in Argentina. Solo per citare i casi più eclatanti.

In un thread su Twitter, il capo di Stato colombiano ha anche fatto riferimento agli audio trapelati dell'ambasciatore della Colombia in Venezuela Armando Benedetti.

A questo proposito, ha sottolineato che dalle parole dell'ex funzionario ha ricavato due cose: in primis che il suo ex capo di governo, Laura Sarabia, ha ricevuto enormi pressioni di cui non era a conoscenza, e poi che Benedetti si è sbagliato nel pensare che l'ex funzionaria fosse colei che componeva il gabinetto.

Ha inoltre ribadito che durante la sua campagna elettorale non ci sono state irregolarità nei finanziamenti attraverso le donazioni.

Ha ricordato che in due interviste Benedetti ha dichiarato di aver aiutato a ottenere donazioni per la campagna e che non c'è stata alcuna irregolarità.

"È vero, ogni volta che qualcuno chiedeva di fare una donazione o di ottenere dei donatori, questi venivano inviati alla direzione, dove venivano sempre realizzati in conformità con la legge", ha affermato.

Ha aggiunto che molte donazioni sono state rifiutate dalla direzione e altre sono state accettate secondo i criteri della legge. Ha sottolineato che la maggior parte dei finanziamenti sono stati realizzati con prestiti da banche commerciali.

Nelle ultime settimane, il governo di Gustavo Petro ha dovuto fronteggiare sfide significative, tra cui scontri istituzionali, accuse contro membri della sua squadra e crescenti accuse di tentativi di rovesciamento.

Il cosiddetto "Niñeragate" ha portato al licenziamento del capo di gabinetto, Laura Sarabia, e dell'ambasciatore colombiano in Venezuela, Armando Benedetti.

Benedetti è ancora nell'occhio del ciclone, dopo la diffusione di audio in cui l'ex diplomatico avrebbe minacciato Sarabia di rivelare presunti atti di corruzione commessi durante la campagna elettorale.

L'ex rappresentante di Bogotà a Caracas sostiene che si tratta di una manipolazione, ma Petro ha avvertito che dovrà dare spiegazioni alla Procura Generale e all'opinione pubblica.

Gli organi giudiziari hanno rimosso dei membri del Congresso che hanno ottenuto un seggio con il Pacto Histórico per vari motivi. Hanno inoltre dichiarato nulla la nomina di Carlos Hernán Rodríguez Becerra a Controllore Generale per apparenti irregolarità.

Il presidente colombiano ha assicurato che è in corso un "golpe blando”.

Secondo la rivista Semana, il Consiglio Elettorale Nazionale colombiano avvierà un'indagine su quanto emerso dagli pubblicati dalla rivista. A quanto pare, il materiale avrebbe acquisito lo status di prova nel processo investigativo, che includerà un esame dettagliato dell'elenco delle entrate e delle spese della campagna del Pacto Histórico, l'alleanza che ha portato Petro alla presidenza.

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