Gli ultimi (disperati) messaggi dall'ospedale Al Shifa sotto assedio israeliano


di Clara Statello per l'AntiDiplomatico

L’ospedale al Shifa di Gaza è sotto assedio. Le forze israeliane hanno circondato la struttura con i carri armati, hanno schierato cecchini, tagliato elettricità, internet e acqua. Un ragazzo in terapia intensiva e un neonato prematuro in incubatrice sono morti a causa del black out, spiega ad Al Jazeera Muhammad Abu Salmiya, il direttore dell'ospedale al-Shifa. Sparano su tutto ciò che si muove.

“Qualsiasi persona in movimento all'interno del complesso viene presa di mira. Le forze di occupazione israeliane sono fuori e impediscono a chiunque di muoversi”, aggiunge.

L’ultimo giornalista rimasto all’interno della struttura, Mustafa Sarsour, ha spiegato che i droni tengono sotto controllo l’area “prendendo di mira le persone che si muovevano all’interno o all’esterno” del complesso ospedaliero.

"Una famiglia ha cercato di lasciare il complesso e quando hanno varcato i cancelli esterni... sono stati tutti uccisi", ha detto Sarsour, aggiungendo che tutte le strade che portano all'ospedale erano state completamente o parzialmente distrutte.

“Nessuno può lasciare il complesso dell’ospedale a causa dei feroci combattimenti”, conclude.

Un membro dell'equipe medica è stato freddato mentre cercava di raggiungere le incubatrici per portare aiuto ai nati prematuri, ha dichiarato Salmiya. Sono 39 i neonati nelle incubatrici che stanno lottando contro la morte.

La Mezzaluna palestinese ha comunicato sabato pomeriggio che i carri armati israeliani si trovano a 20 metri dall’ingresso dell’ospedale e sparano colpi diretti creando estremo panico e paura tra i 14mila sfollati.

Da quanto viene riportato sembra che l’IDF abbia preso in ostaggio l’intero ospedale, con pazienti, bambini, medici, sfollati e civili all’interno.


Fosse comuni all’interno dell’ospedale

La situazione catastrofica è confermata dal direttore del ministero della sanità di Gaza, Monir al-Barsh: “Qualsiasi oggetto in movimento” intorno all’ospedale al-Shifa è un obiettivo per le forze israeliane.

L’ospedale è pieno di vivi ma anche di morti.

“Non possiamo muoverci né all’interno né all’esterno del perimetro dell’ospedale. Siamo circondati, non possiamo seppellire i nostri morti.

Per l’elevato numero di cadaveri si pianifica di scavare una fossa comune all’interno dei locali dell’ospedale.

"Creeremo una fossa comune all'interno del complesso ospedaliero", ha detto.


Fosforo bianco contro l’ospedale

Israele ha iniziato nella notte il suo assalto all’ospedale, con violentissimi bombardamenti contro l’area dell’ospedale Al Shifa e il campo profughi Al-Shati. Ha utilizzato anche munizioni al fosforo bianco, vietate dai trattati internazionali e considerate armi chimiche da molti Paesi. In un video diffuso su Youtube e Telegram si vede come l’ospedale sia unicamente illuminato dal macabro bagliore delle bombe incendiarie.

La ministra della Salute palestinese per l'ANP, Mai al-Kaila, ha accusato Israele di utilizzare il fosforo bianco contro l'ospedale Al Shifa. Al Jazeera live riporta le sue dichiarazioni rilasciate stamattina in conferenza stampa a Ramallah:

“Questa è un’arma vietata a livello internazionale. Ci stiamo chiedendo chi sia responsabile di ritenere Israele responsabile del bombardamento dell’ospedale di al-Shifa con fosforo bianco”

Ha aggiunto che le forze israeliane stanno commettendo un “genocidio” a Gaza.

“La morte inevitabile è diventata il destino dei pazienti negli ospedali di Gaza e ne riteniamo responsabili Israele, le Nazioni Unite e la comunità internazionale”

Israele ha sempre negato le accuse di utilizzo del fosforo bianco contro i civili, lanciate dalle organizzazioni umanitarie internazionali.


Medici senza frontiere ha perso i contatti con il suo staff all'interno dell'Ospedale di Al Shifa a Gaza

In mattinata è arrivato il disperato comunicato di Medici senza frontiere: “Al momento non siamo in grado di contattare nessuno del nostro personale all'interno di Al-Shifa e siamo estremamente preoccupati per la sicurezza dei pazienti e del personale medico. I pazienti sono ancora in ospedale, alcuni in condizioni critiche e impossibilitati a muoversi, ci sono ancora gli operatori sanitari all'interno della struttura”.

Poco prima il chirurgo dell'ospedale, il dottor Mohammed Obeid, ha rilasciato delle drammatiche dichiarazioni a Channel 4 :

“Ci sono molti pazienti già operati e non possono camminare. Non possono evacuare. Hanno bisogno di un'ambulanza per rimuoverli e [noi] non abbiamo ambulanze per evacuare tutti questi pazienti. Se hai due feriti o tre feriti nella tua famiglia, non puoi trasportarli perché si rifiutano di lasciarti andare in autobus o in macchina. Quindi devi camminare".

"Non possiamo andarcene. Non possiamo partire perché dalla mattina ad oggi abbiamo operato [circa] 25 pazienti. Se non ci sono io né l’altro chirurgo, chi si prenderà cura dei pazienti? […] C’è un paziente che necessita di un intervento chirurgico. C'è un paziente che sta già dormendo nel nostro reparto. Non possiamo evacuare noi stessi e [lasciare] queste persone all’interno. Come dottore. Giuro di aiutare le persone che hanno bisogno di aiuto. Quindi se vogliono bombardarmi non sarò migliore degli altri”.

Sulla tabella dell’ospedale con la calendarizzazione degli interventi chirurgici, al posto delle date delle future operazioni, sono apparse queste parole:

"Chiunque resterà sino alla fine, racconterà la nostra storia. Abbiamo fatto ciò che era nelle nostre possibilità. Ricordateci".

MSF lancia infine un appello al primo ministro canadese Justin Trudeau per fare tutto ciò che è in suo potere per il cessate il fuoco a Gaza.

Situazione disperata

Nelle ultime ore risorse israeliane non ufficiali hanno diffuso video non confermati con la notizia dell’evacuazione dell’ospedale da parte, condotta dalle forze israeliane. Ma informazioni e comunicati provenienti dagli organismi internazionali purtroppo smentiscono questo scenario.

Fabrizio Carboni, responsabile regionale del Medio e Vicino Oriente del Comitato internazionale della Croce Rossa, parla di una situazione angosciante all’ospedale Al Shifa.

“Non può continuare così. Migliaia di feriti, sfollati e personale medico sono a rischio. Hanno bisogno di essere protetti in linea con le leggi di guerra”.

Al-Shifa è la principale struttura sanitaria operativa di Gaza City, con centinaia di pazienti e sfollati al suo interno. Fornisce cure di emergenza e chirurgiche e offre asilo a chi ha perso la casa o è in cerca di un rifugio.

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