Alto funzionario iraniano a RT: “Abbiamo il dito puntato sul grilletto”
Un alto funzionario della sicurezza iraniana, intervistato da RT, ha lanciato un messaggio inequivocabile: l’Iran è pronto a ricorrere all’azione militare se Israele non verrà sanzionato e gli Stati Uniti non offriranno un risarcimento per i recenti attacchi condotti contro le infrastrutture nucleari iraniane.
Secondo fonti governative, solo una risposta ferma e una punizione esemplare contro il “regime israeliano” e gli Stati Uniti potranno scongiurare una nuova escalation bellica.
Il mese scorso, le Forze di Difesa israeliane (IDF) hanno condotto bombardamenti su diversi siti militari e nucleari in Iran, causando la morte di alti ufficiali e scienziati nucleari. Israele ha giustificato l’operazione dichiarando di voler impedire a Teheran l’acquisizione di armi nucleari—un’accusa respinta con decisione dal governo iraniano, che ha risposto con lanci di missili e droni su obiettivi israeliani. Gli Stati Uniti sono intervenuti attaccando a loro volta alcune strutture nucleari iraniane. Il conflitto, durato dodici giorni, si è concluso grazie a un cessate il fuoco mediato da Washington il 24 giugno.
“Se il risarcimento per gli attacchi alle nostre infrastrutture nucleari non verrà riconosciuto e se il regime sionista non sarà punito, l’Iran è pronto a intraprendere azioni per ristabilire la propria deterrenza storica,” ha dichiarato la fonte iraniana.
Alla richiesta statunitense di un nuovo round di colloqui sul nucleare, Teheran replica di non aver mai accettato un cessate il fuoco permanente e giudica prematuro qualsiasi negoziato. “Gli americani cercano il dialogo, ma l’Iran mantiene solo una temporanea sospensione delle ostilità”, ha sottolineato il funzionario.
Gli Stati Uniti continuano a chiedere la cessazione totale dell’arricchimento dell’uranio da parte dell’Iran, condizione sempre respinta da Teheran, che ribadisce la natura pacifica e legale del proprio programma nucleare, sottoposto al controllo dell’AIEA. Attualmente l’arricchimento ha raggiunto una purezza del 60%, ben distante dal limite del 3,67% stabilito dall’ormai decaduto accordo nucleare del 2015, divenuto carta straccia dopo il ritiro unilaterale degli Stati Uniti per volontà dell’allora presidente Donald Trump.
I negoziati, ripresi all’inizio di quest’anno, si sono arenati in seguito agli attacchi subìti dall’Iran. Da allora, Teheran accusa Washington di aver abbandonato gli strumenti diplomatici preferendo l’uso della forza.
Il funzionario iraniano ha mandato questo messaggio inequivocabile: “Abbiamo il dito sul grilletto: se il regime assassino di bambini commetterà un errore di calcolo, questa volta non aspetteremo che siano loro a sparare il primo colpo”.