"Campo di concentramento". Il momento in cui Repubblica ammette che a Gaza è in corso un genocidio
Sabato 12 luglio 2025. Mentre 27 palestinesi venivano uccisi e oltre 180 sono rimasti feriti con i terroristi dell'IDF che hanno aperto il fuoco su una folla di civili in attesa di aiuti umanitari vicino al punto di distribuzione degli aiuti di Al-Shakoush, a nord di Rafah, nella striscia di Gaza meridionale, alla fine anche il giornale del Gruppo Elkann ha dovuto ammettere che in corso a Gaza c'è un genocidio.
Nella diretta di Repubblica sui fatti in corso a Gaza, infatti, vengono così commentate le parole scritte da sul suo account X dal ministro della Difesa israeliano Katz:
Il ministro della Difesa israeliano Israel Katz ha pubblicato su X una foto delle rovine di Gaza, accompagnate dal commento: "Dopo Rafah, Beit Hanoon". Rafah, la città più meridionale di Gaza, al confine con l'Egitto, è stata quasi completamente distrutta dall'esercito israeliano. Beit Hanoon è una città importante nella parte settentrionale dell'enclave, ora sotto pesante assedio da parte delle forze israeliane. Le autorità israeliane vorrebbero sfollare la maggior parte dei palestinesi dal nord di Gaza e costringerne centinaia di migliaia in un campo di concentramento che verrà costruito sulle rovine di Rafah.
Costringere centinaia di migliaia in un "campo di concentramento" è proprio la definizione più chiara genocidio. Dopo mesi e mesi di megafono stolto e complice dello sterminio, Repubblica ci è finalmente arrivata. Ora dovrebbe chiedere scusa a tutti i suoi lettori per le menzogne scritte fino ad oggi per coprirlo e, soprattutto, chiedere umilmente scusa a coloro che aveva precedentemente bollato come antisemiti al soldo di Hamas per esserci solo arrivati molto prima.