Colombia: il presidente Petro denuncia manovre di lawfare per rovesciarlo

Colombia: il presidente Petro denuncia manovre di lawfare per rovesciarlo

I nostri articoli saranno gratuiti per sempre. Il tuo contributo fa la differenza: preserva la libera informazione. L'ANTIDIPLOMATICO SEI ANCHE TU!

In Colombia stiamo per assistere a un film già visto in altri paesi dove è arrivato al governo un leader popolare, di sinistra e di tendenza socialista?

Il presidente colombiano, Gustavo Petro, ha denunciato che settori dell'opposizione stanno cercando di rovesciarlo attraverso manovre giudiziarie, utilizzando una strategia simile a quella subita dal suo omologo peruviano, Pedro Castillo.

Il presidente ha dichiarato su Twitter che queste persone, il cui portavoce sarebbe l'ex procuratore generale Néstor Humberto Martínez, stanno cercando di silurare la nomina della rosa di candidati da cui dovrà essere scelto il successore di Francisco Barbosa alla Procura Generale, sapendo che uno qualsiasi dei suoi candidati si batterà apertamente contro "l'impunità".

La denuncia di Petro arriva in risposta a un tweet dell'ex procuratore Vivian Morales, secondo cui il presidente colombiano dovrebbe "dichiararsi impedito a comporre la rosa di candidati per la scelta del nuovo procuratore generale”.

Bisogna evidenziare che per cambiare il Procuratore Generale della Colombia, il presidente deve definire la rosa dei candidati nella seconda metà dell'anno. Dovrà poi inviarla alla Corte Suprema, dove sceglierà chi entrerà in carica nel febbraio 2024.

“Questo è ciò che cercano. Che non sia possibile istituire un processo contro l'impunità. È da qui che parte tutto. Ma non stanno solo cercando di impedire al Governo del Cambiamento di presentare quella che sanno essere una terna contro l'impunità, ma stanno anche cercando lo stesso percorso che ha subito Pedro Castillo, come ha espresso così bene Nestor Humberto Martinez".

La manovra che starebbero cercando di generare contro Gustavo Petro sarebbe quella di rimuoverlo attraverso il lawfare, ovvero l'uso di processi legali per rimuovere una persona da cariche pubbliche. Un meccanismo simile a quanto accaduto in Perù con il presidente Pedro Castillo. Lo stesso che hanno subito Lula e Dilma Rousseff in Brasile, Cristina Fernandez in Argentina. Solo per citare i casi più eclatanti.

In un thread su Twitter, il capo di Stato colombiano ha anche fatto riferimento agli audio trapelati dell'ambasciatore della Colombia in Venezuela Armando Benedetti.

A questo proposito, ha sottolineato che dalle parole dell'ex funzionario ha ricavato due cose: in primis che il suo ex capo di governo, Laura Sarabia, ha ricevuto enormi pressioni di cui non era a conoscenza, e poi che Benedetti si è sbagliato nel pensare che l'ex funzionaria fosse colei che componeva il gabinetto.

Ha inoltre ribadito che durante la sua campagna elettorale non ci sono state irregolarità nei finanziamenti attraverso le donazioni.

Ha ricordato che in due interviste Benedetti ha dichiarato di aver aiutato a ottenere donazioni per la campagna e che non c'è stata alcuna irregolarità. 

"È vero, ogni volta che qualcuno chiedeva di fare una donazione o di ottenere dei donatori, questi venivano inviati alla direzione, dove venivano sempre realizzati in conformità con la legge", ha affermato.

Ha aggiunto che molte donazioni sono state rifiutate dalla direzione e altre sono state accettate secondo i criteri della legge. Ha sottolineato che la maggior parte dei finanziamenti sono stati realizzati con prestiti da banche commerciali.

Nelle ultime settimane, il governo di Gustavo Petro ha dovuto fronteggiare sfide significative, tra cui scontri istituzionali, accuse contro membri della sua squadra e crescenti accuse di tentativi di rovesciamento. 

Il cosiddetto "Niñeragate" ha portato al licenziamento del capo di gabinetto, Laura Sarabia, e dell'ambasciatore colombiano in Venezuela, Armando Benedetti.

Benedetti è ancora nell'occhio del ciclone, dopo la diffusione di audio in cui l'ex diplomatico avrebbe minacciato Sarabia di rivelare presunti atti di corruzione commessi durante la campagna elettorale.

L'ex rappresentante di Bogotà a Caracas sostiene che si tratta di una manipolazione, ma Petro ha avvertito che dovrà dare spiegazioni alla Procura Generale e all'opinione pubblica.

Gli organi giudiziari hanno rimosso dei membri del Congresso che hanno ottenuto un seggio con il  Pacto Histórico per vari motivi. Hanno inoltre dichiarato nulla la nomina di Carlos Hernán Rodríguez Becerra a Controllore Generale per apparenti irregolarità. 

Il presidente colombiano ha assicurato che è in corso un "golpe blando”.

Secondo la rivista Semana, il Consiglio Elettorale Nazionale colombiano avvierà un'indagine su quanto emerso dagli pubblicati dalla rivista. A quanto pare, il materiale avrebbe acquisito lo status di prova nel processo investigativo, che includerà un esame dettagliato dell'elenco delle entrate e delle spese della campagna del Pacto Histórico, l'alleanza che ha portato Petro alla presidenza.

 

La Redazione de l'AntiDiplomatico

La Redazione de l'AntiDiplomatico

L'AntiDiplomatico è una testata registrata in data 08/09/2015 presso il Tribunale civile di Roma al n° 162/2015 del registro di stampa. Per ogni informazione, richiesta, consiglio e critica: info@lantidiplomatico.it

3 LIBRI PER "CAPIRE LA PALESTINA" LAD EDIZIONI 3 LIBRI PER "CAPIRE LA PALESTINA"

3 LIBRI PER "CAPIRE LA PALESTINA"

28 luglio: la (vera) posta in gioco in Venezuela di Geraldina Colotti 28 luglio: la (vera) posta in gioco in Venezuela

28 luglio: la (vera) posta in gioco in Venezuela

Il Congresso Usa ha deciso: "fino all'ultimo ucraino" di Clara Statello Il Congresso Usa ha deciso: "fino all'ultimo ucraino"

Il Congresso Usa ha deciso: "fino all'ultimo ucraino"

"11 BERSAGLI" di Giovanna Nigi di Giovanna Nigi "11 BERSAGLI" di Giovanna Nigi

"11 BERSAGLI" di Giovanna Nigi

25 aprile: la vera lotta oggi è contro il nichilismo storico di Leonardo Sinigaglia 25 aprile: la vera lotta oggi è contro il nichilismo storico

25 aprile: la vera lotta oggi è contro il nichilismo storico

Il PD e M5S votano per la guerra nel Mar Rosso di Giorgio Cremaschi Il PD e M5S votano per la guerra nel Mar Rosso

Il PD e M5S votano per la guerra nel Mar Rosso

Il caso "scientifico" dell'uomo vaccinato 217 volte di Francesco Santoianni Il caso "scientifico" dell'uomo vaccinato 217 volte

Il caso "scientifico" dell'uomo vaccinato 217 volte

L'austerità di Bruxelles e la repressione come spettri di Savino Balzano L'austerità di Bruxelles e la repressione come spettri

L'austerità di Bruxelles e la repressione come spettri

Ucraina. Il vero motivo di rottura tra Italia e Francia di Alberto Fazolo Ucraina. Il vero motivo di rottura tra Italia e Francia

Ucraina. Il vero motivo di rottura tra Italia e Francia

Difendere l'indifendibile (I partiti e le elezioni) di Giuseppe Giannini Difendere l'indifendibile (I partiti e le elezioni)

Difendere l'indifendibile (I partiti e le elezioni)

Autonomia differenziata e falsa sinistra di Antonio Di Siena Autonomia differenziata e falsa sinistra

Autonomia differenziata e falsa sinistra

Libia. 10 anni senza elezioni di Michelangelo Severgnini Libia. 10 anni senza elezioni

Libia. 10 anni senza elezioni

L'impatto che avrà il riarmo dell'Ue nelle nostre vite di Pasquale Cicalese L'impatto che avrà il riarmo dell'Ue nelle nostre vite

L'impatto che avrà il riarmo dell'Ue nelle nostre vite

Il "piano Draghi": ora sappiamo in cosa evolverà l'UE di Giuseppe Masala Il "piano Draghi": ora sappiamo in cosa evolverà l'UE

Il "piano Draghi": ora sappiamo in cosa evolverà l'UE

Lenin fuori dalla retorica di Paolo Pioppi Lenin fuori dalla retorica

Lenin fuori dalla retorica

Il nodo Israele fa scomparire l'Ucraina dai radar di Paolo Arigotti Il nodo Israele fa scomparire l'Ucraina dai radar

Il nodo Israele fa scomparire l'Ucraina dai radar

DRAGHI IL MAGGIORDOMO DI GOLDMAN & SACHS di Michele Blanco DRAGHI IL MAGGIORDOMO DI GOLDMAN & SACHS

DRAGHI IL MAGGIORDOMO DI GOLDMAN & SACHS

Registrati alla nostra newsletter

Iscriviti alla newsletter per ricevere tutti i nostri aggiornamenti