Colombia, Petro nel mirino della destra: il popolo si mobilita per le riforme e in difesa del presidente

Colombia, Petro nel mirino della destra: il popolo si mobilita per le riforme e in difesa del presidente

I nostri articoli saranno gratuiti per sempre. Il tuo contributo fa la differenza: preserva la libera informazione. L'ANTIDIPLOMATICO SEI ANCHE TU!

La reazione delle destre neoliberiste di fronte al nuovo ciclo progressista in America Latina iniziato nel 2019 e arrivato a compimento con le vittorie di Boric in Cile, Petro in Colombia e quella cruciale di Lula in Brasile, sembra avere un grado di aggressività e urgenza maggiore rispetto a quello dispiegato dalle stesse forze durante il primo ciclo progressista. 

Quel primo ciclo è stato neutralizzato grazie al lawfare e al declino elettorale di alcune formule progressiste nei primi cinque decenni degli anni Duemila.

Tuttavia, in questo secondo ciclo si nota una maggiore ferocia da parte dei liberal/liberisti finiti all’opposizione. In questa fase notiamo un maggiore utilizzo di trame cospirative e l'uso di forze armate e di polizia. 

Le istituzioni liberali, controllate dai partiti di destra e centro-destra, sono diventate più bellicose e c'è un maggiore allineamento tra i settori conservatori, comprese, in molti casi, le forze armate.

La società politica liberale e "democratica" latinoamericana ha celebrato o giustificato il rovesciamento di Castillo in Perù e ha chiuso gli occhi sulla repressione sfrenata del governo de facto di Dina Boluarte. Mentre adesso il focus sembra essersi spostato su Gustavo Petro in Colombia con l’obiettivo di rovesciare il suo governo. 

In Colombia, prima di raggiungere i dieci mesi di mandato, uno sforzo concertato da parte dei settori conservatori non permette a Petro di stabilizzarsi mentre è in pieno svolgimento un'operazione di accerchiamento, che mira a mettere il presidente in "scacco", isolandolo come attore politico.

Tuttavia, l’establishment liberale deve essersi accorto che Petro isolato non è. Il presidente colombiano gode infatti di un forte sostegno popolare. 

Il popolo colombiano si è infatti mobilitato mercoledì a sostegno delle riforme sociali promosse dal presidente Gustavo Petro al Congresso e a sostegno del governo progressista in Colombia. 

Gustavo Petro ha cercato di far passare le riforme relative alla salute, al lavoro e alle pensioni per favorire il popolo colombiano. Tuttavia, diversi settori hanno ostacolato i dibattiti. Quindi la popolazione, già protagonista di imponenti proteste nel paese sudamericano quando al governo vi era il liberista Ivan Duque, ha deciso di far sentire il proprio sostegno al presidente Petro. 

Le manifestazioni hanno avuto luogo in diverse città della Colombia, dove sindacati, organizzazioni politiche, sociali, sindacali e contadine hanno marciato a sostegno delle riforme sociali di Petro. 

Hanno anche respinto i tentativi di destabilizzazione orchestrati dall'opposizione colombiana negli ultimi giorni. 

"Dobbiamo saltare, dobbiamo saltare, affinché la riforma del lavoro venga approvata", gridavano i partecipanti alle manifestazioni. 

Sui social network, gli utenti hanno postato le immagini delle marce di massa che si sono svolte in città come Bogotà, Barranquilla, Medellín, Santa Marta e Cali.

Le manifestazioni sono state indette dalla Central Unitaria de Trabajadores de Colombia (CUT), dalla Confederación de Trabajadores de Colombia (CTC) e dalla Federación Colombiana de Trabajadores de la Educación (Fecode).

Il presidente della CUT, Francisco Maltés, ha dichiarato che l'obiettivo delle manifestazioni era quello di affrontare quelle che ha definito "strategie dilatorie" per avviare la discussione della riforma del lavoro al Congresso.

Alla "presa di possesso di Bogotà per le riforme sociali" ha partecipato anche il presidente Gustavo Petro, che ha dichiarato che questa volta non sarà sul balcone, "marcerò a fianco del popolo".

"Ci sono persone che non hanno ancora letto il significato della decisione popolare alle urne l'anno scorso. Pensano che sia stata semplicemente una moda, una febbre passeggera, un delirio che è passato e ha lasciato un presidente abbandonato nel suo palazzo presidenziale. Ebbene, oggi diciamo, oggi lo diciamo chiaramente, non è stato così", ha detto Petro nel suo discorso.

Ha parlato anche al Congresso, al quale ha confermato che le riforme presentate "non sono il capriccio di un presidente", ma il desiderio e la volontà di vivere di un intero popolo.

Le sfide che attendono il presidente Gustavo Petro sono molto ardue, e uno scenario ‘peruviano’ potrebbe essere dietro l’angolo, ma Petro sembra possedere la giusta caparbietà, spirito di resistenza e sostegno popolare per portare avanti le riforme promesse e non permettere che il suo governo venga rovesciato dalle forze reazionarie. 

 

La Redazione de l'AntiDiplomatico

La Redazione de l'AntiDiplomatico

L'AntiDiplomatico è una testata registrata in data 08/09/2015 presso il Tribunale civile di Roma al n° 162/2015 del registro di stampa. Per ogni informazione, richiesta, consiglio e critica: info@lantidiplomatico.it

Potrebbe anche interessarti

3 LIBRI PER "CAPIRE LA PALESTINA" LAD EDIZIONI 3 LIBRI PER "CAPIRE LA PALESTINA"

3 LIBRI PER "CAPIRE LA PALESTINA"

28 luglio: la (vera) posta in gioco in Venezuela di Geraldina Colotti 28 luglio: la (vera) posta in gioco in Venezuela

28 luglio: la (vera) posta in gioco in Venezuela

Il Congresso Usa ha deciso: "fino all'ultimo ucraino" di Clara Statello Il Congresso Usa ha deciso: "fino all'ultimo ucraino"

Il Congresso Usa ha deciso: "fino all'ultimo ucraino"

"11 BERSAGLI" di Giovanna Nigi di Giovanna Nigi "11 BERSAGLI" di Giovanna Nigi

"11 BERSAGLI" di Giovanna Nigi

25 aprile: la vera lotta oggi è contro il nichilismo storico di Leonardo Sinigaglia 25 aprile: la vera lotta oggi è contro il nichilismo storico

25 aprile: la vera lotta oggi è contro il nichilismo storico

Il PD e M5S votano per la guerra nel Mar Rosso di Giorgio Cremaschi Il PD e M5S votano per la guerra nel Mar Rosso

Il PD e M5S votano per la guerra nel Mar Rosso

Il caso "scientifico" dell'uomo vaccinato 217 volte di Francesco Santoianni Il caso "scientifico" dell'uomo vaccinato 217 volte

Il caso "scientifico" dell'uomo vaccinato 217 volte

L'austerità di Bruxelles e la repressione come spettri di Savino Balzano L'austerità di Bruxelles e la repressione come spettri

L'austerità di Bruxelles e la repressione come spettri

Ucraina. Il vero motivo di rottura tra Italia e Francia di Alberto Fazolo Ucraina. Il vero motivo di rottura tra Italia e Francia

Ucraina. Il vero motivo di rottura tra Italia e Francia

Difendere l'indifendibile (I partiti e le elezioni) di Giuseppe Giannini Difendere l'indifendibile (I partiti e le elezioni)

Difendere l'indifendibile (I partiti e le elezioni)

Autonomia differenziata e falsa sinistra di Antonio Di Siena Autonomia differenziata e falsa sinistra

Autonomia differenziata e falsa sinistra

Libia. 10 anni senza elezioni di Michelangelo Severgnini Libia. 10 anni senza elezioni

Libia. 10 anni senza elezioni

L'impatto che avrà il riarmo dell'Ue nelle nostre vite di Pasquale Cicalese L'impatto che avrà il riarmo dell'Ue nelle nostre vite

L'impatto che avrà il riarmo dell'Ue nelle nostre vite

Il "piano Draghi": ora sappiamo in cosa evolverà l'UE di Giuseppe Masala Il "piano Draghi": ora sappiamo in cosa evolverà l'UE

Il "piano Draghi": ora sappiamo in cosa evolverà l'UE

Lenin fuori dalla retorica di Paolo Pioppi Lenin fuori dalla retorica

Lenin fuori dalla retorica

Il nodo Israele fa scomparire l'Ucraina dai radar di Paolo Arigotti Il nodo Israele fa scomparire l'Ucraina dai radar

Il nodo Israele fa scomparire l'Ucraina dai radar

DRAGHI IL MAGGIORDOMO DI GOLDMAN & SACHS di Michele Blanco DRAGHI IL MAGGIORDOMO DI GOLDMAN & SACHS

DRAGHI IL MAGGIORDOMO DI GOLDMAN & SACHS

Registrati alla nostra newsletter

Iscriviti alla newsletter per ricevere tutti i nostri aggiornamenti