Come si distrugge un Paese in 18 mesi: il caso Argentina

“Perché io pago il pedaggio e tu no?”: la crudeltà del nuovo corso politico di Javier Milei

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Come si distrugge un Paese in 18 mesi: il caso Argentina


di Fabrizio Verde

La domanda: "Perché io devo pagare il pedaggio e tu no?", fatta dal burocrate di turno alla madre di un bambino autistico, riassume la filosofia crudele del regime neoliberista di Javier Milei. Mentre l’Argentina affoga in una povertà da record, il governo celebra sconti illusori su televisori e condizionatori d’aria, come se fossero la salvezza di un popolo che non arriva a fine mese. La verità è sepolta sotto montagne di dati truccati e operazioni finanziarie suicide.

Dopo il primo anno e mezzo di "terapia d’urto", il bilancio è una strage sociale. I salari reali sono crollati del 26% rispetto all’era Macri – già tragica – toccando livelli da dopoguerra. Il consumo è ai minimi storici dal collasso del 2001, eppure il ministro Caputo viaggia per il paese annunciando fantomatici ribassi del 25% sugli elettrodomestici. Peccato che si tratti di offerte promozionali su prodotti di lusso: una camicia "scontata" a 177.000 pesos (mezzo stipendio minimo) o l’aria condizionata che nessuno può permettersi mentre le fabbriche chiudono. ‘La Verónica’, storico marchio lattiero, non paga gli stipendi; General Motors ferma gli impianti; i negozi svendono merce pur di sopravvivere.

In questo deserto, Milei e i suoi vivono in un universo parallelo. Festeggiano il "Boten 2030", titolo tossico piazzato a tassi usurai del 30%: segnale che i mercati scommettono sul fallimento del suo progetto. Per racimolare un miliardo di dollari, Caputo ha ipotecato il paese: dollaro bloccato per favorire la speculazione, clausole di fuga per gli investitori, avallo del FMI come unico garante. Intanto le riserve della Banca Centrale (36 miliardi) evaporano mentre gli argentini portano all’estero 9,3 miliardi, il doppio di quanto entra dal petrolio di Vaca Muerta.

La grande menzogna si scontra con la vita reale. Mentre l’INDEC manipola l’inflazione annunciando un fantomatico 2%, l’Università Di Tella registra una percezione popolare al 4,23%. Otto famiglie su dieci cercano disperatamente promozioni, il 45% rinuncia a beni essenziali, i consumi dei poveri sono crollati del 95%. "Il denaro non mi basta" rimane l’incubo numero uno, mentre il ministro Caputo – convertitosi all’ultima ora alle teorie dell’economista austriaco Menger – minaccia di far "infilare i prodotti nel culo" a chi non abbassa i prezzi.

Il paradosso finale è feroce: questa è la peggiore crisi dei redditi dal 2001, eppure il governo la spaccia per rinascita. Mentre i supermercati svuotano gli scaffali, Milei si vanta di aver fermato l’iperinflazione col macete. Ignora che lo stesso macete ha distrutto il futuro: i salari valgono come nel 1948, i giovani emigrano, le fabbriche diventano fantasmi. Quella che chiamano "stabilità" è solo il silenzio dei vinti. La sconfitta di operai e una classe media ormai irrimediabilmente impoverita.

Le vittime di questa guerra neoliberista hanno un volto preciso: sono i bambini del Garrahan abbandonati a se stessi, i disabili con pensioni da 28.000 pesos, gli operai della General Motors licenziati. Sono le migliaia di argentini che nelle periferie hanno smesso persino di comprare il latte.

A loro - ai disabili abbandonati, agli operai disoccupati, alle madri che contano i pesos per il latte - Milei non offre che la cinica filosofia dell’agenzia per la disabilità. Una rappresentazione plastica della barbarie neoliberista.

Ma in questa domanda risiede la bancarotta morale di un regime che ha scambiato l’umanità con gli spread finanziari. Perché mentre celebrano bond tossici al 30% e sconti illusori su televisori di lusso, hanno dimenticato l’aritmetica elementare della storia: nessun hedge fund può comprare la pazienza di un popolo.

Quando i tagli al Garrahan finanziano i profitti degli speculatori del Boten 2030, quando le pensioni da fame dei disabili sovvenzionano pratiche speculative, allora la resa dei conti diventa inevitabile. Perché la stessa logica che nega un casello a un bambino autistico è quella che ha trasformato l’Argentina in un laboratorio per fondi avvoltoio, e gli avvoltoi, come ben noto, banchettano su carcasse già morte.

Fabrizio Verde

Fabrizio Verde

Direttore de l'AntiDiplomatico. Napoletano classe '80

Giornalista di stretta osservanza maradoniana

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