Come si Posiziona l’Italia tra i Paesi Europei nella Regolamentazione del Gioco d’Azzardo

Confronto delle leggi italiane ed europee per il gioco online. Analizziamo le diverse tipologie di regolamentazioni esistenti per il gioco d'azzardo online. Similitudini e differenze presenti tra l'Italia e l'Europa.  

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Come si Posiziona l’Italia tra i Paesi Europei nella Regolamentazione del Gioco d’Azzardo

 

Il gioco d’azzardo, sia fisico che online, è sempre stato un settore cui il regolatore ha guardato con grande severità. Non sorprende, dunque, che al momento l’industria del gambling abbia non solo leggi particolarmente stringenti, ma sia anche sottoposta a controlli costanti e di diversa natura

Entrare nel novero dei migliori casinò online italiani non è affatto semplice. Gli operatori devono superare controlli e verifiche condotti da più enti al fine di dimostrare che qualsiasi aspetto del loro portale possa definirsi a norma di legge. La licenza ADM è solo una delle autorizzazioni da ottenere.

In Europa, però, la normativa è piuttosto variegata. I singoli Stati hanno infatti piena autonomia in merito e, il risultato di ciò, è una compagine legislativa frammentata e diversificata. Pur non potendosi definire propriamente un vantaggio, un simile contesto apre ad operatori e giocatori molteplici possibilità. 

Questo articolo nasce allora con l’intento di fare chiarezza sulle differenze, o similitudini, che intercorrono tra le multiformi normative esistenti a livello fiscale e non. Vedremo altresì cosa comportano i vari tipi di licenze esistenti e a quali restrizioni o divieti devono sottostare le aziende che offrono servizi in questa industria.

Panoramica sulla regolamentazione del gioco d’azzardo in Europa

Come già accennato, gli Stati d’Europa hanno la libertà di creare autonomamente le proprie leggi riguardanti il gioco e scommesse online. Analizzando le varie proposte, per quanto ognuna differente dall’altra, si può trovare un filo conduttore che le raggruppa in tre ampi macro-modelli.

  • Mercati altamente restrittivi: rientrano in questo gruppo Paesi come la Norvegia e la Finlandia. Qui è il Monopolio statale a gestire il giro delle scommesse digitali, pertanto le possibilità per gli operatori privati sono particolarmente ridotte. Ottenere una licenza operativa è altamente improbabile, considerando anche il fatto che le pubblicità e le possibilità di campagne promozionali sono ridotte all’osso.
  • Mercati competitivi e aperti ai privati: questo è il gruppo più ‘permissivo’ in fatto di regolamentazioni. Rientrano il Regno Unito, la Danimarca e l’isola di Malta, che offrono maggiori libertà per una sana concorrenza. Il regime fiscale maltese, inoltre, si rivela conveniente per via di un rimborso tasse previsto per le aziende straniere.
  • Mercati ibridi: in posizione intermedia tra i primi due gruppi troviamo l’Italia, la Francia, la Spagna e la Germania. Qui possono accedere all’industria del gioco online sia i privati sia organizzazioni statali. I primi devono, naturalmente, rispettare le imposizioni fiscali e i controlli imposti dal sistema pubblico.

Sul fronte degli elementi comuni troviamo, in tutti e tre i modelli, la necessità di ottenere una licenza operativa dall’ente regolatore nazionale e l’obbligo di versare le imposte sui ricavi, per gli operatori, e sulle vincite, per i giocatori. È inoltre assolutamente vietato in qualsiasi giurisdizione il gioco minorile.

Il quadro normativo del gioco d’azzardo italiano

 

In Italia è l’ADM (Agenzia delle Dogane e Monopoli di Stato) a regolare l’industria delle scommesse fisiche e digitali. Questa è infatti l’organizzazione statale che ha il compito di rilasciare le la licenza operativa sul territorio. Si nota che gli enti statali si occupano maggiormente del gioco terrestre – come ad esempio le lotterie – mentre le piattaforme online vengono gestite da privati.

I punti salienti del sistema regolatorio sono:

  • Licenza operativa ADM, indispensabile per poter interagire con il mercato italiano. Impone stringenti regole per la sicurezza e osteggia l’antiriciclaggio.
  • Imposizione fiscale, differente a seconda della tipologia di prodotto o servizio cui si riferisce. Per fare un esempio, i giochi a rulli sono tassati intorno al 25% sul ricavo lordo.
  • Promozioni e pubblicità sono vietate per effetto del Decreto Dignità entrato in vigore nel 2019. Questo include anche sponsorizzazioni sulle scommesse legate allo sport.
  • Gioco responsabile, ossia la compagine di normative che impone ai privati di mettere a disposizione degli utenti strumenti come l’autoesclusione e limiti di spesa.

L’attenzione del legislatore è improntata, principalmente alla protezione dell’utente. Si pone l’accento, infatti, sulla necessità di proteggere la popolazione dal rischio di dipendenza patologica. I dati del gioco in Italia, come infatti dimostra questo articolo, sono in aumento.

Confronto tra l’Italia e altri Paesi europei

Sembra opportuno, per una comprensione più accurata dell’argomento, operare un confronto diretto tra diversi mercati.

CriterioItaliaRegno UnitoMaltaNorvegia

Requisiti di licenza

Molto rigidi (ADM)

Moderati (UKGC)

Flessibili (MGA)

Non applicabili (monopolio)

Livello di tassazione

Elevato (fino al 25%-24% sulle slot)

Moderato (21% su GGR)

Basso (5% su GGR)

Non applicabile

Restrizioni pubblicitarie

Totale (vietate dal 2019)

Consentite con limitazioni

Consentite

Severamente limitate

Protezione del consumatore

Alta (autoesclusione, limiti)

Alta

Buona

Alta

Dimensione del mercato

Grande (oltre 15 miliardi € annui)

Tra i più grandi in Europa

Piccolo ma centrale per operatori

Ridotto

Punti di forza e debolezze del modello regolatorio italiano

La principale forza del sistema italiano sta nella tutela garantita agli utenti. La licenza operativa, infatti, viene assegnata solo a quegli operatori che dimostrano l’applicazione di strumenti antifrode e antiriciclaggio. Crittografia avanzata e controllo dell’identità sono gli esempi più semplici. Il giocatore, inoltre, deve sempre disporre di contatti utili per prevenire patologie come la ludopatia.

Il risvolto negativo della medaglia sta nell’imposizione fiscale. Questa è, difatti, elevata rispetto alla concorrenza e fa sì che il territorio italiano risulti meno conveniente rispetto ad altre opzioni. La complessità burocratica che fiacca l’economia del Bel Paese, inoltre, non fa eccezioni per quanto riguarda le scommesse online. Tutta la pubblicità da parte di concessionari non autorizzati viene, prontamente, censurata.

Per concludere

Stante quanto detto, si comprende che l’Italia occupa una posizione intermedia, che giostra con oculatezza, restrizioni e permissività. Nonostante l’utenza possa contare su un’incrollabile sistema di controlli volti alla sicurezza e al contrasto dell’illegalità, i pressanti controlli possono rendere complessa l’esperienza tanto per i giocatori quanto per gli operatori concessionari.

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