"Commovente, doloroso". Nicolas Maduro sul gesto estremo di Aaron Bushnell

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Il presidente del Venezuela, Nicolás Maduro, ha espresso solidarietà alla famiglia del soldato sttaunitense morto ieri dopo alcune ore di agonia d'ospedale dopo essersi dato fuoco, domenica scorsa, davanti all'ambasciata israeliana a Washington, come atto di protesta contro la guerra a Gaza.

"Vorrei davvero, a nome di tutto il popolo venezuelano, esprimere le nostre condoglianze alla famiglia di questo giovane soldato degli Stati Uniti, all'esercito americano, al popolo americano, e chiedere alla coscienza del mondo intero di fermare questo genocidio", ha dichiarato il capo dello Stato venezuelano nel suo programma televisivo settimanale "Con Maduro +".

 

La polizia di Memphis ha confermato che la vittima è Aaron Bushnell, un soldato americano in servizio di 25 anni, originario di San Antonio (Texas) in servizio presso l'Air Force, corpo appartenente alle Forze armate degli Stati Uniti.

In un video postato sui social network, l'uomo in uniforme militare si è cosparso di liquido infiammabile ed è stato avvolto dalle fiamme mentre gridava "Palestina libera" davanti alla delegazione diplomatica, in un quartiere centrale della capitale americana.

"Sono un membro attivo dell'aeronautica militare e non intendo continuare ad essere complice del genocidio", ha denunciato l'uomo nel video, in cui ha anche sottolineato di voler ricorrere ad una sorta di "protesta estrema" contro l'esercito per il conflitto a Gaza, iniziato lo scorso 7 ottobre.

A questo proposito, Maduro ha ritenuto terribile che un giovane “si sia dato fuoco, inorridito, spaventato, disperato e addolorato dal massacro e dal genocidio contro il popolo palestinese”.

"Non è possibile che si debba arrivare al punto che qualcuno si sacrifichi, un soldato, un giovane, per denunciare qualcosa di così orribile come un genocidio. È davvero commovente, doloroso", ha lamentato il presidente venezuelano, il quale spera che il La Corte internazionale di giustizia (ICJ) “agisca veramente” per “fermare il genocidio” a Gaza.

Il 26 gennaio, la Corte internazionale di giustizia ha emesso misure precauzionali e vincolanti che richiedono a Israele di adottare misure “immediate ed efficaci” per prevenire il genocidio a Gaza.

Tuttavia, Israele ha causato la morte di più di 3.500 abitanti di Gaza dopo la sentenza della Corte delle Nazioni Unite.

La potente offensiva militare israeliana sulla Striscia ha provocato la morte di quasi 30.000 persone in quasi cinque mesi di guerra, il 70% dei quali bambini e donne.

 

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