"Così io e i miei familiari abbiamo potuto fare il vaccino cinese in Ungheria"
In questa videointervista ci proiettiamo in Ungheria, a Budapest, dove Omar Minniti PrBs, nostro connazionale calabrese, vive e lavora oramai da dieci anni.
Omar ci spiega come il sistema sanitario dell'Ungheria, un tempo uno dei più efficienti dell'Europa centrorientale, sia stato poi mortificato da decenni di tagli e liberalizzazioni condotti indifferentemente da governi di centrosinistra e centrodestra, incluso quello a guida Orban.
Un sistema sanitario che ha mostrato tutte le proprie criticità e che praticamente è andato in tilt in occasione della terza ondata pandemica. Tuttavia l'Ungheria conscia della propria debolezza in campo sanitario ha puntato tutto sulla campagna vaccinale; visti i ritardi dei vaccini delle multinazionali, con pragmatismo in deroga all'Ema ha autorizzato e acquistato anche lo Sputnik e due vaccini cinesi.
Omar stesso ci spiega come sia lui che i suoi familiari si siano potuti vaccinare col "cinese" e come la campagna vaccinale prosegua celermente e con diversi vaccini autorizzati. Ad oggi circa il 21% della popolazione ungherese ha già terminato il secondo ciclo di somministrazione.