Daniele Luttazzi - Provare a manganellare la relatrice Onu Albanese e far la figura degli asini

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di Daniele Luttazzi - Fatto Quotidiano

Eora, per la serie “Tityre tu patulae recubans sub tegmine fagi”la posta della settimana.

Caro Daniele, prima del massacro terrorista di Hamas Israele non era una potenza occupante. Gaza non era occupata dal 2005! (Pietro G.)

Non è esatto. L’altra sera lo ha spiegato Francesca Albanese, relatrice speciale onoraria dell’Onu sulla situazione dei diritti umani nei territori palestinesi occupati, all’incompetente Pigi Battista che usava quell’argomento per la sua solita propaganda sionista: “Israele occupa militarmente la Striscia di Gaza, la Cisgiordania e Gerusalemme Est dal 1967. L’occupazione militare c’è ai sensi della Convenzione dell’Aia, articolo 42, quando c’è controllo effettivo del territorio. Quello che Israele ha fatto venire meno dal 2005 è la presenza delle colonie, la colonizzazione, che non è criterio determinante per l’esistenza di un’occupazione militare. Israele ha mantenuto nel frattempo il controllo via terra, il controllo via aria, il controllo dello spazio elettromagnetico, il controllo del mare, il controllo delle risorse: giacimenti petroliferi fuori dalla costa di Gaza, acqua, elettricità. Anche i morti e le nascite devono essere confermate dall’esercito israeliano. C’è anche la moneta. Tutto quello che entra ed esce da Gaza è controllato da Israele. Israele decide anche l’apporto calorico che è concesso agli abitanti di Gaza. Gaza è occupata ai sensi delle risoluzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite”.



Replica schiacciante di Pigi: “Sì, vabbè” (Pigi è quello che giustificò preventivamente il bombardamento di Gaza evocando un altro crimine di guerra, il bombardamento americano di Dresda. Vuoi ridere, Pietro? È lo stesso Pigi che all’epoca di 
Satyricon mi dava del “manganellatore mediatico”.) En passant: Albanese, con la sua preparazione e la sua pazienza encomiabili, ha fatto fare ai presenti (Pigi, Sallusti e Porro, che conduceva il programma su Rete 4) la figura degli asini. Poiché, ovunque la invitino, è la figura che fa fare a tutti i propagandisti in servizio permanente effettivo, che non possono contestarla nel merito, ieri è partita la rappresaglia: se n’è incaricato su X Antonino Monteleone, che viene dalla cricca delle Iene, secondo il quale Francesca Albanese “avrebbe omesso di segnalare, nel modulo sui conflitti di interessi a corredo della sua candidatura, che suo marito, Massimiliano Calì, ha lavorato per il ministero dell’Economia dell’Autorità Nazionale Palestinese”. Falso: Calì, un economista della Banca Mondiale (t.ly/Ttoq), nel 2011 fece una consulenza per l’Onu; non é mai stato assunto o pagato dall’Autorità palestinese. Monteleone ha preso l’informazione da un rapporto (29 marzo 2022) di Un Watch, una Ong che l’agenzia France-Press ha definito “un gruppo di pressione con forti legami con Israele” (tinyurl.com/5empa9f3) e l’Economist “un monitor pro-Israele” (tinyurl.com/4jspmr46). Un Watch non voleva che quel posto di relatore all’Onu fosse assegnato a candidati che considerano “apartheid” quello di Israele e che documentano i suoi crimini di guerra. E siccome nulla di tutto questo smentisce i fatti e i precedenti storici che Albanese ricorda nei suoi interventi tv, Monteleone di suo ci aggiunge lo sfottò: definisce “affollata” la saletta in cui Albanese sta facendo una conferenza stampa all’Onu, di cui posta delle foto per mostrare che ad ascoltarla ci sono tre giornalisti. Il tentativo di character assassination è stato prontamente rilanciato dal Giornale. D’ora in avanti, qualunque Pigi Battista, messo all’angolo dalla competenza di Francesca Albanese, invece di replicare nel merito potrà fare ammuina contestandole il suo presunto conflitto di interessi (talmente inesistente che, un mese dopo, l’Onu le conferì l’incarico nonostante la denuncia interessata di Un Watch). Funziona così. Qui la replica di Albanese: t.ly/8mka1.

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