Dichiarazione del Partito comunista del Benin sulla guerra in Ucraina
Da La Flamme, rivista del Partito comunista del Benin
(Traduzione di Marinella Correggia)
Dichiarazione del Partito comunista del Benin sulla guerra in Ucraina. Come capire l’intervento russo in Ucraina.
Dal 24 febbraio 2022, le forze russe sono in azione in Ucraina. Stupore in tutto il mondo, e un coro quasi unanime di condanna della «Russia cattiva» e del «dittatore Putin». Si condanna la «violazione del diritto internazionale». Per giudicare un tale atto da parte della Russia, dobbiamo farci guidare da constatazioni e principi.
I - Constatazioni e principi.
1) Il clamore di condanna viene dalla fonte dei grandi mass media del gruppo NATO: TV5, France-24, RFI, CNN, VOA, BBC; Deutsche Welle ecc. In altre parole, manipolazione e condizionamento in un Enclavement mediatico pro-Nato.
2) Nessuna neutralità nelle posizioni delle relazioni internazionali. Le relazioni internazionali e il diritto internazionale che ne è l'espressione sono il prodotto delle relazioni di potere, dove il potente detta ordini al debole. E i popoli dell’Africa sono nel gruppo dei deboli, degli sfruttati del mondo.
3) Tutti i popoli hanno diritto all’autodeterminazione e alla sicurezza e il territorio di un popolo non può essere usato come base per un’aggressione contro un altro.
4) Dalla schiavitù alla colonizzazione fino ad oggi, i russi sono stati poco coinvolti in questi mali in Africa. Anche se la Russia ha partecipato alla Conferenza di spartizione di Berlino (1885), non ne è stata beneficiaria e non abbiamo nessuna colonia russa in Africa.
5) I russi, con l’Unione sovietica (Urss), hanno contribuito grandemente alla liberazione delle colonie europee e asiatiche dell'Impero russo, e di tutta l'umanità dal flagello del nazismo. Hanno contribuito molto alla liberazione dalla colonizzazione in tutto il mondo e in particolare in Africa (Indocina, Algeria, Angola, Mozambico, Sudafrica, Namibia, Guinea Bissau e Capo Verde). Oggi lavorano per la liberazione anticoloniale in corso (seconda generazione) in Africa.
II- Valutazione degli eventi in corso in Ucraina.
1) Alla fine della seconda guerra mondiale si costituisc0no due campi: quello degli imperialisti occidentali con a capo gli Stati Uniti e quello del campo socialista, intorno all’Unione Sovietica. Nell’aprile 1949, nel quadro della politica statunitense di «contenimento» (del comunismo incarnato dall’Urss), gli Stati Uniti, leader indiscussi del mondo capitalistico occidentale uscito vittorioso dalla guerra, creano l’Organizzazione del trattato del Nord Atlantico (Nato), formata da dodici Stati: un’organizzazione a carattere militare aggressivo contro il blocco orientale. In risposta, l’Urss crea il Patto di Varsavia, nel 1955, che comprende, oltre all’Urss, i paesi del blocco orientale, cioè otto Stati.
2) Nel 1991, l’Unione Sovietica crolla con la vittoria del campo Nato, guidato dagli Stati Uniti. Il Patto di Varsavia viene sciolto e molti Stati del blocco socialista e persino della Federazione dell'Urss diventano indipendenti. La mappa del mondo viene modificata. Ma la Russia, messa Ko e intontita sul terreno (con leader russi ce prendono ordini dagli Usa, si pensi a Gorbaciov e soprattutto a Eltsin), subisce grandi umiliazioni dal 1991 in poi: l’estensione della Nato e dell’Unione Europea, con la Russia designata come nemico, l’indipendenza delle ex repubbliche sovietiche, compresa l’Ucraina, e lo smembramento della Jugoslavia (in Stati indipendenti), sotto l’egida degli statunitensi e dei tedeschi: Croazia, Slovenia, Bosnia-Erzegovina, Serbia, Kosovo, Montenegro), con guerre assassine ed etnicamente distruttive, ecc. È da questo periodo in poi che vengono commesse le peggiori atrocità degli imperialisti sotto la guida Usa contro i popoli: le guerre in Iraq, Costa d’Avorio, Libia con l’assassinio di Muammar Gheddafi, Siria, ecc.
3) Non solo, alla fine di questa lotta conclusasi con la sconfitta dell’Urss e quindi della Russia (sua erede) e la dissoluzione del Patto di Varsavia, la Nato non si è a sua volta dissolta, ma il gruppo degli imperialisti occidentali, esaltati dalla loro vittoria, ha deciso di perseguire il loro vantaggio, allo scopo di seppellire definitivamente la Russia come grande potenza. Da qui la politica di estendere le forze della Nato a Est, per circondare militarmente la Russia. Tuttavia, è stato confermato da diverse fonti (fra le altre l’ex ministro francese Roland Dumas e il giornale tedesco Der Spiegel) che nel 1991 Mikhail Gorbaciov fece un accordo con il presidente George Bush-padre il quale garantì che la Nato non si sarebbe espansa a Est verso i confini della Russia. Un accordo mai rispettato. La Nato è passata da 12 a 30 paesi attraverso una graduale espansione per includere le ex repubbliche del Patto di Varsavia. Ha inglobato Polonia, Romania, Bulgaria, Croazia, Slovenia, Slovacchia, Repubblica Ceca, Montenegro, Ungheria, Macedonia settentrionale, e persino ex repubbliche che avevano fatto parte dell'Ursscome Lettonia, Lituania ed Estonia. Restano l’Ucraina, la Bielorussia, la Georgia e altri Stati che confinano direttamente con la Russia.
4) Il caso dell’Ucraina sta diventando dunque un caso di troppo. L’Ucraina è al centro dei dispositivi di sicurezza della Russia. I popoli russo e ucraino sono strettamente correlati. Come membro dell’Unione delle Repubbliche socialiste sovietiche (per 70 anni dal 1922 al 1991), l’Ucraina si è avvalsa di infrastrutture industriali, di dimensione federale. E’ una questione di vita o di morte per la Russia per ragioni storiche, geografiche, strategiche e di sicurezza. E la proclamata indipendenza dell’Ucraina nel 1991 non toglie nulla a questa realtà. Portare l’Ucraina in una unione ostile (la Nato) che può portare la guerra alla Russia ai suoi fianchi con il principio della «mutua assistenza» non è semplicemente possibile. Costituisce un atto di guerra contro la Russia. Nessuno Stato serio, certamente non delle dimensioni della Russia, tollererebbe il posizionamento di missili balistici sul suo confine non lontano dalla capitale Mosca. L’incidente del razzo russo a Cuba nel 1962 ne è la prova. Eppure è a questo che mira il gruppo militarista della Nato. La Russia ha sempre messo in guardia contro questa provocazione. Lo scenario dell’ascesa al potere a Kiev di elementi provocatori con l’aiuto evidente dei leader dell’Unione europea e la loro decisione di avviarsi verso all’Unione europea e la Nato è l’ultima goccia.
5) Le provocazioni e gli atti fascisti contro la Russia e contro la minoranza russa in Ucraina si aggiungono alle cose. Così, l’accordo di Minsk che fornisce alla minoranza russa in Ucraina l’autonomia economica, culturale e linguistica (il diritto di usare la lingua russa nell’economia, nella scienza e nel campo educativo) è stato negato allegramente dal potere filo-Usa in Ucraina. Ricordiamo solo che dal 2015, quando questo accordo è stato firmato, almeno 14.000 russofoni sono stati massacrati dall’esercito ucraino. Nei fatti, la Nato ha dichiarato e sta conducendo una guerra aperta alla Russia dal 1991.
6) Alla luce di queste considerazioni, la guerra della Russia in Ucraina è una guerra di autodifesa e merita il sostegno dei popoli. Il popolo ucraino, nelle attuali circostanze, non deve fare quadrato intorno ai governanti pro-Nato come il presidente Zelensky, posto dagli Usa a capo del loro Stato; ma devono combattere il governo fascista, una montatura dell’Occidente, in quanto fonte dell'attuale guerra, e chiedere un governo patriottico ispirato alla millenaria amicizia tra i popoli russo e ucraino. Tutti i popoli amanti della pace e della giustizia devono insorgere contro l’alleanza guerrafondaia Nato e lottare ovunque contro i suoi tentativi di dominare e aggredire i popoli del mondo. Cotonou, 28 febbraio 2022. Partito Comunista del Benin.