"Il pensiero di XI come marxismo del XXI° secolo" - Recensione
Fight Club, il nuovo finale e le solite bufale contro la Cina
Nel clima di revival della guerra fredda, ha fatto discutere il finale alternativo in Cina del Film di David Fincher del 1999, 'Fight Club', con relative accuse di censura contro Pechino.
Facciamo un esempio, il giornale filo-NATO, del gruppo GEDi, Elkann-Agenlli, 'La Stampa.
Il quotidiano di Torino parte in quarta citando lo scrittore Chuck Palahniuk dal cui è tratto il libro: "Avete visto questa merda? È super meraviglioso! Tutti hanno un lieto fine in Cina ", ha commentato Palahniuk sul suo account Twitter.
Stravolgendo le intenzioni e le critiche dello scrittore e focalizzandosi sull'adagio della rigida censura cinese. Proprio su quest'ultimo punto torneremo alla fine, con le parole dello stesso.
Torniamo alla trama. Nel classico, interpretato da Brad Pitt, Edward Norton e Helena Bonham Carter, la storia culmina con il protagonista che si spara alla guancia, uccidendo il suo alter ego terrorista Tyler Durden. Poi sulla scena arriva la sua compagna Marla e insieme osservano una serie di esplosioni, con edifici che crollano in lontananza, concludendo con successo il piano ideato dal protagonista.
Tuttavia, sulla piattaforma streaming cinese Tencent Video, il film si conclude con il protagonista che si spara in bocca, ma poi compare un testo in inglese che recita: "Grazie agli indizi forniti da Tyler, la polizia ha scoperto rapidamente l'intero piano e fermato tutto i criminali, impedendo con successo il piano di distruzione di massa". Inoltre, prosegue aggiungendo che Tyler è stato mandato in un ospedale psichiatrico, dove ha ricevuto cure ed è stato rilasciato nel 2012.
"Tyler e la banda sono stati arrestati. È stato processato e condannato a un manicomio. Che incredibile. Non ne avevo idea! La giustizia vince sempre. Niente è esploso", ha aggiunto lo scrittore.
L'autore ha poi rilasciato un'intervista a TMZ, nel corso della quale ha notato che il finale cinese è in realtà più simile alla fine del suo libro. "L'ironia è il modo in cui i cinesi lo hanno cambiato, allineando il finale quasi esattamente con il finale del libro, a differenza del finale di Fincher, che era un finale visivo più spettacolare", ha spiegato Palahniuk. "Quindi, in un certo senso, i cinesi hanno rimesso un po' il film nel libro" .
L'autore ha anche evidenziato l'ironia nella risposta piccata di molti statunitensi riguardo alle azioni della Cina, dato che i suoi romanzi sono vietati in molti luoghi degli Stati Uniti: "Quello che trovo davvero interessante è che i miei libri sono fortemente banditi in tutti gli Stati Uniti". Palahniuk ha lamentato che "il sistema carcerario del Texas rifiuta di avere i miei libri nelle loro biblioteche. Molte scuole pubbliche e la maggior parte delle scuole private si rifiutano di avere i miei libri." Per queste ragioni, lo scrittore pone una domanda: "Ma è solo un problema quando la Cina cambia il finale di un film? Da molto te molto tempo devo affrontare il divieto sui libri.
Nell'articolo de 'La Stampa', di questa intervista di Palahniuk, c'è solo il suo tweet, tra l'altro, senza precisare che all'interno dello stesso ci sono altre precisazioni, ma dell'intervista a TMZ nessuna traccia. Il quotidiano diretto da Massimo Giannini usa le mezze verità. Altrimenti, bisognerebbe dire che se c'è stata ed è tuttora in funzione, una censura contro Palahniuk negli USA.
Ma tutto fa brodo, soprattutto, quando si vuole alimentare la propaganda e rinverdire i fasti della guerra fredda.