Francia in fiamme. I BLM dove sono?

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Francia in fiamme. I BLM dove sono?



di Francesco Corrado


La Francia è in fiamme: gli scontri tra la polizia ed i manifestanti sono diffusi su tutto il territorio nazionale e gli arrestati sono oramai oltre 1000. Il governo ha dichiarato lo stato di emergenza mettendo in campo decine di migliaia di agenti e di militari.

La causa, come ben noto, è l'omicidio di un giovane adolescente di origine magrebina da parte di un poliziotto e le successive menzogne usate dalla polizia per coprire il fatto. Un omicidio a sangue freddo in cui il poliziotto ha sparato al cuore di un diciassettenne fermato per eccesso di velocità e probabilmente privo di patente di guida. Insomma come trasformare una vicenda del tutto banale in una tragedia nazionale. Se infatti, in Francia, gli episodi di violenza della polizia sono relativamente poco numerosi, negli ultimi anni stiamo assistendo al loro aumento e soprattutto al fatto che siano invariabilmente rivolti verso la popolazione di colore. La quale oramai non è nemmeno più tanto minoritaria come una volta ed è stanca del razzismo connaturato alla cultura ed alla mentalità francesi.

La stampa occidentale che ha minuziosamente seguito, gonfiando con informazioni spesso del tutto fasulle, le vicende del golpetto di Prigozhin o la rivolta dei BLM negli USA o la "rivolta" iraniana, è molto reticente a dare il giusto adeguato spazio alle vicende francesi. E' del tutto normale del resto, per la propaganda occidentale, proteggere Macron, il putto del globalismo finanziario, contrariamente a ciò che si fa con i cosiddetti nemici della "democrazia occidentale" come Iran o Russia, o il nemico interno delle elites come Trump.

Laura Boldrini, per esempio, la campionessa dell'antirazzismo a corrente alternata, la perenne inginocchiata ai voleri del capitale transnazionale, non vede nulla di ciò che accade in Francia: la Francia è progressista per antonomasia, anche se storicamente ferocemente razzista, ma è governata da un tizio sponsorizzato direttamente dal sistema finanziario internazionale e quindi è così meravigliosamente "(pseudo)democratica" al contrario degli stati cattivi che hanno deciso di proteggere i propri cittadini dall'ordine unipolare e genocida che tanto si sciacqua la bocca con vuoti slogan sui diritti. Da lei, quindi, nessun commento, nessuna indignazione, in Francia va tutto bene, "fa bel tempo e splende il sole" come scrissero i CCCP.

Le proteste dei BLM servivano solo a creare problemi a Trump, scheggia impazzita nel meccanismo di dominio occidentale, mica a difendere la vita dei neri, soprattutto se poveri. Del resto è al tanto osannato Obama che appartengono tutti i record di afroamericani uccisi dalla polizia mentre Trump nei suoi 4 anni da presidente ha fatto vivere agli afroamericani i due anni più tranquilli della storia. Sempre molto negativi ma comunque migliori degli altri. Ma a questi pseudo progressisti dei neri non interessa affatto, nè è mai interessato, mai ci si farebbero nemmeno una birra al bar, figuriamoci. Li considerano un po' come i gatti postati dai contatti di FB, oggetto di tenerezza, ma sempre a distanza e sempre in base a chi si vuol colpire.

Una cosa che sfugge ai commentatori è la diretta connessione tra l'aumento dei prezzi del cibo in Francia con relativa riduzione dei consumi alimentari che peraltro non sono rinuncie di tutta la popolazione ma solo dei più poveri, cioè appunto le popolazioni migranti, più povere ed esposte alla crisi che viviamo.

Questo spiega ancora meglio la violenza della ribellione francese, scatenata, ma non del tutto spiegabile neppure da un omicidio a sangue freddo peraltro del tutto privo di alcuna giustificazione giuridica.

Ciò che si sta vivendo in Francia a breve potrebbe essere lo scenario dominante nei paesi occidentali che tra politiche di appoggio ai nazisti ucraini, e scemenze sulla crisi climatica, è destinata ad impoverire i paesi più poveri e i poveri dei paesi più ricchi: e la cosa è intenzionale voluta e premeditata, come insegna l'ordine dato dall'orrendo Obama al FMI di smettere di finanziare in Africa la costruzione di centrali a carbone, cioè il metodo più economico per produrre energia.

A breve potremmo ritrovarci a vivere situazioni simili a quella francese in tutti i paesi europei tra cui la GB, i paesi nordici, ma soprattutto la Germania, che un governo di sciroccati sta trascinando in un abisso economico. Il tutto coi paesi BRICS che oramai stanno riunendo il mondo non occidentale in una coalizione di paesi stanchi delle nostre politiche neocoloniali.

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