Germania: la BCE tratta la Corte Costituzionale Federale come un 'usciere'

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Germania: la BCE tratta la Corte Costituzionale Federale come un 'usciere'



di Bernd Lucke - Cicero


La lingua tedesca conosce il termine informale e dispregiativo di "Grüßaugust": un gentiluomo all’aspetto importante, che viene accolto educatamente da tutte le parti senza che nessuno si interessi a lui [Noi traduciamo “Usciere” (ndt)]. Così, più o meno, oggi Bce tratta la Corte costituzionale federale.


Ricordiamoci: il 5 maggio 2020, la Corte costituzionale federale ha rinfacciato a Bce di aver ecceduto, con il proprio programma di acquisto di titoli di Stato PSPP, il proprio mandato. Questo in quanto Bce ha mancato di esaminare la "proporzionalità" del PSPP: gli effetti collaterali indesiderati del programma sono in relazione accettabile con il suo supposto scopo di aumentare il tasso di inflazione? La Corte costituzionale federale ha preteso, ad esempio, che venissero esaminati gli effetti della politica dei tassi di interesse bassi di BCE, sulla svalutazione degli accantonamenti previdenziali privati, sul tasso di interesse reale negativo dei depositi a risparmio, sui crescenti prezzi degli immobili e sugli affitti, sulla stabilità finanziaria delle banche, nonché sul comportamento di spesa del settore pubblico.


Molte telefonate tra Berlino e Francoforte


Bce ha reagito come segue: con tutto il rispetto per la Corte costituzionale federale, un tribunale nazionale non ha nulla da dire a BCE. In tal modo si era molto chiari: la Corte costituzionale federale non è altro che un usciere.


Tale atteggiamento, tuttavia, poneva il Bundestag ed il governo federale in difficoltà. In quanto, la sentenza di Karlsruhe non è diretta contro Bce, la quale non è soggetta di fatto ad alcun tribunale tedesco. Essa [la sentenza] è diretto contro il governo federale e il Bundestag. Essa [la sentenza] obbliga il governo federale ed il Bundestag ad indurre Bce al rispetto del suo mandato legale. In caso contrario, Bundesbank dovrebbe non più partecipare alle misure di Bce che superano il mandato.


Per conseguenza, tra Berlino e Francoforte, ci sono state molte telefonate. E si è giunti alla seguente leggermente schizofrenica soluzione: Bce, ufficialmente, continua a non interessarsi alla sentenza della Corte costituzionale. Essa [Bce], tuttavia, invia a Berlino alcuni documenti, i quali che sono stati creati in altre occasioni e per altri scopi. Lì dentro [nei documenti], il governo federale e il Bundestag scoprono che Bce ha effettuato il richiesto test di proporzionalità.


Così è accaduto il 26 giugno. In quel giorno, i documenti sono giunti al Ministero federale delle finanze. Già lo stesso giorno (!) il ministro delle finanze Olaf Scholz ha scritto al presidente del Bundestag Schäuble, che i suoi uffici avevano esaminato i documenti e che le richieste della Corte costituzionale federale erano state soddisfatte. La velocità con cui i funzionari della Ministero federale delle finanze hanno effettuato l’esame, induce il sospetto che non ci fosse molto da esaminare. Oppure che l’esito dell’esame fosse stabilito fin dall'inizio.


Un contenuto solo irrilevante e banale


Non lo si sa esattamente. In quanto Bce ha classificato alcuni dei documenti inoltrati come segreti. E quasi esclusivamente a tali documenti segreti Scholz [nella propria lettera a Schäuble] si riferiva.


I documenti pubblicamente accessibili, manifestamente non sono un test di proporzionalità. Essi non menzionano mai gli accantonamenti previdenziali, i tassi di interesse reali negativi dei depositi a risparmio, i prezzi degli immobili e affitti, o la stabilità delle banche. Né compiono il benché minimo tentativo di quantificare l'effetto del PSPP di abbassamento dei tassi di interesse. Come si potrebbe esaminare la proporzionalità, se non si sa quale effetto si è innescato? Nei documenti pubblicati è contenuto solo l’irrilevante ed il banale.


Questo è il “principio dell’usciere”. Formalmente, Bce rispetta la Corte costituzionale. Sostanzialmente, però, ignora il suo giudizio - almeno per quanto concerne i documenti resi pubblici. Sì, Bce prende in giro il tribunale, in quanto essa ha presentato documenti che erano ad esso noti da tempo, come se [tali documenti] fossero qualcosa di nuovo e [fossero] ciò che il tribunale ha preteso.


Si sono opposti solo quattro Deputati


I documenti segreti, invece, hanno potuto essere visionati dai Deputati del Bundestag tedesco, solo per pochi giorni e nell'ufficio delle carte segrete del Bundestag [Geheimschutzstelle des Bundestages]. I documenti sono, in parte, non erano disponibili in lingua tedesca. Sebbene l'argomento sia tecnicamente difficile, nessun assistente esperto ha potuto essere coinvolto. I Deputati non potevano neppure prendere alcun appunto o fare copie. Ergo: solo chi ha una memoria fotografica, poteva successivamente discuterne con i colleghi.


Il 2 luglio il Bundestag, con i voti di Unione CDU-CSU, SPD, FDP e Verdi, ha deliberato che Bce avesse presentato il richiesto test di proporzionalità.


Piccolo difettuccio: quattro Deputati dell'Unione CDU-CSU e della FDP, si sono opposti al proprio capo-gruppo parlamentare e hanno fatto mettere a verbale le proprie dichiarazioni a titolo personale, che i documenti [presentati da Bce] non soddisfacessero i requisiti del tribunale.


Va di nuovo tutto bene


Un altro dettaglio che sorprende: nella propria lettera del 26 giugno, Olaf Scholz [il Ministro delle finanze (SPD)] annunciava che avrebbe trasferito i documenti alla Corte costituzionale federale. Tuttavia, pochi giorni fa, il tribunale ha informato sottovoce [schmallippig] noi ricorrenti, di non aver ricevuto alcun documento. Ed invero, manifestamente, Bce ha consentito al ministro delle finanze di rendere i documenti segreti accessibili solo al Bundestag. Non ha speso parola riguardo la Corte costituzionale federale, [alias] l’usciere.


Curioso: la Corte costituzionale federale aveva accusato il Bundestag e il governo federale di violazione dei propri doveri, in quanto non erano intervenuti contro il superamento del mandato da parte di Bce. Oggi, il Bundestag e il governo federale felici constatano che tutto è di nuovo in ordine.


Un'auto-assoluzione [Ein Freispruch in eigener Sache], per così dire. I peccatori si danno essi stessi l'assoluzione e nessuno tranne loro può giudicare se ciò sia conforme al diritto od all’arbitrio. In quanto, i documenti decisivi sono segreti. Non li conosce nemmeno la Corte costituzionale.


Questo è estremamente inconsueto. In quanto, in Germania esiste il principio del rispetto degli organi [costituzionali] [Prinzip des Organrespekts]. Secondo tale principio, il governo federale e il Bundestag dovrebbero, per rispetto della Corte costituzionale federale, informare il tribunale. Se ciò essi [il governo federale e il Bundestag] non fanno, trattano la più alta corte tedesca come un – lo dico malvolentieri – un usciere.


Noi esigiamo l’accesso agli atti


Noi ricorrenti, pertanto, abbiamo fatto istanza, che la Corte costituzionale federale esiga a nostro favore l’accesso agli atti [Akteneinsicht]. Ci stupiamo che il tribunale non pretenda tale accesso agli atti, autonomamente e per i propri scopi. Ma almeno come ricorrenti, noi vogliamo poterci convincere, che il Bundestag e il governo federale abbiano veramente attuato quanto imposto loro dalla sentenza del 5 maggio.


Infine, sia concessa la domanda: perché mai Bce ha tanta mania di segretezza? Se fosse vero che gli effetti collaterali della loro politica monetaria sono di sostenibile quantità, se fosse vero che le perdite patrimoniali per i risparmiatori sono basse, gli accantonamenti previdenziali privati non seriamente fatti calare, i prezzi degli immobili e gli affitti ragionevoli, la stabilità delle banche non minacciata, nonché gli incentivi per una solida politica di bilancio non minato - perché non può tutto ciò essere reso pubblico? In tal caso, cosa ci sarebbe da nascondere? In particolare, la segretezza dei documenti decisivi, fa sorgere il sospetto che, nella politica monetaria di Bce, qualcosa sia gravemente marcio. Epperciò, noi esigiamo l'accesso agli atti.


Bernd Lucke è un professore di economia, egli stesso parte coinvolta nel processo sulla Bce dinanzi alla Corte costituzionale federale in quanto uno dei 1.735 ricorrenti – Già cofondatore e presidente dell'AfD, la cui ala liberale ha rappresentato fino al luglio 2015. Dopo aver lasciato l'AfD, il professore di economia 56enne ha fondato il partito Alfa, per il quale è rimasto fino all'ultimo al Parlamento Ue. Candidatosi, non è stato eletto nelle ultime elezioni europee.

(Traduzione di Musso)

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