Giornalista basco arrestato in Polonia con accusa di spionaggio per la Russia

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Giornalista basco arrestato in Polonia con accusa di spionaggio per la Russia

Il giornalista basco di origine russa Pablo Gonzalez è stato arrestato in Polonia e rischia 10 anni di prigione per spionaggio. 

Pablo Gonzalez è stato arrestato da agenti dell'Agenzia di Sicurezza Interna (ABW) il 28 febbraio nella città di Przemy?l al confine polacco-ucraino, il governo polacco ha comunicato: «È stato identificato come un agente della Direzione Principale di Intelligence dello Stato Maggiore delle Forze Armate della Federazione Russa (GRU)».

In uno scarno comunicato il governo di Varsavia accusa il giornalista basco di aver «condotto operazioni a beneficio della Russia, approfittando del suo status di giornalista, che gli ha permesso di viaggiare liberamente nel mondo e in Europa, comprese le zone di conflitto militare e i territori segnati da tensioni politiche». 

Il giornalista accusato di spionaggio stava coprendo la situazione dei profughi provenienti dall’Ucraina dopo l’operazione russa per Público e altri media iberici. Solo giovedì pomeriggio il suo avvocato, Gonzalo Boye, ha saputo dell'accusa di spionaggio contro il suo cliente, di cui non aveva avuto notizie per quattro lunghi giorni.  

Pablo Gonzalez si definisce come un «giornalista per vocazione con una vasta conoscenza della geopolitica dell'Europa orientale». Laurea «in filologia slava e master in studi strategici e sicurezza internazionale». Con «più di dieci anni di esperienza nella copertura dell'informazione sulla Russia e le ex repubbliche sovietiche per diversi media».

Uno degli ultimi conflitti che ha coperto è stato il secondo conflitto del Nagorno-Karabakh tra l'Armenia e l'Azerbaigian tra settembre e novembre 2020. Da lì avrebbe raccontato l'importanza dei droni nel conflitto e come si è salvato da un bombardamento mentre cercava di fotografare un pallone del Futbol Club Barcelona.

Lo ha raccontato in un'intervista concessa al sito web decifrandolaguerra.es. «Quando sono entrato nel cortile dove si trovava il pallone, ho sentito il primo ronzio dei Grads, che è molto breve, e poi l'esplosione vicino, in un raggio di un chilometro. Ricordo che non avevo né giubbotto antiproiettile né elmetto perché venivo direttamente da Varsavia e li avevo lasciati in Euskal Herria. Mi avevano promesso un giubbotto e un elmetto in Armenia, ma ci volle un po' di tempo per averli».

Il reato di spionaggio, secondo l'articolo 130.1 del codice penale polacco, è punibile fino a 10 anni di prigione. González è attualmente in prigione a Rzeszów, in detenzione provvisoria, dove dovrà rimanere per tre mesi, secondo le informazioni fornite dalla procura polacca al consolato spagnolo.

Il presidente del governo spagnolo, Pedro Sánchez, ha assicurato al Congresso che sarà fornita protezione consolare al giornalista spagnolo. Il Ministero degli Affari Esteri ha detto a Público che l'assistenza consolare al giornalista basco è già avviata: «C’è già stato un contatto telefonico con lui da parte del Consolato, dopo che la Procura polacca ci ha informato della situazione». Ma la visita di un membro dell'ambasciata non ha ancora avuto luogo, «perché si trova in una prigione a 400 chilometri da Varsavia».

Gonzalo Boye, l'avvocato del giornalista basco ha dichiarato al quotidiano Público che non ha ancora potuto parlare con il suo assistito e non ha idea di quando potrà farlo. «Ho chiesto al console spagnolo di organizzare la mia visita alla prigione per visitare Pablo, perché è così che funzionano le cose: devono parlare con le autorità polacche perché mi diano il permesso di visitarlo in prigione. Ma non ho ricevuto risposta», ha denunciato il legale. 

Per quanto riguarda le gravi accuse e le prove contro Pablo González che il governo polacco sostiene di avere per accusarlo di essere un agente dei servizi segreti russi, Boye indica che non appena potrà parlare con il suo cliente e ottenere l'accesso agli atti in Polonia, valuterà la portata e la sostanza dell'accusa. 

Questo accade in Europa, in quello che si definisce abusivamente il mondo libero. Ma ormai tra censure e misure assolutamente arbitrarie contro la stampa libera, le maschere sono definitivamente cadute. 

 

La Redazione de l'AntiDiplomatico

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