Il Forum di San Paolo in Venezuela ricorda la voce liberatrice di Hugo Chavez
Con lo slogan 'Per la pace, la sovranità e la prosperità dei popoli', il Forum di San Paolo si è celebrato dal 25 al 28 luglio nella capitale venezuelana, dove si sono riuniti rappresentanti di oltre 100 movimenti sociali e partiti politici di sinistra del mondo.
La XXV edizione del Forum di San Paolo ha ricordato la voce liberatrice del comandante Hugo Chávez in occasione della celebrazione, il 28 luglio, del 65° compleanno di colui che decise due decenni fa di iniziare la lotta per la sovranità del Venezuela.
Non per ragioni casuali si conclude questa domenica a Caracas il summit delle sinistre progressiste del mondo, uno spazio che fissa le linee guida per l'unità necessaria dell'America Latina e dei Caraibi, una delle premesse difese nella rotta politica del leader bolivariano.
Il Cuartel 4F, sito in cui riposano le spoglie del figlio di Sabaneta de Barinas, è il palcoscenico in cui il Forum sarà chiuso questa domenica in omaggio anche al comandante Fidel Castro e all'ex presidente brasiliano Luis Inacio Lula da Silva che hanno dato rilievo al Forum come modo per chiedere rispetto per la pace e l'autodeterminazione dei popoli.
A questo proposito, la Dichiarazione e il Piano di lotta del Forum, diffusi il giorno prima, ratificano il riconoscimento al legittimo governo venezuelano e al suo presidente costituzionale, Nicolás Maduro, contro l'attacco di colpo di stato degli Stati Uniti e dei suoi alleati.
Allo stesso modo, i partiti e le organizzazioni politiche dell'America Latina e della sinistra mondiale riuniti a Caracas hanno anche ripudiato le misure unilaterali coercitive di Washington contro il Venezuela e Cuba, come una forma di genocidio e una massiccia violazione dei diritti umani. Dopo i quattro giorni di dialogo, coloro che hanno partecipato al summit si sono impegnati a proseguire su un'agenda incentrata sulla difesa della pace e della democrazia nella regione, "impegnati a proclamare l'America Latina e i Caraibi come zona di pace."
Il piano d'azione riguarda anche la protezione dei diritti dei popoli per prevenire battute d'arresto nelle conquiste storiche, nonché la lotta contro l'imperialismo come espressione politica e militare delle multinazionali e riconoscere il potenziale di coloro che si mobilitavano per difendere il democrazia e sovranità popolare in Honduras, Portorico, Brasile - per la libertà di Lula -, Argentina, e resistenza dei processi democratici popolari in Bolivia, Nicaragua, Cuba e Venezuela.