Il grafico storico delle partite correnti lo dimostra: la politica economica dal 1992 al 2011 è stata completamente sbagliata

Il grafico storico delle partite correnti lo dimostra: la politica economica dal 1992 al 2011 è stata completamente sbagliata

I nostri articoli saranno gratuiti per sempre. Il tuo contributo fa la differenza: preserva la libera informazione. L'ANTIDIPLOMATICO SEI ANCHE TU!


di Giuseppe Masala


Un grafico emblematico quello storico delle Partite Correnti. Nel 2011 avevamo un saldo pari al -3,7% del Pil e oggi ce l'abbiamo a +2,5% del Pil. Se notate bene siamo ritornati ai livello di quando avevamo la Lira. Con una differenza: allora per tenerci a galla avevamo la valvola di sfogo delle svalutazioni oggi abbiamo questi risultati con la sola svalutazione del lavoro e con l'introduzione di dosi massicce di austerità e dunque a costi sociali enormi. Detto questo abbiamo imparato a stare nell'Euro come la Germania (solo con almeno dieci anni di ritardo).


 

Rimangono i fatti storici: la politica economica dal 1992 al 2011 è stata completamente sbagliata. Prima hanno distrutto il nostro tessuto industriale pubblico per accontentare i paesi del Nord e farci entrare nell'Euro, poi una volta dentro hanno fatto l'errore madornale di non controllare il saldo delle Partite Correnti accumulando una posizione finanziaria netta passiva di oltre 400 miliardi di euro. Una pazzia che abbiamo pagato a carissimo prezzo, ora che abbiamo sostanzialmente saldato i conti possiamo dirlo. 


Di chi l'errore? Di chi la colpa? Mi spiace dirlo ma la colpa è totalmente ascrivibile al duo Prodi-Padoa Schioppa. Berlusconi pur con tutti i suoi limiti ha tentato di tenere sù le Partite Correnti firmando accordi commerciali vantaggiosissimi con Libia e Russia. E per fermarlo hanno anche dovuto usare i cacciabombardieri (bombardando la Libia ma anche il nostro export). Di Padoa Schioppa e soprattutto di Prodi rimarrà l'orizzonte limitato tutto rivolto all'interno della UE e in posizione ancillare (se non di servaggio) e dove gli accordi extra-UE toccava firmarli o alla Francia o alla Germania e noi in ginocchio ad accontentarci delle briciole che decidevano di lasciarci. Senza contare poi l'errore esiziale di finanziare i deficit di Partite Correnti con i famosi "capitali esteri" nella folle e cretina convinzione che fossero capitali europei e dunque acquisiti per sempre. Nel 2011 il risveglio amaro che abbiamo visto. Di Prodi supremo responsabile di queste scelte folli rimarrà il giudizio storico che non potrà essere molto diverso da quello che è dato a Ludovico il Moro: il più grande babbeo della storia d'Italia. Certo, per uno che voleva entrarci al pari di Lorenzo il Magnifico non è una bella soddisfazione.
 

Ora ci riproviamo con gli accordi con la Cina. Accordi che sono ovviamente in concorrenza alla Germania a cui andiamo a rompere le uova nel paniere in un mercato dove avevano terreno di pascolo esclusivo e privilegiato. Ci credo che da Berlino ci mandano le navi corsare delle Ong nella speranza che cada il governo e che si ritorni ad avere un governicchio servile con la parola d'ordine "ce lo chiede l'Europa", (di darci la zappa sui piedi). Se solo potessero ci avrebbero già sbranato con un attacco finanziario. Ma sanno che abbiamo una posizione netta sull'estero che non lo consente. Non gli rimane che la frustrazione di mandarci le truppe rosate e arcobalenate.
 

Riflessione finale: in Europa ci si può anche stare. Ma in posizione di autonomia andando a caccia di accordi vantaggiosi in giro per il mondo e non con gli occhi puntati solo su Bruxelles. Staremo a vedere come va con questi cinesi (possibilmente senza irritare Trump). E l'Europa? Dobbiamo imparare la regola aurea di una delle Erinni di Obama; quella Victoria Nuland che al telefono disse: "Fuck the EU".

I fatti di Napoli e la falsa coscienza di Repubblica di Paolo Desogus I fatti di Napoli e la falsa coscienza di Repubblica

I fatti di Napoli e la falsa coscienza di Repubblica

Voto russo e ipocrisia occidentale di Fabrizio Verde Voto russo e ipocrisia occidentale

Voto russo e ipocrisia occidentale

3 LIBRI PER "CAPIRE LA PALESTINA" LAD EDIZIONI 3 LIBRI PER "CAPIRE LA PALESTINA"

3 LIBRI PER "CAPIRE LA PALESTINA"

Il solito copione contro "il cattivo esempio" Cuba di Geraldina Colotti Il solito copione contro "il cattivo esempio" Cuba

Il solito copione contro "il cattivo esempio" Cuba

"11 BERSAGLI" di Giovanna Nigi di Giovanna Nigi "11 BERSAGLI" di Giovanna Nigi

"11 BERSAGLI" di Giovanna Nigi

Wang Yi, la visione complessiva della diplomazia cinese di Leonardo Sinigaglia Wang Yi, la visione complessiva della diplomazia cinese

Wang Yi, la visione complessiva della diplomazia cinese

Il PD e M5S votano per la guerra nel Mar Rosso di Giorgio Cremaschi Il PD e M5S votano per la guerra nel Mar Rosso

Il PD e M5S votano per la guerra nel Mar Rosso

Il caso "scientifico" dell'uomo vaccinato 217 volte di Francesco Santoianni Il caso "scientifico" dell'uomo vaccinato 217 volte

Il caso "scientifico" dell'uomo vaccinato 217 volte

L'austerità di Bruxelles e la repressione come spettri di Savino Balzano L'austerità di Bruxelles e la repressione come spettri

L'austerità di Bruxelles e la repressione come spettri

Ucraina. Il vero motivo di rottura tra Italia e Francia di Alberto Fazolo Ucraina. Il vero motivo di rottura tra Italia e Francia

Ucraina. Il vero motivo di rottura tra Italia e Francia

Il ruolo dei media in Occidente di Giuseppe Giannini Il ruolo dei media in Occidente

Il ruolo dei media in Occidente

Autonomia differenziata e falsa sinistra di Antonio Di Siena Autonomia differenziata e falsa sinistra

Autonomia differenziata e falsa sinistra

L'INDUSTRIA AUTOMOBILISTICA E L'INTERESSE NAZIONALE di Gilberto Trombetta L'INDUSTRIA AUTOMOBILISTICA E L'INTERESSE NAZIONALE

L'INDUSTRIA AUTOMOBILISTICA E L'INTERESSE NAZIONALE

Lenin fuori dalla retorica di Paolo Pioppi Lenin fuori dalla retorica

Lenin fuori dalla retorica

Uno scenario di tipo ucraino per la Moldavia? di Paolo Arigotti Uno scenario di tipo ucraino per la Moldavia?

Uno scenario di tipo ucraino per la Moldavia?

Inefficienze e ingiustizie si perpetuano di Michele Blanco Inefficienze e ingiustizie si perpetuano

Inefficienze e ingiustizie si perpetuano

Registrati alla nostra newsletter

Iscriviti alla newsletter per ricevere tutti i nostri aggiornamenti