Il principale ostacolo nei negoziati con gli Stati Uniti secondo Lavrov
1382
di Marinella Mondaini*
Sergej Lavrov, il ministro degli esteri russo che secondo l'articolo di Repubblica-Castelletti era sparito poiché "caduto in disgrazia", "ha perso i favori di Putin", "paga la rottura con gli Usa” - ieri ha dato un'intervista a Ria Novosti, ma i pennivendoli NON ne danno notizia, ovviamente.
Eccone un estratto:
Domanda: Qual è attualmente il principale ostacolo nei negoziati con gli Stati Uniti sulla risoluzione della crisi ucraina? Su quali punti siamo disposti a fare concessioni e su quali no?
S.V. Lavrov: Gli accordi raggiunti durante il vertice russo-americano in Alaska il 15 agosto sull'Ucraina sono stati formulati sulla base delle condizioni per una soluzione equa e sostenibile, esposte dal presidente V.V. Putin già nel giugno 2024 durante il suo incontro con i vertici del nostro ministero.
Sono state prese in considerazione anche le proposte che poco prima di Anchorage ci sono state trasmesse dal rappresentante speciale del Presidente degli Stati Uniti S. Whitcoff.
Allora gli americani ci hanno assicurato che sarebbero riusciti a fare in modo che Zelenskij non ostacolasse il raggiungimento della pace. A quanto pare, su questo punto sono sorte alcune difficoltà.
Inoltre, per quanto ne sappiamo, a Bruxelles e Londra stanno cercando di convincere Washington a rinunciare all'intenzione di risolvere la crisi con mezzi politico-diplomatici e ad aderire pienamente agli sforzi per esercitare pressioni militari sulla Russia, cioè a diventare definitivamente parte della “fazione della guerra”.
Ora attendiamo conferma dagli Stati Uniti che gli accordi di Anchorage rimangano in vigore.
A questo proposito sottolineo che, nonostante il loro carattere sostanzialmente compromissorio, non abbiamo rinunciato e non rinunciamo ai punti per noi fondamentali. E gli americani lo capiscono. Nessuno mette in discussione l'integrità territoriale della Russia e la scelta degli abitanti della Crimea, del Donbass e della Novorossia, che nel corso dei referendum del 2014 e del 2022 hanno preso decisioni decisive sul ricongiungimento con la loro patria storica.
Non dimentichiamo inoltre la necessità di eliminare le cause primarie del conflitto, che abbiamo menzionato più volte.
*Post Facebook del 9 novembre 2025

1.gif)
