Il Venezuela commemora il 35° anniversario del 'Caracazo', la rivolta popolare contro il FMI

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Il Venezuela commemora il 35° anniversario del 'Caracazo', la rivolta popolare contro il FMI

Il presidente venezuelano Nicolás Maduro ha commemorato il 35° anniversario del "Caracazo", una ribellione popolare contro un pacchetto di misure economiche imposte al paese dal Fondo Monetario Internazionale.

“Sono passati 35 anni da 'El Caracazo', una ribellione popolare senza precedenti, guidata dal coraggioso popolo venezuelano che si sollevò per protestare contro la falsa democrazia che lo aveva fatto sprofondare nella miseria e nella disperazione", ha commentato il presidente in un messaggio sul suo account ufficiale sul social network X.

Il 27 e 28 febbraio 1989, la popolazione scese in piazza a Caracas e in altre città del Paese per ribellarsi a una serie di aggiustamenti economici neoliberali promossi dal FMI e dall'allora presidente Carlos Andrés Pérez (1989-1993).

La protesta scoppiò a Guarenas, a est della capitale, quando studenti e lavoratori contestarono l'aumento delle tariffe dei trasporti pubblici, il che portò ad assalti ai mercati e ad altri esercizi commerciali.

Come conseguenza delle misure neoliberiste, il bolivar (moneta locale) si svalutò, mentre l'inflazione si impennò di oltre l'80% e il prodotto interno lordo subì una contrazione del 10%.

Il "Caracazo" è noto nella nazione sudamericana come il più grande massacro della sua storia.

Diosdado Cabello, primo vicepresidente del Partito Socialista Unito del Venezuela (PSUV), ha dichiarato nel 2018 che il bilancio delle vittime superava le 3.600 unità, secondo quanto riportato dal ‘Correo del Orinoco’.

Nel tentativo di fermare la ribellione popolare, il governo di Carlos Andrés Pérez sospese alcune garanzie costituzionali della Costituzione del 1961, come la libertà e la sicurezza personale, la libertà di transito, l'inviolabilità del domicilio, la libertà di espressione, il diritto di riunione e il diritto di manifestare, ma la popolazione rimase in piazza con l'intento di fermare l'attuazione delle misure economiche annunciate e, di conseguenza, generò una forte repressione da parte delle forze di sicurezza dello Stato che spararono sui manifestanti sotto la minaccia delle armi.

Questi eventi ebbero due risultati: in primo luogo, un massacro senza precedenti nella storia della Repubblica Bolivariana del Venezuela e, in secondo luogo, un cambiamento di paradigmi, spinto dalla coscienza sociale a modificare il sistema della democrazia rappresentativa.

Secondo il comandante Hugo Chávez, El Caracazo "è stata la scintilla che ha acceso il motore della Rivoluzione Bolivariana", in quanto ha risvegliato la popolazione e dato impulso alla ribellione del 4 febbraio 1992.

L’ex presidente in un discorso tenuto nel 2011 affermava inoltre che la borghesia "non deve dimenticare che una delle cause de ‘El Caracazo’ è stato l'aumento della povertà (...) un prodotto del neoliberismo che aspira a tornare in Venezuela".

Oggi il Venezuela commemora il coraggio di un popolo che si riversò con coraggio nelle piazze per difendere i propri diritti calpestati dall’ideologia neoliberista.

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