Credo che sia un unicum nella storia nazionale una manifestazione di medici che pretende libertà di cura per una malattia che sta affliggendo socialmente ed economicamente e tenendo in ostaggio un popolo di sessanta milioni di persone.
Questa manifestazione di medici si è tenuta sabato a Milano.
Invece - e di questo sono certissimo - non è un unicum nella storia nazionale il fatto che su questa manifestazione sia calata una cappa plumbea di censura. Non ne ha parlato nessun organo di stampa.
Non è un unicum questo; perchè questa storia succedeva regolarmente durante il ventennio di regime fascista. Con una differenza però, Mussolini e i gerarchi la censura la usavano, magari per nascondere una sconfitta militare.
Ora lo fanno per nascondere che centinaia di medici chiedono di poter curare in maniera appropriata una malattia che ha effetti socio-economici gravissimi. E a me, quello che accede oggi mi pare peggio.
Il dott. Paolo Gulisano, medico epidemiologo, ha ribadito la necessità di sfruttare le molecole a disposizione, già note e sperimentate. “Non siamo virologi da solotto e i negazionisti veri sono quelli che negano la possibilità di cura. Noi crediamo all’esistenza di questo virus e alla Covid 19. Ci auguriamo che questo Protocollo di Salvezza possa essere accettato istituzionalmente ed applicato in fretta”. Ha inoltre espresso la forte speranza di superare il “Regime di paura” e di tornare a curare sul territorio, basandoci non solo sui modelli matematici, ma anche e soprattutto sulla “Real life research”, la ricerca sulla vita reale.
La dott.ssa Chiara Taiana, specialista in Medicina Interna, ha all’attivo 150 pazienti Covid curati, molti dei quali seguiti gratuitamente, per spirito di missione, incarnando il profondo significato dell’essere medico. Anche lei ha auspicato una condivisione delle strategie di intervento terapeutico.
L’avv. Mirella Manera ha ricordato come la “Tachipirina e la vigile attesa” raccomandata a livello ministeriale non possano costituire un protocollo: non esistono protocolli di cura presentati da Aifa ed è necessario attivarli dando voce a chi si sta impegnando a livello territoriale.
Giuseppe Masala, nasce in Sardegna nel 25 Avanti Google, si laurea in economia e si specializza in "finanza etica". Coltiva due passioni, il linguaggio Python e la Letteratura. Ha pubblicato il romanzo (che nelle sue ambizioni dovrebbe essere il primo di una trilogia), "Una semplice formalità" vincitore della terza edizione del premio letterario "Città di Dolianova" e pubblicato anche in Francia con il titolo "Une simple formalité" e un racconto "Therachia, breve storia di una parola infame" pubblicato in una raccolta da Historica Edizioni. Si dichiara cybermarxista ma come Leonardo Sciascia crede che "Non c’è fuga, da Dio; non è possibile. L’esodo da Dio è una marcia verso Dio”.
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