Implode la "strategia europea" dei vaccini: l'Ue non rinnoverà contratti a J&J e AstraZeneca
La strategia approntata dall’Unione Europea per immunizzare la popolazione è fallimentare e sostanzialmente implosa. Possiamo affermarlo senza tema di smentita. La campagna vaccinale arranca, le dosi scarseggiano e gli unici paesi già molto avanti nell’immunizzazione della popolazione sono tutti extraeuropei. Un motivo ci sarà. D’altronde basta volgere lo sguardo verso l’Inghilterra: fuori dalla gabbia europea Londra ha potuto immunizzare velocemente una buona parte dei cittadini del regno e adesso si appresta alla normalità. Smentendo così in un sol colpo anche chi preconizzava il fallimento del Regno Unito fuori dall’Unione Europea. Oppure guardare sull’altra sponda dell’Adriatico dove la Serbia avanza spedita nell’immunizzazione della popolazione e può permettersi anche di riservare vaccini a cittadini stranieri che vogliono raggiungere il paese per immunizzarsi. La Serbia inoltre ha deciso di non fare dei vaccini una questione geopolitica e quindi ha acquisito anche i sieri prodotti in Cina, oltre all’ormai famigerato Sputnik russo.
Adesso arriva un ulteriore colpo alla campagna vaccinale stabilita in quel di Bruxelles. La commissione avrebbe deciso di non rinnovare i contratti stipulati con con aziende come AstraZeneca e Johnson&Johnson per i sieri contro la Covid-19, secondo quanto riferito al quotidiano La Stampa da una fonte del ministero della Salute italiano. "La Commissione europea, in accordo con i leader di molti paesi (UE), ha deciso che i contratti con le aziende che producono vaccini (vettore virale) validi per l'anno in corso non verranno rinnovati alla loro scadenza".
Bruxelles, secondo la fonte, avrebbe deciso di concentrarsi sui vaccini che utilizzano la tecnologia dell'RNA messaggero (mRNA), come Pfizer e Moderna. Innovativi, meno sperimentati, ma al momento quelli che si sono rivelati più efficaci, oltre che maggiormente costosi.
In merito all’ennesimo ritardo nelle consegne la Commissione europea sta chiedendo chiarimenti da J&J sull'annuncio "completamente inaspettato" della società di ritardare la consegna programmata di vaccini all’Unione Europea.
Intanto EMA, l’autorità che si occupa della farmacovigilanza nel blocco europeo, è ancora alle prese con la valutazione del vaccino russo Sputnik, già approvato in circa 85 paesi nel mondo. Pare che prima di giugno non arriverà un pronunciamento dell’ente di vigilanza europeo.
Geopolitica o salute dei cittadini?