In Italia è fortunato solo chi ha redditi elevati
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di Michele Blanco
Senza nessuna discrepanza tra loro la Banca d'Italia e Istat confermano chiaramente che la riduzione dell'Irpef dal 35% al 33% voluta dal governo Meloni, come previsto nella legge di bilancio 2026, favorisce solo i fruitori di redditi elevati. Infatti Istat e Bankitalia bocciano la manovra: «Premia chi ha di più», questo è un dato di fatto incontrovertibile e univoco.
Istat e Bankitalia hanno fornito gli strumenti per capire il modo in cui il sostegno al «ceto medio», in realtà sia una leva per aumentare le diseguaglianze. Francesco Maria Chelli, presidente dell’Istat, ha confermato che oltre l’85% delle risorse sarebbero destinate «alle famiglie dei quinti più ricchi della distribuzione del reddito». L’irrisorietà dell’intervento è stata osservata anche da Fabrizio Balassone della Banca d’Italia, secondo il quale non ci saranno variazioni significative tra le diseguaglianze nella distribuzione del reddito.
Se verifichiamo quello che è accaduto ai redditi medio bassi, negli ultimi anni, dobbiamo ricordare che i sindacati, unitariamente, chiesero e ottennero dal governo Draghi, durante la pandemia, un intervento di sostegno ai redditi dei lavoratori che fino al 2023 è stato sotto forma di decontribuzione e dal 2024 sotto forma di riduzione dell'aliquota Irpef dal 25% al 23% per i redditi fino a 28.000 euro, più una revisione delle detrazioni per reddito di lavoro dipendente e no tax area.
Ricordiamo che il costo totale di quella piccola e giustificata modifica sulla tassazione dei redditi medio bassi si e abbondantemente pagata da sola, con le maggiori entrate Irpef di questi anni, che, come è evidente da tutti i dati Istat, della Banca d'Italia e dll'agenzia delle entrate, pagano quasi esclusivamente i lavoratori dipendenti e i pensionati. Nel frattempo, negli ultimi tre anni proprio con questo governo, l'evasione è tornata a crescere così come il lavoro nero.
Gli scaglioni irpef sono nominalmente gli stessi da tantissimi anni per cui i lavoratori dipendenti e i pensionati pagano più tasse sugli incrementi dei loro stipendi e delle pensioni, da notare che questi incrementi "nominali" non coprono nemmeno l'inflazione, quindi i salari e le pensioni anche se nominalmente più elevati hanno minore potere d'acquisto. Malgrado questo al danno del minore potere d'acquisto, si aggiunge la beffa di pagare anche più tasse.
Diventa necessario da parte del governo restituire il drenaggio fiscale, in modo che il sistema fiscale torni ad essere un po più equo, progressivo e con un vero effetto redistributivo.
Ma il Governo, in quanto datore di lavoro, ha dato un pessimo esempio rinnovando i contratti pubblici con incrementi salariali che coprono appena 1/3 dell'inflazione del periodo compreso tra gli anni dal 2022 al 2024. E che, ovviamente, un paese serio non si può tollerare il livello enorme di evasione ed elusione fiscale che è presente da sempre in Italia.
Ma basta guardare un po la legge finanziaria del 2026 e si scopre che il governo Meloni ha già inserito l'ennesimo condono fiscale.
L'attuale governo è stato accusato di aver attuato più di 20 condoni fiscali, una politica spesso criticata come poco virtuosa perché favorisce chiaramente l'evasione fiscale. Tra le misure principali ci sono la "Rottamazione-quater", il "Ravvedimento operoso speciale" e il nuovo condono tombale per il 2025, con obiettivi che vanno dalla regolarizzazione dei debiti pregressi alla definizione di una sanatoria per specifici casi.
L cosiddetta «rottamazione» delle cartelle fiscali, misura-bandiera della Lega, è stata sommersa da critiche, sempre dall'Istat e dalla Banca d'Italia. Uno «strumento che in passato non ha accresciuto l’efficacia nel recupero di gettito» ha sostenuto Bankitalia. Per Mauro Orefice della Corte dei conti l’Erario può diventare finanziatore dei contribuenti morosi» che ha evidenziato la perdita di 1,5 miliardi e il fatto che lo Stato non incasserà le cifre brandite dal governo.
Inoltre, sulle Banche e sulle assicurazioni, altro pilastro della manovra, ci sono molti problemi. Per la Corte dei conti il composito pacchetto di «tasse» non è altro che, in gran parte, un’anticipazione di imposte future. Dal 2029, si registrerà un minor gettito, creando un buco nel bilancio degli anni a venire.
Le tasse che paghiamo, ricordiamolo sempre, garantiscono i servizi pubblici essenziali alla dignità umana, a partire dalla sanità, assistenza e dell'istruzione. La sanità è garantita da Irpef, Irap, Iva e addizionali Irpef regionali. Ogni condono approvato è una picconata mortale ai nostri diritti basilari come il diritto alla salute.

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