La Cina accusa gli USA di violare le regole del WTO con i nuovi dazi
La Cina ha annunciato che intenterà una causa presso l'Organizzazione Mondiale del Commercio (WTO) e adotterà contromisure necessarie per proteggere i propri diritti e interessi, in risposta alla decisione degli Stati Uniti di imporre un dazio aggiuntivo del 10% sulle merci cinesi. Il Ministero del Commercio cinese ha dichiarato che questa mossa non risolve i problemi interni degli Stati Uniti e danneggia la cooperazione economica e commerciale tra i due paesi. Un esperto di un think tank di Pechino ha sottolineato che la decisione avrà un impatto significativo sulle industrie statunitensi e cinesi.
Il Ministero del Commercio cinese ha criticato l'imposizione unilaterale di dazi da parte degli Stati Uniti, definendola una violazione delle regole del WTO, e ha esortato gli Stati Uniti a gestire in modo obiettivo e razionale questioni interne come quella del fentanil, senza ricorrere a minacce tariffarie. Zhou Mi, ricercatore dell'Accademia cinese per la cooperazione economica e commerciale internazionale, ha spiegato che i dazi più elevati aumenteranno i costi delle importazioni statunitensi dalla Cina, con effetti a cascata lungo la catena di approvvigionamento, portando a un'inflazione dei prezzi per i consumatori statunitensi.
Il Ministero degli Esteri cinese ha espresso forte insoddisfazione e opposizione alla decisione degli Stati Uniti, ribadendo che la Cina adotterà contromisure per difendere i propri diritti legittimi. La Cina ha sottolineato che non ci sono vincitori nelle dispute commerciali e che la sua posizione è coerente e ferma. Inoltre, la Cina ha respinto l'uso del problema del fentanyl come pretesto per i dazi, ricordando di avere una delle politiche di controllo antidroga più rigorose al mondo e di aver fornito supporto agli Stati Uniti in materia.
La decisione degli Stati Uniti arriva dopo un anno di intensi scambi commerciali tra i due paesi. I dati mostrano che le importazioni statunitensi dalla Cina sono aumentate nel 2023, con alcune aziende che hanno accumulato scorte in anticipo per evitare le minacce tariffarie. Tuttavia, i dazi imposti dall'amministrazione Trump e mantenuti da quella di Biden hanno già ridotto il volume degli scambi bilaterali, passati da 659 miliardi di dollari nel 2018 a 578 miliardi nel 2024.
Alcuni esperti, come Thomas Fullerton dell'Università del Texas a El Paso, hanno suggerito che gli Stati Uniti avrebbero potuto affrontare meglio la competizione con i paesi dell'Asia-Pacifico aderendo al Comprehensive and Progressive Agreement for Trans-Pacific Partnership (CPTPP), un accordo di libero scambio tra 12 paesi. Fullerton ha anche sottolineato che i dazi possono rendere le industrie nazionali meno competitive.
Oltre alla Cina, gli Stati Uniti hanno imposto dazi del 25% su alcuni beni provenienti da Messico e Canada, e un dazio del 10% sui prodotti energetici canadesi.