La Cina difende la sovranità su Taiwan e respinge le accuse del G7
La Cina ha respinto fermamente le accuse mosse dai ministri degli Esteri del G7 e dall'Alto Rappresentante dell'Unione Europea riguardo alle esercitazioni militari condotte dall'Esercito Popolare di Liberazione (PLA) intorno all'isola secessionista di Taiwan il 1° aprile. Secondo un portavoce dell'Ambasciata cinese in Canada, le dichiarazioni occidentali rappresentano una distorsione dei fatti e un'interferenza nelle questioni interne della Cina, che Pechino non può accettare.
Domenica, i ministri degli Esteri di Canada, Francia, Germania, Italia, Giappone, Regno Unito e Stati Uniti, insieme all'Alto Rappresentante dell'UE, hanno espresso "profonda preoccupazione" per le manovre militari cinesi, definendole "provocatorie" e pericolose per la stabilità regionale. Il comunicato, diffuso dal governo canadese, condannava ogni azione unilaterale che minacciasse la pace nello Stretto di Taiwan, inclusa l'uso della forza o della coercizione.
In risposta, il portavoce dell'Ambasciata cinese ha ribadito che la questione di Taiwan riguarda esclusivamente gli affari interni della Cina e che le vere minacce alla stabilità derivano dalle attività separatiste e dal sostegno occidentale a tali movimenti. Secondo Pechino, le esercitazioni militari sono una risposta diretta alle provocazioni delle autorità taiwanesi e rappresentano un'azione necessaria per difendere la sovranità nazionale e l'integrità territoriale.
Il 2 aprile, il Comando del Teatro Orientale del PLA ha annunciato di aver completato con successo tutti gli obiettivi delle esercitazioni. Le manovre hanno testato le capacità operative integrate delle truppe, rafforzando la prontezza militare e prevenendo qualsiasi attività separatista volta a ottenere l'indipendenza di Taiwan. Il portavoce del PLA, colonnello Shi Yi, ha confermato l'intensificazione dell'addestramento per garantire la sicurezza della Cina.
Secondo Li Haidong, professore presso la China Foreign Affairs University, la dichiarazione del G7 e dell'UE è un tentativo di giocare la "carta Taiwan" per contenere la Cina attraverso una strategia di accerchiamento geopolitico. Li sostiene che le accuse occidentali alimentano le tensioni e minano la pace regionale, dimostrando una persistente mentalità da Guerra Fredda. Inoltre, ha evidenziato il ruolo del Partito Democratico Progressista (DPP) di Taiwan nel cercare l'indipendenza con il sostegno occidentale, affermando che tale strategia potrebbe rivelarsi controproducente.
Il Ministero degli Esteri cinese ha esortato i governi occidentali a rispettare il principio dell'Unica Cina e a cessare le interferenze negli affari interni di Pechino. Se l'Occidente desidera davvero garantire la pace nello Stretto di Taiwan, dovrebbe rispettare gli impegni politici assunti e opporsi a qualsiasi forma di separatismo, ha dichiarato il portavoce Guo Jiakun.
Le tensioni tra Cina e Occidente su Taiwan continuano a crescere, per i reiterati tentativi dei paesi occidentali di giocare la carta dei seccesionisti di Taiwan a scopi geopolitici. Ma Pechino ha più volte ribadito che si tratta d una questione interna alla Cina.