La crescente presenza russa in America Latina

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La crescente presenza russa in America Latina

 

di Giulio Chinappi

Il viaggio del ministro Sergej Lavrov in America Latina ha rappresentato un’occasione per rafforzare i legami con tutti i Paesi del continente, e non solo quelli visitati, come dimostrano le dichiarazioni del presidente colombiano Petro, che ha rifiutato l’invio di armi in Ucraina.

Si conclude oggi il viaggio che Sergej Lavrov, ministro degli Esteri della Federazione Russa, ha intrapreso in America Latina, visitando BrasileVenezuelaNicaragua e Cuba. Oltre a quelli dei quattro Paesi indicati, Lavrov ha avuto modo di incontrare i leader di altri importanti Stati della regione, rafforzando dunque i legami di Mosca con l’intero continente che, storicamente, gli Stati Uniti considerano il proprio “giardino di casa”.

Nel corso del suo soggiorno a Caracas, infatti, Lavrov ha intrattenuto colloqui con il ministro degli Esteri della BoliviaRogelio Mayta, al quale ha rinnovato un invito rivolto al presidente di quel Paese, Luis Arce, di visitare la Russia: “Vorrei trasmettere i più cordiali saluti al presidente Arce dal presidente Putin. Il vostro presidente ha già ricevuto un invito a visitare la Russia quando ne avrà l’opportunità. Capisco che al momento siete impegnato con gli affari interni, ma, ogni volta che ci sarà la volontà, saremo lieti di accogliere il presidente“, ha detto il diplomatico russo.

Successivamente, il ministro russo ha invitato il suo collega a discutere delle relazioni bilaterali e delineare i piani per il futuro. “Le parti hanno confermato l’attenzione al rafforzamento globale dei legami diversificati tra Russia e Bolivia. È stata prestata particolare attenzione agli aspetti chiave dell’espansione del dialogo politico bilaterale e della cooperazione negli affari internazionali. Sono state discusse le questioni della cooperazione nei settori del commercio, dell’economia e degli investimenti“, secondo una dichiarazione pubblicata mercoledì sul sito web del ministero degli Esteri russo. I due diplomatici hanno anche preso atto dell’impegno a “proteggere il ruolo centrale delle Nazioni Unite e i principi del diritto internazionale“, ha affermato il ministero, aggiungendo che “sono state menzionate le questioni relative allo sviluppo dei processi di integrazione nella regione dell’America Latina e dei Caraibi“.

Sempre a Caracas, Lavrov ha incontrato anche il primo ministro Ralph Gonsalves, capo del governo di Saint Vincent e Grenadine, piccolo arcipelago caraibico. “Le due parti hanno sottolineato il rifiuto fondamentale della politica delle sanzioni unilaterali imposte in violazione dei principi e delle norme del diritto internazionale, hanno ribadito l’impegno a formare un mondo multipolare basato su un’autentica uguaglianza e sul reciproco rispetto degli interessi degli Stati“, secondo il comunicato del ministero moscovita. Lavrov e Gonsalves hanno discusso le prospettive per lo sviluppo delle relazioni bilaterali, nonché le questioni chiave dell’agenda internazionale e regionale.

Successivamente, Lavrov è partito alla volta di Managua, dove ha incontrato i principali esponenti del governo del Paese centroamericano, compreso il presidente Daniel Ortega (in foto), in occasione della Giornata Nazionale della Pace, che cade il 19 aprile. Denis Moncada, ministro degli Esteri di quel Paese, ha accettato l’invito a visitare la Russia e ha rilasciato dichiarazioni ottimistiche circa il futuro delle relazioni bilaterali con Mosca. “Auguro pace, prosperità, benessere, stabilità a tutti i nostri amici nicaraguensi e sono convinto che lo sviluppo del nostro partenariato strategico bilaterale contribuirà a raggiungere questo obiettivo“, ha risposto Lavrov.

Il ministro russo si è poi soffermato sui continui attacchi esterni ai quali viene sottoposto il Nicaragua: “Vorrei congratularmi con gli amici nicaraguensi, l’intero popolo nicaraguense per la festa di oggi che si celebra per la prima volta, la Giornata della Pace, dedicata alla prevenzione di un tentativo di colpo di Stato. Questo tentativo è avvenuto cinque anni fa, è stato attivamente sostenuto dall’esterno, ma il popolo del Nicaragua, guidato da Daniel Ortega, ha resistito alla situazione e ha ripristinato la stabilità nella società. Coloro che hanno cercato di minare questa stabilità sono stati sconfitti“, ha affermato. Lavrov ha aggiunto che Russia e Nicaragua continueranno a contrastare congiuntamente i tentativi dell’Occidente di imporre la propria egemonia.

Terminata la visita in Nicaragua, Lavrov si è recato a Cuba, dove ha incontrato il presidente Miguel Díaz-Canelconfermato proprio in questi giorni alla leadership dell’isola caraibica. Sulla visita di Lavrov a Cuba ci soffermeremo prossimamente in un articolo apposito, ma nel frattempo, da un altro Paese sudamericano, la Colombia, è arrivata una notizia che dimostra la crescente volontà di respingere l’egemonismo statunitense e stringere legami con Mosca da parte dei Paesi del continente latinoamericano.

Il presidente Gustavo Petro, infatti, ha ribadito ancora una volta che la Colombia si rifiuta ancora di fornire le sue armi e attrezzature militari all’Ucraina, in seguito ai colloqui tenuti con il presidente statunitense Joe Biden. Petro ha riferito che gli Stati Uniti avrebbero chiesto alla Colombia di fornire attrezzature belliche all’ucraina, in particolare elicotteri di fabbricazione russa, acquistate dai precedenti governi. Ma il presidente ha sottolineato che, sin da gennaio, il suo governo ha affermato con forza che questa proposta non verrà nemmeno presa in considerazione. Queste dichiarazioni sono particolarmente importanti proprio perché rilasciate mentre Lavrov si trovava sul continente, e nonostante Petro si trovasse in visita a Washington.

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