La fake news dei contagi in Germania diffusa anche da "il controllore" Martella
Sarebbe davvero interessante sapere come opera e con che strumenti il famigerato gruppo di debunker scelti dal sottosegretario Martella per "vigilare" sulle fake news sul Coronavirus.
E’ rimasto tutto oscuro fino adesso ma oggi abbiamo almeno una risposta su chi ha e avrà licenza di diffondere bufale con immunità totale. Non è che avessimo molti dubbbi, dato che sono sempre gli stessi che negli ultimi trent’anni hanno reso virali le bufale più incredibili soprattutto quando c'erano da coprire guerre, colpi di stati e distruzione di stati sovrani.
Ieri si è verificato un caso scuola su come opera e opererà questo nuovo esperimento orwelliano. In una situazione di tensione drammatica, aspettative e difficoltà economiche spaventose, i media mainstream hanno allarmato ulteriormente la popolazione italiana con una notizia clamorosamente falsa sulla curva dei contagi che sarebbe aumentata dopo l’allentamento delle restrizioni in Germania. Non è vero. Oggi il Post fa un ottimo lavoro di debunking – molto interessanti soprattutto le dichiarazioni del virologo Jonas Schmidt-Chanasit, del Bernhard-Nocht-Institut für Tropenmedizin di Amburgo, il quale ha spiegato che “l’R0 «non si dovrebbe sopravvalutare» e che va tenuto presente il «quadro generale, cioè il numero di persone gravemente ammalate e la capacità degli ospedali e delle terapie intensive», dati che attualmente in Germania sono piuttosto rassicuranti. Il numero di riproduzione di base «è una figura chiave, ma ha un certo intervallo di fluttuazione. Ci sono molte variabili che hanno un ruolo nella sua stima e che si esprimono proprio nel suo intervallo di fluttuazione. A questo proposito: 0,9, 1,0 o 0,8 rientrano nell’intervallo della fluttuazione” - e che sia una fake news lo segnala, del resto, anche uno dei debunker assoldati dal governo per vigilare sull’informazione in tema di coronavirus.
Quindi fake news assodata anche per uno dei membri della task force orwelliana. Ma Martella - che nel presentare l'operazione aveva dichiarato che avrebbe coinvolto anche "piattaforme on line, i principali motori di ricerca" alludendo a possibili censure verso i diffusori di bufale sull'argomento - che fa?
La diffonde!
Abbiamo insomma capito come opera e opererà la task force di Martella: in perfetto stile Pd, quando le fake news le rende virali il gruppo mediatico Exor e affini non solo non devono essere sanzionate, ma vanno alimentate.
La Redazione