La fuga dei giovani dall'Italia: il Pd si "dimentica" di dirvi la vera causa
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L’emigrazione dei giovani italiani è un fenomeno semplicissimo da spiegare.
Un Paese obbligato a tagliare i salari a causa di una moneta non svalutabile, impossibilitato dai Trattati creare occupazione attraverso la spesa pubblica, deliberatamente deindustrializzato per garantire al Nord Europa il monopolio produttivo, costretto dai parametri a sottofinanziare università, sanità, ricerca e sviluppo e ogni altro settore idoneo a occupare i neo-laureati, forzatamente riconvertito al terziario e al turismo, l’unica concreta prospettiva lavorativa è fare i baristi, i pizzaioli, i camerieri. Oppure, per chi ne ha ancora la possibilità, aprirsi una piccola attività legata alla ristorazione.
Tutti gli altri possono solo andarsene.
Eppure non è sempre stato così.
Quarant’anni fa dall’Italia emigravano solo i disperati. Laureati e diplomati trovavano facilmente un buon posto di lavoro nei grandi poli industriali pubblici, in banca, a scuola, in ospedale, nella pubblica amministrazione ecc. ecc.
Il problema quindi è solo uno: l’Unione europea.
E l’unica vera fuga di cervelli è la materia grigia degli elettori del piddì, fuggita nottetempo dalle loro scatole craniche.