La Grande Marcia del ritorno. I nomi di tutti i palestinesi assassinati oggi dal regime d'Israele

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La Grande Marcia del ritorno. I nomi di tutti i palestinesi assassinati oggi dal regime d'Israele

 


di Paola Di Lullo

 

Il venerdì non è un giorno come gli altri, in Palestina. Sempre sotto occupazione si svegliano i palestinesi, è vero, ma, dopo la preghiera delle 12,00, in diverse zone, intraprendono delle manifestazioni NON violente, allo scopo di far sentire la propria voce, di ribellarsi ad una colonizzazione sempre più feroce.



Chi, fra coloro che avranno la bontà di leggermi, dovesse ritenere che sassi e copertoni incendiari possono anche solo lontanamente essere equiparati alle armi di cui è dotato l'IOF, può tranquillamente rimuovere il NON, anteposto a violente. La cosa mi disturba relativamente perché ben 2 Risoluzioni ONU, 3246 e 3070, riconoscono l'inalienabile diritto di ogni popolo sotto occupazione alla resistenza, inclusa quella armata.

E, pertanto, ogni venerdì, arrivano più o meno allarmanti bollettini di guerra.

Ma una giornata così era da tanto che non la ricordavo. Come già scritto da oggi, giornata dedicata alla Terra, fino al 15 maggio, 70° anniversario della Nakba (catastrofe), giorno in cui furono espulsi dal nascente stato israeliano 750.000 palestinesi, dalla Striscia di Gaza sono previste marce, veglie, siti in. Stavolta davvero pacifiche. Niente sassi. Mani alzate. Famiglie. Bambini. Tende, musica, cucina.

Gaza la ribelle, l'indomita, la generosa, la resistente non delude mai. È sempre pronta a pagare il prezzo più alto, il più doloroso, il più ingiusto. Per questo ha ed avrà sempre, un posto particolare nel mio cuore,

Israele fa sapere di aver schierato 100 tiratori scelti, o killers, decidete voi. In nome di una presunta "minaccia", di un presunto bisogno di protezione, lo stato in cui tutto è illegale sin dalla sua autoproclamazione, passando per il furto di terre, casa, acqua, città, villaggi, può impunemente assassinare a sangue freddo 16 palestinesi e ferirne 1416.

Nulla di nuovo, sotto il cielo. Accanto ai tiratori, apache che sganciavano lacrimogeni per disperdere la folla e droni, perché qualche bomba vorremmo mica negargliela! Folla che non ha mai tentato di attraversare il border che separa la Striscia da Israele, che protestava in maniera partecipata, come annunciato.

Il tutto sotto lo sguardo ammiccante di un Occidente che sanziona la Russia o il Venezuela per nulla, ma non sanziona Israele per aver violato oltre 70 risoluzioni ONU ed essere uno stato killer. Anzi, lo supporta. Basta la parola olocausto qui e lì, la minaccia a casaccio, i jihadisti troppo vicini, Hamas è un gruppo di terroristi, la lacrimuccia, ed il gioco è fatto. C'è di che preoccuparsi. Sono persone assetate di sangue palestinese, gli israeliani, moderni dracula che però operano anche in pieno giorno, sprezzanti della legalità internazionale e certi del sussiego dei media maistream che, ancor oggi, scrivevano e/o raccontavano di "Violenti scontri a Gaza". Scontri tra chi? Famiglie di persone disarmate ed il terzo esercito più potente al mondo? Per me si chiama mattanza, tiro al bersaglio, sete di sangue, tutto, tranne che scontri. Questi sarebbero gli "eletti"? Rubano, mentono, umiliano, depredano, violentano fisicamente e psicologicamente, arrestano, torturano ed, infine, uccidono persone disarmate ed io dovrei riconoscere il loro diritto ad abitare la Palestina perché sono "eletti"?

E quindi torniamo a noi. I nomi dei palestinesi assassinati oggi :

- Omar Wahid Samour, 27 anni, contadino di Khan Yl+ounis, assassinato prima dell'inizio della marcia;

- Mohammed Kamal Al-Najjar, 25 anni, di Tel al-Za'tar, nel nord della Striscia;
- Amin Mansour Abu Muammar, 38 anni, di Rafah, sud della Striscia;
- Mohammed Abu Omar, 28 anni;
- Ahmad Ibrahim Ashour Odeh, 16 anni;
- Jihad Ahmad Freineh, 33 anni;
- Mahmoud Saadi Rahmi;
-  Abdel al-Fattah abd al-Nabi, 19 anni;
-  Ibrahim Salah Abu Shaer, 20 anni;
- Nahi Abu Hijir;
- Wahid Nasrallah Abu Samour;
- Mohammed Naeem Abu Amr,
- Abd al-Qader Marhi al-Hawajri;
- Sari Walid Abu Odeh;
- Hamdan Isma'il Abu Amsha;
- Jihad Zuhair Abu Jamous;
- Bader al-Sabbagh.




Tra di loro, due membri del Jihad islamico ed uno delle Brigate Qassam, tutti disarmati.

Dietro ogni nome, una famiglia, una vita, sogni, speranze, ma anche tanta sofferenza, privazioni, umiliazioni. Se avessi scritto il nome di un vostro congiunto? Come stareste adesso?

Per chi non lo sapesse, Gaza è una Striscia di terra di 360 km², in cui vivono stipati, 2.000.000 di esseri umani. La più alta densità abitativa al mondo. Da ormai 11 anni è sotto totale embargo israeliano, non si entra, non si esce. Vale per gli umani, come per le merci. Naturalmente, non si lavora. Naturalmente, Israele "avrebbe" lasciato Gaza nel 2005. Naturalmente è falso. Al confine ci sono torrette elettrificate, in mare, la marina militare israeliana. In cielo, l'ho già detto, tutto ciò che abbiamo visto oggi, più gli F16, quando gli assassini vogliono incrementare il bottino. Naturalmente, a chi importa? 

Hamas è rimasta a latere di questa giornata, limitandosi ad esortare i palestinesi a partecipare ad una manifestazione pacifica. Fino ai primi morti ammazzati. Poi, Ismail Haniyeh, leader supremo del partito islamico, ha fatto la sua comparsa, accanto al suo popolo come sempre, con la sua casa in un campo profughi che non ha mai lasciato, nemmeno durante i bombardamenti sulla Striscia. Perché lui è uno di loro. E no. Non supporto Hamas, per motivi ideologici, non certo perché li reputi terroristi. Presente anche Yahya Sinwar, leader politico del movimento.

Il Presidente Mahmoud Abbas ha dichiarato domani giornata di lutto nazionale.

"La causa palestinese non è una causa solo per i palestinesi, ma una causa per ogni rivoluzionario, ovunque si trovi, in quanto causa di tutte le masse sfruttate e oppresse della nostra epoca" - Ghassan Kanafani (Acri, 9 aprile 1936 – Beirut, 8 luglio 1972

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