La "visione cinese" a Davos

Un appello per la solidarietà globale contro le divisioni e i rischi della Guerra Fredda

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La "visione cinese" a Davos

Nel corso della riunione annuale del World Economic Forum (WEF) a Davos, Svizzera, il vice-premier cinese Ding Xuexiang ha lanciato un accorato appello alla cooperazione internazionale, avvertendo dei potenziali "conseguenze inimmaginabili" di un mondo diviso. Ding ha sottolineato l'importanza di contrastare la mentalità da Guerra Fredda e i giochi a somma zero, promuovendo un ordine internazionale più equo.

Secondo Ding, una divisione globale renderebbe estremamente difficile affrontare le sfide comuni dell'umanità, portando potenzialmente a nuovi confronti e guerre, dalle quali nessun Paese potrebbe ritenersi immune. Durante il suo intervento, ha esortato la comunità internazionale a favorire una globalizzazione economica inclusiva e reciprocamente vantaggiosa. Ding ha inoltre dichiarato che il protezionismo non conduce a nulla e che una guerra commerciale non ha vincitori.

Ding ha evidenziato come la governance globale stia attraversando profondi cambiamenti, caratterizzati da guerre tariffarie imminenti, rivalità tra multilateralismo e unilateralismo, e un tira e molla tra le forze a favore e contro la globalizzazione economica. Ha riaffermato l'impegno della Cina verso un multilateralismo autentico e ha sostenuto una visione di governance globale basata su consultazioni ampie, contributi comuni e benefici condivisi.

Rifacendosi a iniziative lanciate dal Presidente cinese Xi Jinping, come la costruzione di una comunità con un futuro condiviso per l'umanità, Ding ha delineato la posizione della Cina come un attore responsabile e costruttore dell'ordine internazionale.

La Cina ha un record comprovato di pace e sicurezza, distinguendosi tra i principali Paesi per il suo impegno verso lo sviluppo pacifico.

Un tema centrale dell’incontro è stato l’utilizzo delle tecnologie emergenti, in particolare l’intelligenza artificiale (IA), per colmare i divari globali e favorire una crescita economica inclusiva e sostenibile. Ding ha avvertito che l'IA potrebbe diventare tanto una "caverna di Alì Babà" piena di tesori quanto un "vaso di Pandora" colmo di rischi incontrollabili. Ha quindi sollecitato una cooperazione globale sotto l'egida delle Nazioni Unite per sviluppare solidi quadri di governance che assicurino benefici per tutta l'umanità.

La Cina, ha affermato Ding, è pronta a collaborare con altri Paesi nello sviluppo dell’IA, con particolare attenzione alla condivisione delle tecnologie con le nazioni del Sud del mondo. L'obiettivo è garantire che i benefici dell’innovazione non siano esclusivamente appannaggio delle nazioni ricche.

Sul fronte economico, Ding ha descritto la crescita del 5% del PIL cinese nell'ultimo anno come un risultato significativo, nonostante le sfide esterne e strutturali. La Cina intende adottare politiche più proattive per stimolare consumi e investimenti, promuovere l’innovazione scientifica, tecnologica e industriale, e intensificare le misure macroeconomiche per garantire uno sviluppo di alta qualità.

Ding ha ribadito che la Cina rimarrà aperta agli investimenti stranieri, migliorando continuamente il proprio ambiente imprenditoriale. Inoltre, ha sottolineato l'impegno della Cina a raggiungere il picco delle emissioni di carbonio entro il 2030 e la neutralità carbonica entro il 2060.

Ding Xuexiang ha quindi delineato una visione chiara e ambiziosa per il futuro globale, sottolineando la necessità di solidarietà internazionale, innovazione responsabile e sviluppo inclusivo. Con un impegno verso il multilateralismo e una governance globale equa, la Cina si propone come un partner chiave per affrontare le sfide del mondo contemporaneo.

La Redazione de l'AntiDiplomatico

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