L'Agenda Draghi e quel pasticciaccio brutto del "rave party"

L'Agenda Draghi e quel pasticciaccio brutto del "rave party"

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Il bastone e la carota. I primi provvedimenti del Governo Meloni sono stati salutati con entusiasmo, senso di liberazione, dalle persone che hanno dovuto subire più di due anni di regime autoritario e distruzione del tessuto socioeconomico per la gestione scellerata della pandemia.

Dopo anni di apartheid, di discriminazione, di conflitto orizzontale, di lavoratori sospesi, radiati, licenziati, perché presunti untori, il reintegro dei sanitari sospesi (ma senza risarcimento) e la cancellazione delle multe per chi non ha completato il cosiddetto "ciclo vaccinale" sono sembrati una svolta liberatoria e catartica, una rivoluzione rispetto al regime del lasciapassare dell'epoca Draghistan.
 
"Altro che fascismo", si legge sui social "finalmente la libertà"...
 
Ma è veramente una svolta?

Qual è l'altro provvedimento che ha adottato il neonato governo Meloni e che rischia di passare in sordina, rispetto alla "carota" dell'anticipazione di due mesi della scadenza dell'obbligo di green pass?
 
Il pasticciaccio rave party.
 
Le persone, che si dividono in "rave sì o rave no" di fronte al non violento (sottolineando non violento) sgombero di Modena, si dilettano nell'immaginare che "assembramenti non autorizzati" siano solo quelli dove giovanissimi senza patria e famiglia ballano convulsamente a ritmi assordanti, assumendo droghe e magari facendo sesso libero..
 
E invece no.
 
Il popolo che in questi due anni è sceso in piazza contro il  green pass, contro l'obbligo vaccinale, contro il divieto stesso di manifestare e di riunirsi HA "COMMESSO IL REATO" di ASSEMBRAMENTO NON AUTORIZZATO e avrebbe rischiato, con la nuova norma del governo Meloni fino a 6 anni di carcere!
 
6 anni di carcere per chi si riunisce senza essere autorizzato.
 
Pensateci un attimo.

Cosa significa?
 
Il rave party non c'entra nulla, è solo una "scusa" scatenante, che incontra il favore acritico delle "persone per bene".
 
Ma la norma serve ad altro.
 
La macelleria sociale legata alla co-belligeranza dell'Italia nella crisi ucraina e alle suicide sanzioni alla Russia non sarà gestibile a livello di ordine pubblico.
 
Le mobilitazioni di chi brucia le bollette, degli agricoltori e dei pescatori, le proteste dei panificatori, i picchetti degli operai, le manifestazioni degli studenti, delle piccole e medie imprese costrette a chiedere saranno "assembramenti non autorizzati" al pari di un rave party.
 
E puniti come reati penali.
 
Il governo della "libertà dal green pass" si trasforma in quello che fin dall'inizio aveva preparato il regime draghiano: repressione violenta di qualsiasi espressione pubblica di difesa e rivendicazione dei diritti democratici e costituzionali.
 
Nel frattempo, l'opposizione di sinistra riparte dall'articolo di genere e dallo spauracchio del fascismo.....

Agata Iacono

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Sociologa e antropologa

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