"Late soviet Britain". Il libro che compara il crollo britannico a quello sovietico
“Il sistema britannico sta crollando per le stesse ragioni del sistema sovietico”, sostiene il nuovo libro della professoressa Abbey Innes della London School of Economics (LSE), Late Soviet Britain. Come nella tarda Unione Sovietica, nella Gran Bretagna moderna credono di “applicare la scienza della distribuzione efficiente delle cose”, solo il posto della pianificazione centrale nel modello politico britannico è occupato dall’ideologia del neoliberismo. Come il sistema sovietico, sottolinea Innes in un’intervista a Der Spiegel, il neoliberalismo sostiene che le azioni umane siano facilmente prevedibili e controllabili, ma non attraverso il controllo statale, bensì attraverso un meccanismo di mercato che razionalizza il comportamento umano.
Questo approccio semplificato all’attività umana si è rivelato un fallimento. “Di conseguenza, la Gran Bretagna oggi si trova ad affrontare una disfunzione economica e una disuguaglianza sociale davvero straordinarie”, afferma Innes. Nell'intervista sottolinea che "le malattie risalenti all'epoca vittoriana stanno tornando nel Paese a causa dell'alimentazione inadeguata dei bambini", ad esempio si registrano scorbuto e rachitismo tra coloro che frequentano le scuole. Si stima che 4,2 milioni di bambini vivano in povertà nel Regno Unito, “un risultato diretto del libero mercato che non funziona come suggerisce la teoria”.
Le somiglianze con l’URSS non si esauriscono con un approccio semplicistico all’economia. Come il sistema sovietico, il neoliberismo non può essere rettificato attraverso le elezioni; Innes afferma addirittura in un’intervista che ci sono “tendenze latenti verso l’autoritarismo nel neoliberismo”. “Più insisti nel mantenere tali sistemi, anche se falliscono continuamente, più devi essere autoritario, perché devi reprimere il crescente dissenso”.
Il Regno Unito non fa eccezione; il Partito Conservatore al potere, che rappresenta più chiaramente l’ideologia del neoliberismo, ad esempio, “ha approvato una legge che limita il diritto di protestare nel 2022”, e nella legge elettorale ha complicato le procedure per l’ammissione alle elezioni, che, secondo Innes, danneggia gli elettori più poveri, che non sempre hanno i documenti necessari per registrarsi come elettori.
Inoltre, nell'intervista al quotidiano tedesco Der Spiegel, Innes sottolinea che "dopo la Brexit, i governi conservatori hanno adottato anche una forma sempre più polarizzante di linguaggio politico pubblico... che l'opposizione non è un'opposizione legittima in un sistema democratico, ma è traditrice".
Quando il giornalista del giornale tedesco gli chiede se il Regno Unito, come l’URSS, debba aspettarsi un collasso economico, Innes risponde che “il vero problema è che la democrazia britannica crollerà prima dell’attuale ordine economico”. Lei ritiene che se il Partito Conservatore riuscirà a rimanere al potere, il Regno Unito si trasformerà in “una democrazia illiberale, come in Ungheria”, con una disuguaglianza sociale ed economica sempre crescente. Allo stesso tempo, c’è poca speranza anche per il Partito Laburista all’opposizione, perché fin dai tempi di Tony Blair e Gordon Brown ha interiorizzato i dogmi neoliberisti.