Liberal Leviathan di G. John Ikenberry

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Liberal Leviathan di G. John Ikenberry

di Alessandro Bianchi

Liberal Leviathan. The origins, crisis, transformation of the american world order, Princeton University Press, 2011 di G. John Ikenberry è comunemente considerato il testo più importante oggi in letteratura per comprendere l'evoluzione in atto nel sistema internazionale.
La crisi del sistema di Bretton Woods è secondo il noto studioso americano di autorità, ma, nonostante l'apparizione di elementi di forte discontinuità come l'ascesa della Cina, la logica, le regole e le istituzioni del sistema liberale globale non sono in discussione.
Sono sette le caratteristiche che Ikenberry identifica per descrivere il sistema liberale globale (pp.169-190) – libero mercato, sicurezza economica, cooperazione multilaterale, vincoli di sicurezza, solidarietà occidentale, leadership americana e diritti umani – come trasposizione dell'influenza americana nell'ordine internazionale attraverso la Carta Atlantica, il New Deal, Bretton Woods, la Nato ed il Piano Marshall. 
Dalla fine della guerra fredda, continua Ikenberry nella sua analisi, tre fenomeni hanno posto le principali sfide a tale architettura istituzionale.
In primo luogo, la crescita di Cina, India e dei cosiddetti Brics in generale, che pretendono di trasformare questo nuovo peso economico in influenza politica negli organi decisionali di Fondo Monetario Internazionale e Nazioni Unite soprattutto. In secondo luogo, l'espansione in termini di membri e poteri da parte di Unione Europea, Osce, Nafta, Apec, Asean, Unione Africana ed altre organizzazioni regionali. Infine, la trasformazione dell'ordine di Westphalia (pp.240-241; 275-277) dovuta, da un lato, alla rivoluzione dei diritti umani e l'attuale dottrina della Responsabilità di proteggere che, come variante recente dell'intervento umanitario, prescrive la perdita di sovranità per quei governanti che si dimostrino incapaci di garantire i diritti umani minimi alla propria popolazione; e, d'altro lato, è dovuta alla constatazione che oggi le principali minacce al sistema internazionale non sono più portate come in passato dagli stati, ma, come dimostrano terrorismo e prolificazione delle armi di distruzione di massa, da gruppi di individui.
Dopo il fallimento “imperialista” tentato da George W. Bush (p.254) all'interno dei mutamenti del sistema di Bretton Woods, secondo Ikenberry non è il “momento Carr” (pp.337-338), il principale teorico dell'impostazione dottrinale realista, e quindi di un ritorno all'anarchia e la guerra, ma la crisi attuale è più un “momento Polany”, in relazione al noto studioso che alla fine degli anni '50 ha analizzato la crisi del sistema internazionale ottocentesco in chiave di riorganizzazione dell'instabilità prodotta dall'emergere di nuove potenze.
Rispetto alla tesi di coloro che indicano come la crescita della Cina e gli altri fattori dietro la crisi occidentale attuale  - Ikenberry cita soprattutto Martin Jacques, When China rules the world dove si ipotizza che la Cina  sfrutterà la crisi occidentale per imporre un nuovo modello, ma è importante leggere anche l'impostazione che offre Kagan in The American World made– Liberal Leviathan si conclude con l'affermazione di come la crisi d'autorità attuale degli Stati Uniti non influirà sui principi, regole e struttura del sistema liberale internazionale. La regola di non discriminazione, l'apertura di libero mercato ed un sistema centralizzato in grado di garantire una risposta alle minacce destabilizzanti sono infatti interesse primario della Cina e degli altri paesi emergenti. Per quanto possano arrivare a pretendere un maggiore peso politico, non arriveranno mai a sfidare le fondamenta del sistema stesso, anche perché la potenza militare americana è tale da garantire per diversi anni ancora a Washington di poter dominare l'ordine. 
Il testo di Ikenberry è apprezzabile sopratutto per la capacità dell'autore di descrivere fenomeni complessi con concetti accessibili e riferimenti storici sempre pertinenti ed in grado di spiegare i mutamenti intercorsi al sistema ideato da Roosevelt ed attuato da Truman. 
Restano però due aspetti che Liberal Leviathan a torto sottovaluta: da un lato, è evidente che sia in corso una rivoluzione del sistema di Westphalia per i motivi indicati da Ikenberry, ma questo non sta portando ad un rafforzamento delle organizzazioni internazionali, incapaci di fornire risposte credibili ed efficaci alle principali minacce economiche e politiche, ma ad un tendenza sempre più marcata degli stati al regionalismo, che per sua stessa definizione rappresenta una sconfitta concettuale dell'impostazione liberale internazionale pensata a Bretton Woods. 
D'altro lato, ancor più dell'ascesa della Cina, a minare le fondamenta del sistema liberale internazionale è il rifiuto e dissenso crescente in occidente rispetto ad una globalizzazione che mostra limiti sempre maggiori in termini di diseguaglianza sociale. Non solo in Europa, come risposta alle misure d'austerità in relazione alla crisi dell'euro zona imposte dall'Ue, Bce e Fondo Monetario Internazionale – la cosiddetta troika - ma anche negli stessi Stati Uniti, come dimostra la consistenza e la forza d'impatto che ha avuto per un periodo il fenomeno di Occupy Wall Strret. Se in precedenza si riteneva che tale dissenso riguardasse alcune frange estremiste della popolazione occidentale, le ultime elezioni politiche dimostrano come un numero sempre crescente di cittadini in occidente chiede un cambiamento da questo punto di vista. Per questo il germe di una rivoluzione del sistema liberale internazionale potrebbe avvenire in un futuro prossimo e non a causa di una scelta di Pechino. 

Per un approfondimento dei temi trattati si consiglia la lettura di:

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