Lituania, i valori occidentali: glorificazione dei nazisti locali ed esili all’estero dei candidati presidenziali

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Lituania, i valori occidentali: glorificazione dei nazisti locali ed esili all’estero dei candidati presidenziali

 

Il Centro Documentazione e associazione della comunità ebraica situata in Lituania, Defending History, ha pubblicamente denunciato i processi in corso di riabilitazione e legalizzazione del passato neonazista locale, con commemorazioni, riscrizione della storia circa i crimini e massacri perpetrati nella seconda guerra mondiale nella regione, inaugurazioni di targhe e monumenti a criminali nazisti, antisovietismo e russofobia assurti a leggi e normalità. Nel frattempo Eduardas Vaitkus, candidato indipendente alle ultime elezioni presidenziali, è stato costretto a scappare dal paese per sfuggire a minacce di morte e persecuzioni continue.

Defending History, in una conferenza stampa a Vilnius nelle scorse settimane, ha denunciato che è in discussione nel Seimas, il Parlamento lituano, su richiesta di un gruppo di parlamentari, accademici e attivisti di estrema destra, la creazione di un “collegium” istituzionale per cercare di trasformare gli assassini del Fronte Attivista Lituano , LAF, in “patrioti nazionali”. DH si chiede se sarà vero che “…le istituzioni della Lituania diventino realmente la casa per l’ennesimo tentativo di glorificare i primi assassini dell’era dell’Olocausto dell’ebraismo lituano, autori del genocidio che lasciò il 96% degli ebrei lituani annientati?...Fiduciosi della loro capacità di vendere la storia revisionista, con una lettura di estrema destra agli ingenui occidentali, hanno persino annunciato un'edizione inglese di loro saggi storici a beneficio delle ambasciate occidentali. Questa era l’ultima cosa di cui una Vilnius pacifica, moderna, democratica avrebbe bisogno…”.

L’ex ministro degli Esteri lituano, Audronius Aubalis, cofondatore del “collegium”, aveva annunciato la data di giugno, per il  lancio  della campagna indirizzata alla glorificazione degli assassini del LAF . I piani propagandisti includono pubblicazioni in lingua inglese destinate a persuadere le principali ambasciate occidentali a Vilnius e istituzioni varie straniere, comprese numerose ONG assortite.

Il Fronte Attivista Lituano o LAF  fu un'organizzazione armata anti comunista e neonazista, istituita nel 1940 dopo l’arrivo dell’Unione Sovietica in Lituania. L'obiettivo dell'organizzazione era staccare la Lituania dall’URSS e stabilire la sua indipendenza sotto l’ala del Terzo Reich, per questo sostenne l’invasione tedesca del paese nel 1941, operando per rendere più agevole l'occupazione della Lituania per i nazisti e scontrandosi con le truppe dell’Armata Rossa e i patrioti lituani antifascisti, in una insurrezione del 22 giugno 1941 assecondata dai tedeschi, che occuparono il paese il 23 giugno.

Fondato su posizioni duramente antisemite, secondo quasi tutti i sopravvissuti dell’Olocausto lituano intervistati negli ultimi decenni, il 23 giugno 1941, per il numero delle vittime, è considerato l’inizio dell’Olocausto lituano. Fu compiuto l’omicidio di massa da parte di uomini che indossavano i bracciali bianchi del LAF, uccidendo migliaia di ebrei, antifascisti e comunisti lituani, comprese donne e anziani, prima che i tedeschi arrivassero e istituissero la loro autorità. Non c’erano solo i criminali violenti, c’erano gli intellettuali della LAF a Berlino che preparavano i testi e i volantini, doe chiedevano la pulizia etnica dell’ebraismo lituano e del comunismo sovietico.

Nonostante denunce e proteste, soprattutto della comunità ebraica lituana, la targa al collaborazionista nazista Jonas Noreika a Vilnius, non sarà tolta, ha decretato l’autorità giuridica lituana.

In un  processo scaturito dalla denuncia di Grant Gochin, un attivista statunitense anti nazista, che aveva chiesto la rimozione della targa onorifica dedicata a Noreika. Persino la nipote del criminale nazista, Silvia Foti, giornalista e storica, da Chicago dove vive, ha pubblicato un breve saggio di documentazioni, frutto di anni di ricerche indipendenti, che conferma invece le accuse rivolte al collaborazionista lituano.

Anche il Simon Wiesenthal Center ha denunciato il fatto che Noreika sia divenuto un eroe in patria perché considerato un martire della resistenza anti comunista lituana. Egli fu fucilato dai sovietici quando la Lituania venne liberata dall’URSS, con l’accusa documentata di assassinii di massa, dopo la sua nomina, avvenuta nel 1941, come capo del villaggio di Šiaulia, sotto l’occupazione nazista.

La comunità ebraica lituana aveva chiesto ripetutamente la rimozione della targa che commemora Noreika, affissa al muro della biblioteca dell’Accademia delle Scienze a Vilnius, dichiarando che : «Noreika è stato un diretto e fanatico partecipe nella responsabilità della Shoah in Lituania». Il governo democratico ed europeista, portatore dei valori occidentali, si è però sempre rifiutato di levare la targa.

Qui sotto l’immagine del sito, non ancora chiuso, che ricorda lo sterminio degli oltre 70.000 ebrei e antifascisti lituani, fucilati e sepolti nella foresta di Ponary, durante la Seconda Guerra Mondiale.

Questi massacri, iniziati nel luglio 1941, hanno dato il via al famoso “Olocausto delle pallottole”, una serie di fucilazioni di massa perpetrate dalla Germania nazista e dai suoi collaborazionisti locali nei territori sottratti alle forze sovietiche. Solo pochi prigionieri riuscirono a fuggire da Ponary ma, una volta tornati alla vita civile, i sopravvissuti sono stati ignorati e i loro racconti dimenticati dai libri di storia attuali. Ponary, è tuttora considerato il più grande luogo di sterminio in Lituania, quasi tutti i massacri sono stati compiuti dal “Plotone speciale di Vilnius”, un’unità volontaria composta da circa 100 nazisti lituani, militanti del LAF. Le loro vittime includono oltre 80.000 cittadini, sia lituani che sovietici, ed anche molti intellettuali polacchi.

Mentre accade quotidianamente tutto ciò nella Lituania contemporanea e democratica, accade anche che un ex candidato indipendente alle ultime elezioni presidenziali, sia costretto, così come decine di migliaia di membri della comunità russo lituana, a scappare dal paese.

Eduardas Vaitkus, schieratosi per la pace e contro le politiche guerrafondaie del governo lituano, si era posto come riferimento di tutta quella parte della popolazione che “…non sono impazziti e vogliono la guerra. Qui ci sono persone che vogliono una Lituania indipendente e libera, dove i lituani siano padroni della loro terra e della loro Patria, non così è ora…”. Queste dichiarazioni l’hanno fatto diventare nel paese un nemico e un bersaglio.

Pur non appartenendo alla comunità russa lituana, ha dovuto scappare dal paese dopo alcune aggressioni e tentativi di ucciderlo, Ha ottenuto asilo politico in Bielorussia, dichiarando in una conferenza stampa che ora si sente “…totalmente al sicuro in Bielorussia. Mi sento al 100% al sicuro qui. Non come in Lituania. Ancora oggi quando faccio una passeggiata nella foresta e qualcuno si avvicina da dietro, sono diffidente e timoroso, questa è la conseguenza di tutte le minacce e aggressioni che ho ricevuto molte volte in Lituania…”, ha detto Vaitkus.

L’ex candidato presidenziale ha anche denunciato l’attuale dirigenza politica lituana: “…le correnti autorità lituane agiscano a scapito del proprio popolo…sono principalmente interessati al business e al denaro, mentre la componente morale non li tocca minimamente. Stanno solamente agendo nell'interesse dell'Unione europea o dei globalismi unipolari. In tali condizioni non si può parlare di alcun interesse per i semplici cittadini lituani…La componente morale si sta dissolvendo sullo sfondo. Possono convivere con tutto questo, ma non capisco come si possa vivere in questo modo”, ha sottolineato l’ex candidato presidenziale.

Il politico ha detto che spera che la situazione possa cambiare in meglio, ma per questo, occorre  creare una nuova forza politica, la quale attraverso le elezioni, rovesci l’attuale leadership, ma non è facile né vicina, come prospettiva. “…La Lituania non deve essere in vendita. La Lituania deve essere indipendente e libera. Dovremmo essere neutrali. Non abbiamo bisogno di essere in guerra con nessuno. Dobbiamo cooperare con i nostri vicini, ripristinare la giustizia e l’uguaglianza. Se questi pensieri sono riconosciuti dal popolo, io mi metterò a disposizione. Per le future elezioni presidenziali…”, ha detto Vaitkus .

Enrico Vigna, IniziativaMondo Multipolare/CIVG

 

 

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