Mentana, Orwell e "il battaglione Azov non è nazista"
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«In guerra, la verità è la prima vittima» scriveva Eschilo ormai 2.500 anni fa.
Succede così che per fomentare l’odio contro la Russia, quelli che accusavano di negazionismo chiunque anche solo osasse criticare la gestione della pandemia da parte dei Governi italiani, neghino spudoratamente la realtà.
Succede insomma che i media dominanti diventino, loro davvero, negazionisti.
Così ieri pomeriggio, come se nulla fosse, Enrico Mentana, con sprezzo del ridicolo e mentendo a milioni di italiani (già instupiditi da decenni di propaganda a senso unico), ha affermato:
«Il battaglione Azov non è un battaglione neonazista».
Poco dopo, il quotidiano La Stampa ha fatto magicamente sparire dal proprio sito un articolo del 30 novembre 2014¹ in cui Mariagrazia Bruzzone raccontava le numerose infiltrazioni naziste delle istituzioni ucraine (compreso il famigerato battaglione Azov).
Questo succede perché da tanto, troppo tempo i media hanno smesso di adempire al proprio compito naturale, quello di cani da guardia della democrazia e dell’interesse pubblico, trasformandosi in semplici megafoni del potere.
Mentono spudoratamente, banalizzano, semplificano e polarizzano l’opinione pubblica trasformando anche le questioni più complesse in un avvilente tifo da stadio.
Quando, in una condizione come quella attuale, dovrebbero spiegare come e perché si sia arrivati all’attuale guerra in Ucraina. Dovrebbero insomma informare correttamente per stimolare la capacità di analisi dei cittadini.
Invece mentono e nascondo i fatti. E lo fanno spudoratamente.
E, anziché gettare acqua sul fuoco ricordando come questa guerra non convenga a nessuno, ci gettano benzina 24 ore su 24, 7 giorni su 7.
La guerra non conviene all’Ucraina. Non conviene alla Russia. Ma, soprattutto, non conviene ai Paesi europei e, in primis all’Italia.
[¹ "I neo-nazi imperversano in Ucraina, ma il nazismo non è più il male assoluto per l'occidente" https://www.lastampa.it/.../i-neo-nazi-imperversano-in...]