No Tav: A Trieste si respira aria di lotta sociale

No Tav: A Trieste si respira aria di lotta sociale

I nostri articoli saranno gratuiti per sempre. Il tuo contributo fa la differenza: preserva la libera informazione. L'ANTIDIPLOMATICO SEI ANCHE TU!

 

Una lettura acuta quella sulla lotta dei portuali di Trieste contro il green pass. Un'analisi che assume ancora più valore perché realizzata da chi da più di 30 anni lotta contro l'abominio economico, ambientale, sociale come la Tav Torino-Lione, costata morti, repressione, arresti, una propaganda mediatica senza precedenti. Per i No Tav bisogna analizzare il contesto politico ed economico che abbiamo vissuto negli ultimi anni con la pandemia per spiegare la lotta al porto di Trieste, che ha raccolto un "crogiolo variegato che, in barba ad apparati precostituiti e istituzioni dai lunghi tentacoli, ha saputo esprimersi e darsi dei linguaggi che hanno colto nel segno, inserendosi in un percorso di lotta sociale che, prima o poi, era chiaro sarebbe esploso."

NO TAV. Info

A partire dai fatti accaduti a Trieste e dalle mobilitazioni che si sono date negli ultimi giorni, è importante cercare di allargare il discorso per provare a guardare le cose in un insieme più ampio.

Dopo due anni di crisi sanitaria che ha condizionato la vita di tutte e tutti, mettendo all’angolo le fasce più deboli della popolazione, l’applicazione del Green Pass nei luoghi di lavoro è stata la goccia che ha fatto traboccare un vaso stracolmo di sfruttamento e imposizioni governative. Tutto ciò, ça va sans dire, a ricaduta diretta sulle spalle delle famiglie e di tutte le persone che vivono i territori.

È necessario, quindi, riconoscere le problematiche concrete che stanno già incidendo sul nostro vivere quotidiano e che porteranno a un importante impoverimento sociale, che come diretta conseguenza, creerà nuova povertà, relegando chi già era notevolmente emarginato ai “margini dei margini” di questo sistema.

L’aumento drastico di quelle che sono le spese che ogni giorno ci troviamo a dovere affrontare, come luce, gas e carburanti, in una stagione che ci vede costretti a consumare di più, si uniscono a condizioni di lavoro indecenti a cui, dal 15 ottobre, si è aggiunta anche l’applicazione del Green Pass, costringendo quindi un’importante numero di lavoratori e lavoratrici a pagare per andare a lavorare. Una dissociazione cognitiva non sarebbe riuscita a costruire ragionamento più contraddittorio.

Questa situazione pericolosa si incastra in un contesto politico che è, invece, determinato a tirare dritto per la sua strada, necessariamente legata a doppio filo ai grandi flussi economici che si muoveranno attraverso il PNRR. Siamo abbastanza sicuri che, conseguentemente, l’attuale governo non mancherà di far confluire tali fondi a grandi opere inutili e mortifere per il presente e il futuro di tutte e tutti, sottoscrivendo, così, una condanna certa per le generazioni più giovani. Ancora una volta i cittadini e le cittadine si troveranno a pagare i costi di questa pandemia che, il Governo Conte prima e quello Draghi poi, hanno fatto ricadere su tutta la popolazione in maniera indiscriminata, portando avanti politiche restrittive nei confronti di quelli pensiamo essere diritti fondamentali e primari per tutti e tutte noi, in primo luogo la salute.

In Valsusa viviamo da trent’anni lo sperpero dei fondi ai servizi che realmente modificano (in meglio o in peggio) la qualità del vivere quotidiano: dalla scuola, ai trasporti urbani, alla sanità, tutti devastati dagli ingenti tagli fatti proprio negli ultimi trent’anni.

Per questo, non abbiamo dubbi nel dire, che delle piazze di Trieste, ci ha colpito il carattere popolare delle iniziative e la varietà di soggettività che si sono ritrovate a condividere quelle strade in un contesto di rivendicazione di un diritto necessario, come quello al lavoro, visto che la vita che ci viene offerta è ormai impiccata alla corda delle ingenti spese quotidiane. Un crogiolo variegato che, in barba ad apparati precostituiti e istituzioni dai lunghi tentacoli, ha saputo esprimersi e darsi dei linguaggi che hanno colto nel segno, inserendosi in un percorso di lotta sociale che, prima o poi, era chiaro sarebbe esploso.

Quella piazza, forse più di altre, fa paura ai nostri cari politici per tutto quello che porta con sé e proprio per dare prova di forza e dimostrare che uno dei suoi obiettivi primari sia quello di lavorare indisturbato, sono state messe in atto le forme di repressione del dissenso che ben conosciamo qui in Valsusa: il presidio davanti al porto di Trieste è stato sgomberato con violenza dalle forze dell’ordine in tenuta antisommossa che hanno utilizzato manganelli, idranti e lacrimogeni.

Il malcontento diffuso su più fronti apre a delle possibilità di riconquista di quegli spazi di libertà necessari per chiamare davvero “vita” quello che facciamo tutti i giorni.

La lotta del Movimento No Tav, che da trent’anni va avanti con determinazione, ci aiuta a comprendere in maniera profonda che, molto spesso, l’unica via per realizzare un mondo libero dagli sfruttamenti sia quella di resistere tutte e tutti insieme. Presidiare le piazze, percorrere i sentieri delle montagne, essere là dove quegli spazi ci vengono quotidianamente rubati è la ricetta giusta per costruire insieme un percorso che sia capace di unire tutte quelle istanze che guardano alla cura della terra e del futuro, al diritto alla salute e alla formazione e per una vita e un lavoro a condizioni dignitose. Convogliare le forze per dare battaglia ad un sistema che giorno dopo giorno procede nella ristrutturazione di un modello di vita che vorrebbe il maggior numero delle persone schiave e silenti perché brutalmente impoverite. E’ tempo dunque di alzare la testa e di andare avanti perché in gioco ci sono il futuro e la vita di tutte e tutti.

Potrebbe anche interessarti

I fatti di Napoli e la falsa coscienza di Repubblica di Paolo Desogus I fatti di Napoli e la falsa coscienza di Repubblica

I fatti di Napoli e la falsa coscienza di Repubblica

Voto russo e ipocrisia occidentale di Fabrizio Verde Voto russo e ipocrisia occidentale

Voto russo e ipocrisia occidentale

3 LIBRI PER "CAPIRE LA PALESTINA" LAD EDIZIONI 3 LIBRI PER "CAPIRE LA PALESTINA"

3 LIBRI PER "CAPIRE LA PALESTINA"

Un ricordo di Chávez sul Monte Sacro di Geraldina Colotti Un ricordo di Chávez sul Monte Sacro

Un ricordo di Chávez sul Monte Sacro

"11 BERSAGLI" di Giovanna Nigi di Giovanna Nigi "11 BERSAGLI" di Giovanna Nigi

"11 BERSAGLI" di Giovanna Nigi

Il PD e M5S votano per la guerra nel Mar Rosso di Giorgio Cremaschi Il PD e M5S votano per la guerra nel Mar Rosso

Il PD e M5S votano per la guerra nel Mar Rosso

Il caso "scientifico" dell'uomo vaccinato 217 volte di Francesco Santoianni Il caso "scientifico" dell'uomo vaccinato 217 volte

Il caso "scientifico" dell'uomo vaccinato 217 volte

L'austerità di Bruxelles e la repressione come spettri di Savino Balzano L'austerità di Bruxelles e la repressione come spettri

L'austerità di Bruxelles e la repressione come spettri

Ucraina. Il vero motivo di rottura tra Italia e Francia di Alberto Fazolo Ucraina. Il vero motivo di rottura tra Italia e Francia

Ucraina. Il vero motivo di rottura tra Italia e Francia

Il ruolo dei media in Occidente di Giuseppe Giannini Il ruolo dei media in Occidente

Il ruolo dei media in Occidente

Autonomia differenziata e falsa sinistra di Antonio Di Siena Autonomia differenziata e falsa sinistra

Autonomia differenziata e falsa sinistra

L'INDUSTRIA AUTOMOBILISTICA E L'INTERESSE NAZIONALE di Gilberto Trombetta L'INDUSTRIA AUTOMOBILISTICA E L'INTERESSE NAZIONALE

L'INDUSTRIA AUTOMOBILISTICA E L'INTERESSE NAZIONALE

Piantedosi a Bengasi per acquistare nuovi schiavi? di Michelangelo Severgnini Piantedosi a Bengasi per acquistare nuovi schiavi?

Piantedosi a Bengasi per acquistare nuovi schiavi?

La "campagna mediterranea" della Meloni di Pasquale Cicalese La "campagna mediterranea" della Meloni

La "campagna mediterranea" della Meloni

La cooperazione tra Russia e Cuba non si ferma di Andrea Puccio La cooperazione tra Russia e Cuba non si ferma

La cooperazione tra Russia e Cuba non si ferma

Le manovre USA per screditare le Forze Armate Rivoluzionarie di Cuba di Hernando Calvo Ospina Le manovre USA per screditare le Forze Armate Rivoluzionarie di Cuba

Le manovre USA per screditare le Forze Armate Rivoluzionarie di Cuba

Cosa si nasconde dietro la pazzia (calcolata) di Macron di Giuseppe Masala Cosa si nasconde dietro la pazzia (calcolata) di Macron

Cosa si nasconde dietro la pazzia (calcolata) di Macron

Lenin fuori dalla retorica di Paolo Pioppi Lenin fuori dalla retorica

Lenin fuori dalla retorica

Uno scenario di tipo ucraino per la Moldavia? di Paolo Arigotti Uno scenario di tipo ucraino per la Moldavia?

Uno scenario di tipo ucraino per la Moldavia?

Tassare i ricchi di Michele Blanco Tassare i ricchi

Tassare i ricchi

Registrati alla nostra newsletter

Iscriviti alla newsletter per ricevere tutti i nostri aggiornamenti