Non giornalisti, ma "staff" di Al Jazeera. L'ultima vergogna di Repubblica
di Agata Iacono
I giornalisti palestinesi Anas Al Sharif e Mohammed Quraiqa sono stati uccisi da un attacco aereo israeliano che ha colpito la tenda dei corrispondenti del canale Al Jazeera presso l'ospedale Al Shifa nella città di Gaza.
Giovanissimi, padri di bambini piccoli, avevano scelto di documentare e denunciare ogni giorno, conoscendo il pericolo di essere uccisi da un momento all'altro.
Di fronte alla falsa manipolazione della narrazione sionista e della strategia della hasbara, sempre più invasiva, raccontare la varietà è un atto rivoluzionario.
È resistenza.
E a Gaza si paga con la vita.
Sono più di 200 i giornalisti uccisi deliberatamente da Israele.
Nell'ultimo testamento di Anas Al Sharif scrive: "Vi affido la Palestina, la gemma della corona dei musulmani, il battito del cuore di ogni libero in questo mondo. Vi affido la sua gente, e i suoi bambini piccoli e oppressi, che non hanno avuto il tempo di sognare e vivere in sicurezza e pace, perché i loro corpi puri sono stati schiacciati da migliaia di tonnellate di bombe e missili israeliani, sono stati dilaniati e i loro resti sparsi sui muri. Vi raccomando di non lasciarvi zittire dalle catene, né di essere fermati dai confini, e di essere ponti verso la liberazione della terra e della gente, affinché il sole della dignità e della libertà sorga sulla nostra terra sottratta."
E si conclude con un "Non dimenticate Gaza..." che pesa come un macigno sui complici occidentali del genocidio in corso. A partire da quei media come Repubblica che vi danno la notizia così.
Non giornalisti, ma "staff". Siamo oltre il servilismo. Siamo talmente oltre che non abbiamo più le parole per dare un aggettivo ai media italiani.
"Cinque membri dello staff". E "annuncia la morte" senza specificare che sono stati assassinati da Israele.