Pedro Sanchez e quell'europeismo senza se e senza ma che porta a sbattere il Sud Europa
di Carlo Formenti*
Due pagine piene di intervista (la 2 e la 3) al capo del governo spagnolo nonchè segretario del Psoe Pedro Sanchez sul Corriere di oggi.
Da leggere con attenzione perché confermano nei dettagli le analisi dell'amico Manolo Monereo (ex deputato di Podemos per Cordoba che ha rifiutato una nuova candidatura perché contrario all'accordo di governo con il Psoe) di cui rilancio spesso gli articoli.
Sottolineo, in particolare, i seguenti punti:
1) Sanchez esprime una posizione europeista senza se e senza ma, dicendosi addirittura fiducioso di poter assistere alla nascita degli Stati Uniti d'Europa (obiettivo che, per inciso, non è né mai sarà fatto proprio dalla Ue a guida franco-tedesca). Nessun cenno alla lezione greca; anzi quando gli si chiede se pensa che le posizioni dei governi del Nord Europa siano dettate da un pregiudizio antilatino, risponde "sta a noi dimostrare che questi luoghi comuni non corrispondono alla realtà" (traduzione: sta a noi esercitare un adeguato livello di macelleria sociale su lavoratori, pensionati, precari, ecc. che ci consenta di continuare a essere accettati come membri di serie b del club Europa).
2) in più occasioni rimarca la sua accettazione nei confronti dell'istituzione monarchica, ignorandone la funzione di garante dell'estrema destra spagnola, il coinvolgimento in clamorosi casi di corruzione e, soprattutto, la rivendicazione da parte di Podemos (che ultimamente sembra tuttavia glissare su questo punto) di un'assemblea costituente che proclami la repubblica).
3) definisce Podemos un partito comunista, il che non corrisponde minimamente alla realtà (anche se Podemos è una sigla elettorale che incorpora anche parte del vecchio partito comunista spagnolo, o meglio della sua evoluzione come Izquierda Unida) ma dovrebbe suonare come un campanello d'allarme alle orecchie di Iglesias, ove si consideri che i media e l'opposizione spagnole fanno dell'alleanza con i "comunisti" il leitmotiv di una tambureggiante campagna per costringere Sanchez a mollarli per formare un governo di unità nazionale con il centrodestra. In conclusione, come giustamente ha sempre ammonito Monereo, l'abbraccio con Sanchez non potrà che risultare letale per Podemos: o perché il Psoe riuscirà progressivamente a ridurne il peso politico ed elettorale grazie al paradigma del voto utile, o perché finirà per scaricarla dopo averla usata come stampella di sinistra per far digerire alle classi subalterne le politiche antipopolari dettate dalla Ue e, nel secondo caso, questo vorrà dire perdere tutto il consenso guadagnato in anni di opposizione e di lotte, ripercorrendo la via crucis di Syriza dopo la calata di braghe di Tsipras.
*Post Facebook del 8 luglio 2020